La città italiana dei formaggi non si trova in Emilia Romagna ma in un’altra Regione. Una vera sorpresa tutta da scoprire.
L’Italia è il Paese dei 403 formaggi. Gorgonzola, parmigiano, caciocavallo, squacquerone, giuncata, asiago, burrata e potremmo continuare a lungo. Sono state stimate 48 specialità a marchio DOP e IGP, prodotti caseari che portano in alto la gastronomia italiana nel mondo. Noi non solo produciamo, siamo anche grandi consumatori di formaggi.
In Italia città che vai formaggio che trovi. Ogni zona ha le sue varietà legate al territorio e alle tradizioni locali. Latte, sale e caglio sono i tre ingredienti base per creare tante specialità diverse anche per metodo di produzione. I 403 formaggi individuati in Italia sono differenti per sapori, stagionature e consistenze. Ogni formaggio racconta una storia unica, quella legata al pascolo di origine.
Dalle Valli del Natisone e del Torre nell’estremo nord-est della penisola al Valdarno superiore in Toscana fino alle montagne biellesi in Piemonte e al formaggi della razza Cabannina a Genova. Ma qual è la città dei formaggi, quella che detiene il primato europeo? Un solo territorio produce nove formaggi DOP legati alla Provincia. Ecco perché è riconosciuto come capitale dei formaggi.
La città dei formaggi premiata dall’UNESCO è Bergamo, in Lombardia. Tutto merito delle valli orobiche e della transumanza che durante i secoli ha trasformato il latte d’alpeggio in varie tipologie per latte, stagionature, tecniche. Citiamo lo Strachitunt DOP, erborinato della Val Taleggio preparato con la tecnica a due paste. Per alcuni è un parente del Gorgonzola.
Speciale anche il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana DOP, un formaggio d’alpe raffinato e per nulla aggressivo. Branzi FTB, poi, ha una storia secolare. Viene prodotto con latte intero vaccino a crudo e ha un sapore delicato, dolce, succulento. Continuiamo con il formaggio di Capra orobica, una capra autoctona presente in ogni famiglia in passato. Oggi seppur la produttività sia scarsa vengono prodotti il Formagin, la Roviola, le formagelle Matuscin.
Delle valli orobiche pure lo stracchino (dalle valle stracche dopo la transumanza) prodotto con latte intero appena munto. Antenato del Taleggio, è un Presidio Slow Food e si produce in quasi tutte le valle nei dintorni di Bergamo. Concludiamo con l’Agrì di Valtorta, un piccolo formaggio cilindrico a pasta cruda che invecchia, invecchia ma non muore mai. Avete capito come mai è Bergamo la città dei formaggi nella nostra penisola?
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