Assegno di Inclusione: se non fai questo passaggio dopo il rinnovo i soldi non arriveranno mai

Scopri cosa sapere sul rinnovo dell’Assegno di Inclusione: cosa cambia per continuare a ricevere il beneficio economico.

L’Assegno di Inclusione (ADI) rappresenta una delle misure più rilevanti introdotte in Italia nel tentativo di offrire un sostegno concreto alle famiglie in difficoltà economica e sociale. In vigore dal 1° gennaio 2024, questo strumento ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ridefinendo le modalità di accesso alla protezione sociale e le condizioni per beneficiare di un aiuto economico da parte dello Stato.

persone disegnate colorate
Assegno di Inclusione: se non fai questo passaggio dopo il rinnovo i soldi non arriveranno mai – tropismi.it

L’obiettivo principale non è solo quello di aiutare, ma di includere, dando strumenti reali per superare situazioni di svantaggio o emarginazione. L’Assegno di Inclusione ha riguardato centinaia di migliaia di famiglie italiane, con caratteristiche ed esigenze molto diverse tra loro. Ogni nucleo, infatti, può trovarsi in condizioni variabili: presenza di minori, disabili, anziani o persone in condizione di svantaggio certificato. La gestione della misura, proprio per questo, richiede attenzione e aggiornamenti costanti.

Rinnovo dell’Assegno di Inclusione: cosa sapere

Non tutti sanno che uno degli aspetti fondamentali legati all’Assegno di Inclusione riguarda il coinvolgimento dei Servizi Sociali comunali nel percorso di inclusione. A differenza di altre misure di sostegno economico del passato, l’ADI non si limita a fornire un contributo mensile. È parte di un progetto più ampio che mira a favorire la partecipazione sociale e l’autonomia delle persone e delle famiglie in difficoltà. Proprio per questo, il passaggio attraverso i Servizi Sociali, in molti casi, è obbligatorio.

una mano che tiene personaggi colorati
Rinnovo dell’Assegno di Inclusione: cosa sapere – tropismi.it

Se ti stai domandando chi deve effettivamente passare dai Servizi Sociali, la risposta è solo una: dipende dalla composizione del nucleo familiare. In particolare, il coinvolgimento dei servizi è necessario per quei nuclei in cui sono presenti soggetti cosiddetti fragili: minori, persone con disabilità, ultrasessantenni o soggetti in condizioni di svantaggio certificato. In questi casi, il Servizio Sociale ha il compito di valutare la situazione del nucleo, predisporre un Progetto di Inclusione Sociale personalizzato e monitorarne l’attuazione. Senza questo passaggio, l’Assegno rischia di essere sospeso o revocato. Il primo appuntamento con i Servizi Sociali deve avvenire entro 120 giorni dall’accettazione della domanda da parte dell’INPS. Di solito è lo stesso Comune che convoca il beneficiario o la famiglia, tramite lettera, email o messaggio sul portale SIISL.

L’incontro ha l’obiettivo di approfondire i bisogni del nucleo, individuare eventuali criticità e attivare strumenti di supporto che vanno oltre il solo contributo economico, come servizi alla persona, percorsi educativi, assistenza alla genitorialità o orientamento lavorativo. È importante sapere che il mancato rispetto di questo appuntamento può comportare conseguenze gravi. Se, ad esempio, il beneficiario non si presenta al colloquio senza giustificazione, l’assegno viene sospeso. Se il colloquio non avviene entro i termini previsti, si può arrivare addirittura alla perdita definitiva del diritto al beneficio.

Per questo, è fondamentale seguire con attenzione le comunicazioni ricevute e rispettare tempi e modalità stabilite dai Comuni e dalle piattaforme ufficiali. Se hai dubbi o domande sul tuo caso specifico, un assistente sociale o un operatore del patronato può aiutarti a chiarire ogni aspetto.

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