Incredibile ma vero: è possibile accedere alla pensione anche a soli 62 anni. Ma a quanto ammonterà l’assegno mensile? Scopriamolo insieme.
Il sogno della maggior parte degli italiani si realizza: non occorrerà più attendere di aver spento 67 candeline sulla torta di compleanno per lasciare il lavoro ma si potrà accedere alla pensione anche ad appena 62 anni. Un vantaggio anagrafico non da poco: ben 5 anni di anticipo sulla tabella di marcia.

Cinque anni in più per dedicarsi alla propria famiglia, ai propri hobbies, per viaggiare, fare sport o tutto ciò che si desidera. Un tempo, in fondo, era normale andare in pensione persino prima dei 60 anni: dall’entrata in scena della Legge Fornero in avanti, invece, sembra essere diventata una missione impossibile.
Tuttavia, fortunatamente, le vie di uscita per “aggirare la Fornero” non mancano: il Governo di Giorgia Meloni, con la Legge di Bilancio 2025, ha riconfermato tutte le misure di pensione anticipata degli anni scorsi e ce ne è una, in particolare, che permette di andare in pensione a soli 62 anni. Il timore di molti, però, è di ricevere poi un assegno previdenziale troppo esiguo e insufficiente per andare avanti. Ma sarà davvero così?
Pensione a 62 anni: ecco quanto prenderai ogni mese
La pensione a 62 anni non è più un sogno: nel 2025 c’è una misura che consente di lasciare il lavoro a tale età e, dunque, con ben 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla Legge Fornero. Ma l’assegno previdenziale mensile sarà sufficiente per tirare avanti o sarà una miseria? Vediamo come stanno effettivamente le cose.

Nel 2025 la misura che permette di andare in pensione a 62 anni è Quota 103 che non si sa ancora se verrà riconfermata anche nel 2026. Con Quota 103 si può uscire dal lavoro a soli 62 anni ma solo se si hanno almeno 41 anni di contributi. A differenza di altre misure come Quota 41 piuttosto che Ape sociale o Opzione Donna, Quota 103 ha un enorme vantaggio: si rivolge a tutte le categorie di lavoratori.
Lo svantaggio, però, riguarda l’assegno previdenziale che andremo a ricevere il quale verrà ricalcolato interamente con il sistema contributivo il quale, rispetto al sistema di calcolo misto, è penalizzante. Dunque in pensione sì ma a patto di accettare un assegno un po’ più basso. Ma non è finita qua. Questa misura pesa e non poco sulle casse dell’Inps è, quindi, si è deciso di introdurre un limite.
Chi va in pensione con Quota 103 avrà un assegno che non potrà mai superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Quest’ultimo, nel 2025, corrisponde a 603,40 euro al mese: pertanto l’assegno previdenziale mensile di chi opta per Quota 103 non potrà superare i 2.413,60 euro. Questo paletto non durerà per sempre ma verrà meno una volta che il soggetto raggiungerà l’età per la pensione di vecchiaia che, ad oggi, corrisponde a 67 anni.