Con l’arrivo dell’autunno, la Regione Veneto ha messo in campo una misura per gestire la presenza di alcune specie considerate problematiche per l’ambiente e l’agricoltura.
L’iniziativa prevede un incentivo economico per chi partecipa a questa attività di controllo, con l’obiettivo di contenere la popolazione di questi animali.

Il provvedimento ha suscitato dibattiti e opinioni contrastanti: da un lato chi lo vede come un intervento necessario per tutelare territorio e coltivazioni, dall’altro chi solleva dubbi etici e propone soluzioni alternative più rispettose degli animali.
Un piano controverso: incentivi economici per l’abbattimento delle nutrie
La Regione Veneto ha avviato un programma che prevede incentivi economici per i cacciatori impegnati nel controllo della popolazione di nutrie. Ogni esemplare catturato o abbattuto comporta un rimborso, insieme al rimborso delle spese accessorie come munizioni e carburante, con l’obiettivo dichiarato di ridurre i danni alle coltivazioni e agli argini dei fiumi. Questi roditori scavano tane che possono compromettere la stabilità del territorio, aumentando il rischio di erosione e allagamenti.
Secondo le autorità regionali, la misura è necessaria per tutelare l’ambiente e l’agricoltura, ma non manca chi contesta la strategia. Diverse organizzazioni animaliste e ambientaliste hanno espresso preoccupazioni etiche, sottolineando che l’abbattimento di massa non affronta il problema alla radice e può essere considerato crudele.

L’OIPA, ad esempio, suggerisce soluzioni alternative come la sterilizzazione e il monitoraggio delle colonie in ambienti controllati, citando esperienze positive in altre regioni italiane. Gli esperti evidenziano che la prevenzione e la gestione sostenibile degli habitat sono strumenti più efficaci e rispettosi degli animali. Il dibattito resta aperto, tra esigenze di tutela del territorio e attenzione al benessere della fauna.