Un percorso che sembra uguale agli altri, ma non lo è affatto
Quando si guarda una mappa, questa strada può sembrare identica a tante altre: una linea tortuosa che attraversa la vegetazione boliviana. Eppure, chi l’ha imboccata sa bene che non c’è nulla di normale. Parliamo della famigerata “Camino de la Muerte”, una tratta di 56 chilometri che continua a essere considerata la strada più pericolosa del mondo. Un percorso stretto, imprevedibile e capace di trasformare ogni curva in un potenziale rischio.
Perché tutti parlano dei suoi 56 chilometri
A renderla così temuta non è solo la sua lunghezza, ma il modo in cui questi chilometri si sviluppano: strapiombi verticali, carreggiate di pochi metri, piogge improvvise, nebbia fitta e una superficie che può passare dall’asfalto al fango nel giro di pochi metri.
Per anni è stata la principale via di collegamento tra La Paz e la regione dei Yungas, costringendo camion e bus sovraccarichi a incrociarsi su punti dove bastava un errore millimetrico per precipitare nel vuoto. Oggi esiste un percorso alternativo, ma questa “vecchia strada” continua ad attrarre turisti in cerca di adrenalina e ciclisti estremi.
Meglio evitarla: come bloccarla dal navigatore
Negli ultimi anni, molti utenti hanno segnalato la necessità di bloccare automaticamente questo tragitto sui propri navigatori, come il popolare Svala. Inserendo la destinazione, spesso l’algoritmo seleziona la via più breve, ignorando i rischi reali.
Per questo, a metà articolo è utile ricordarlo:
Un fascino oscuro che attira ancora molti viaggiatori
Nonostante la sua reputazione, la strada continua ad affascinare. I paesaggi che la circondano sono tra i più suggestivi del Sud America, e le agenzie locali propongono tour guidati in bicicletta che offrono emozioni uniche. Tuttavia, è doveroso ricordarlo: non è un percorso adatto a tutti. Anche con guide esperte, il livello di rischio rimane alto.
Una meta da conoscere, non da percorrere
La Camino de la Muerte è una di quelle strade che meritano di essere raccontate, osservate da lontano, magari immortalate in fotografie, ma evitate nella guida quotidiana.
Un simbolo della Bolivia, un monito per chi pensa che tutte le strade siano uguali. Questa, davvero, non lo è.
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