In alcune regioni si possono già accendere i termosifoni, ma cosa rischia chi lo fa nelle zone in cui non è stato ancora dato il via libera?
I mesi più freddi dell’anno stanno per arrivare e in vista dell’inverno i riscaldamenti cominciano a prendersi la scena. C’è chi utilizza il condizionatore con pompa di calore, stufe varie o riscaldamento a pavimento, oppure chi continua a preferire i cari vecchi termosifoni, ancora presentissimi in tante case italiane.

L’avanzare della tecnologia ha comunque portato benefici anche ai termosifoni, tra termostati smart e valvole intelligenti; prima di accenderli, bisognerebbe controllare che siano perfettamente funzionanti, puliti e che non si sia accumulata aria al loro interno, procedendo con lo sfiatamento.
Chi ha i termosifoni deve comunque attenersi alle linee guida diffuse dal DPR 74/2013, attuato per ridurre i consumi e limitare l’inquinamento; in alcune zone possono già essere accesi, ma altre hanno ancora il divieto e infrangerlo potrebbe portare a delle sanzioni piuttosto salate.
Dove si possono accendere i termosifoni e cosa si rischia se non si rispettano le regole
Per capire come funziona il regolamento sui termosifoni, dobbiamo partire dalla suddivisione dell’Italia in sei zone climatiche, stabilite in base alle temperature e alle caratteristiche delle località. Ad esempio, nella zona F (Alpi e località montane più fredde), l’accensione dei termosifoni è libera tutto l’anno, proprio per la necessità che può crearsi in qualsiasi momento di riscaldarsi.

Nella zona E, invece, il riscaldamento può essere acceso dal 15 ottobre e fino al 15 aprile, per un massimo di 14 ore al giorno; quest’area comprende gran parte del Nord e del Centro, ovvero città come Torino, Milano, Bologna e Firenze). Successivamente si passa alla zona D (Roma, Genova e Bari), dove il periodo è fissato dal 1° novembre al 15 aprile, con 12 ore giornaliere di accensione.
Passando alle aree più calde, la zona C (Napoli, Cagliari, Messina) parte dal 15 novembre per 10 ore, mentre la zona B e la zona A (Sicilia meridionale, Calabria e alcune aree sulla costa) hanno il vincolo di attivare gli impianti di riscaldamento a partire da dicembre e per poche ore al giorno.
Chi non rispetta i limiti può andare incontro a multe piuttosto salate, che vanno dai 500 ai 3.000 euro; bisogna poi anche attenersi alle regole di manutenzione dell’impianto, dato che ogni caldaia deve infatti essere verificata, periodicamente, da un tecnico certificato. Installare valvole termostatiche su ogni radiatore, invece, garantisce poi un grande risparmio sui consumi, fino al 20%.





