Non hai pagato un F24? Scopri cosa succede, quali sono le sanzioni e come metterti in regola pagando meno grazie al nuovo ravvedimento operoso.
Il modello F24 è lo strumento con cui cittadini, lavoratori autonomi e imprese pagano molte tasse. Come possono essere le imposte sui redditi, l’IVA, l’IMU, i contributi INPS ed altre somme dovute allo Stato. Quando un F24 non viene pagato entro la scadenza, anche solo per una dimenticanza, si entra in una situazione di irregolarità fiscale.
Questo significa che l’Agenzia delle Entrate può applicare sanzioni e interessi, facendo aumentare l’importo da pagare. Non tutti forse sanno ancora che, per fortuna, oggi esiste un sistema più conveniente per rimediare. Si tratta del nuovo ravvedimento operoso, che permette di ridurre di molto le multe se ci si mette in regola in fretta. Ma andiamo a vedere insieme di cosa si tratta.
Se non paghi un F24 entro la data prevista, il Fisco considera il pagamento tardivo o omesso. In questi casi viene applicata una sanzione sull’importo non versato. E si aggiungono gli interessi legali, calcolati in base ai giorni di ritardo. Con le nuove regole, la sanzione per chi paga molto in ritardo può arrivare al 25% della tassa dovuta. Se però non fai nulla e aspetti che l’Agenzia delle Entrate ti contatti, il rischio è quello di ricevere avvisi di pagamento o cartelle esattoriali, con costi ancora più alti e procedure più complicate.
Ma non tutti conoscono il ravvedimento operoso. Si tratta di una possibilità offerta al contribuente per sistemare in autonomia un pagamento non effettuato o eseguito in ritardo. In sostanza, è il cittadino stesso a intervenire senza attendere controlli o comunicazioni da parte del Fisco. Utilizzando questo strumento, è possibile versare l’imposta dovuta aggiungendo una sanzione ridotta e gli interessi legali, evitando così le penalità più pesanti previste in caso di accertamento. Il principale vantaggio è evidente: regolarizzando la propria posizione in tempi rapidi, si riesce a risparmiare in modo significativo sulle sanzioni e a chiudere la questione senza ulteriori complicazioni. La regola di base del ravvedimento operoso è molto semplice: prima si interviene, meno si paga. Il sistema funziona infatti a scaglioni, che tengono conto dei giorni di ritardo nel pagamento. Se regolarizzi entro i primi 14 giorni dalla scadenza, paghi una sanzione minima calcolata giorno per giorno.
Tra il 15° e il 30° giorno la sanzione aumenta leggermente. Dal 31° al 90° giorno l’importo cresce ancora, ma è sempre inferiore rispetto alla sanzione piena prevista per i pagamenti omessi. Anche oltre i 90 giorni, purché prima di controlli ufficiali da parte del Fisco, è possibile rimediare con una sanzione più alta ma comunque più conveniente rispetto al non fare nulla.
Per il ravvedimento calcoli importi, compili F24, paghi e conservi ricevuta. Ma se non sei sicuro dei calcoli, è consigliabile rivolgersi a un commercialista o a un CAF.
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