Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta si racconta uscendo allo scoperto: “In un anno mi hanno fatto 7 Tso”.
Una famiglia apparentemente perfetta quella di Martina Colombari, una delle Miss Italia più amate e ancora oggi sulla cresta dell’onda in televisione (attualmente impegnata nella competizione di Ballando con le Stelle). Il 16 giugno 2004 si è sposata con l’ex calciatore Billy Costacurta: un lungo matrimonio che fa di loro una delle coppie vip più longeve.

A completare il quadro, l’arrivo del figlio Achille, nato il 2 ottobre 2004. Negli ultimi anni però la famiglia ha vissuto momenti drammatici e difficili proprio a causa di Achille ma per fortuna sembra essersi tutto risolto per il meglio. È stato proprio il giovane a raccontare cosa gli è successo in questi anni: “In un anno mi hanno fatto 7 Tso”.
Achille Costacurta racconta i momenti difficili che ha vissuto
Achille Costacurta ha raccontato nel podcast One More Time gli anni difficili della sua adolescenza fra dipendenza, arresto e tentativo di suicidio. Dal racconto emerge come sin dagli anni della scuola Achille fosse un po’ “ribelle”: “In terza media non mi ammettono all’esame per il comportamento. Poi al liceo dopo 3 mesi mi sbattono fuori”. Il ritardo nella diagnosi dell’ADHD ha segnato proprio la sua adolescenza e i contestuali problemi che ha avuto in famiglia.

Achille ha continuato dicendo: “Non mi avevano ancora diagnosticato l’ADHD. Lo scopro a maggio dell’anno scorso perché andando in questa clinica in Svizzera dopo aver esagerato con le sostanze, loro avevano già capito tutto senza farmi fare i test. “Tu ti volevi autocrate conta droga”. Essendo ADHD il mio cervello non produce abbastanza dopamina”. Sottolinea come sia importante circondarsi delle persone che si amano e come il suo rapporto con i genitori sia migliorato in questi ultimi anni.
Ha confessato: “Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima quando litigavamo in casa io andavo fuori, spaccavo le porte, da lì non è mai più successo perché loro sanno come dirmi un “no””. Achille si è lasciato alle spalle il passato che ha vissuto: durante la quarantena ha iniziato a cercare le sostanze grazie ai contatti che aveva e creò una piccola rete di distribuzione, spacciandole.
Così da lì ne conseguì l’arresto in un centro penale minorile e l’inserimento in un percorso terapeutico. La permanenza nella struttura non è stata semplice perché ad un certo punto Achille decise di farla finita: in piena notte, approfittando dell’assenza del personale, riuscì a entrare nell’infermeria e bevve sette boccettine di metadone. Lo salvarono ma nessun medico sa spiegarsi come lui sia vivo, ha raccontato Achille, poiché la dose ingerita corrispondeva a decine di grammi di eroina, una quantità letale per chiunque.





