Anche se sembra impossibile, l’aspirapolvere ci può spiare e trasmettere i nostri dati privati: ecco a cosa fare attenzione.
L’aspirapolvere, come faremmo a vivere senza! È grazie a questa se i nostri pavimenti non sono pieni di polvere e di sporco. Ogni giorno la passiamo sul pavimento facendo molta meno fatica di quella che faremmo usando scopa e paletta. Eppure, dietro questo elettrodomestico così utile e amato si può nascondere un’insidia di cui pochi sono a conoscenza.
In questo mondo in cui le nostre vite si dividono fra online e offline temiamo sempre di più che la nostra privacy venga compromessa. E se fosse proprio l’aspirapolvere il tramite mediante cui i nostri dati privati vengono trasmessi ad altre persone? Magari malintenzionati? Già, perché proprio l’aspirapolvere può spiarci. Ed ecco come e perché.
I prodotti che usiamo nella vita quotidiana possono nascondere delle insidie di cui spesso non siamo a conoscenza. Sempre più molti dispositivi sono infatti connessi alla rete, anche l’aspirapolvere. Ed è proprio per questo motivo che vengono spesso sollevati dubbi sulla sicurezza della nostra privacy che può essere invasa proprio dagli elettrodomestici che abbiamo in casa e che usiamo ogni giorno.
Sembra che un aspirapolvere stia spiando gli utenti, inoltrando delle loro informazioni a loro insaputa, addirittura catturando immagini e dettagli personali senza consenso. Una vera e propria violazione della privacy con prelievo di informazioni in maniera forzata che sta rendendo tutti più vulnerabili agli attacchi hacker. La vcenda riguarda dei robot aspirapolvere che si chiamano iLife A11.
Per fortuna, un programmatore ha avuto accesso ad un prodotto di questo tipo e ha capito quale fosse l’anomalia: ha così bloccato la trasmissione dati e nel momento in cui lo ha fatto, il dispositivo ha smesso di funzionare. L’ingegnere ha dovuto smontare l’aspirapolvere e nel farlo ha scoperto che quello non era un semplice robot ma un piccolo computer su due ruote che montava un chip potente (SoC AllWinner A33 con Linux), tanti sensori come il LIDAR (che “vede” l’ambiente) e altre componenti di robotica avanzata (per muoversi ed orientarsi).
Inoltre, il robot aveva una porta d’accesso segreta (ADB) senza password. In questo modo, l’ingegnere è riuscito subito a prendere il controllo del robot ed ha scoperto che l’aspirapolvere usava un sistema chiamato Google Cartographer per creare una mappa 3D precisa della casa, che veniva poi inviata ai server dell’azienda produttrice. Il programmatore ha capito che il robot continuava a funzionare se collegato alla rete Wi-Fi, avendo accesso ai dati.
Quindi il robot non solo faceva le pulizie ma registrava immagini, mappe, audio, grazie al fatto che era dotato di fotocamere, microfoni e una serie di strumenti che gli permettevano di captare tutto questo. Una notizia allarmante che ha messo e mette a rischio la sicurezza di tutti i clienti di questo brand. Dunque, il consiglio è quello di scegliere sempre prodotti di aziende leader, che siano affidabili, per potersi tutelare.
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