Un minuscolo paese tra i monti custodisce un segreto che affascina scienziati e viaggiatori: qui la vita scorre lenta… e si allunga.
Nascosto tra le pieghe più tranquille del Basso Lazio, avvolto da una cornice di boschi fitti e silenzi antichi, esiste un luogo che sembra sfidare il tempo. È Campodimele, un borgo di poche centinaia di abitanti che da decenni sorprende l’Italia – e non solo – per la straordinaria longevità dei suoi residenti. Qui non è raro incontrare ultracentenari che camminano leggeri come se la vecchiaia fosse solo un concetto astratto, mentre la vita quotidiana procede serena, al ritmo della natura.

L’atmosfera che si respira entrando nel paese è quella di un ritorno alle origini. Le mura medievali che abbracciano il centro storico, risalenti a un periodo compreso tra il X e il XV secolo, disegnano un poligono perfetto, come un guscio che ha protetto il borgo per secoli. Passeggiare lungo questi antichi camminamenti significa affacciarsi su panorami immensi: le valli sottostanti e i Monti Aurunci sembrano raccontare, con il loro silenzio millenario, la storia di chi li ha attraversati.
Il segreto nascosto tra pietre antiche e abitudini semplici
Ma Campodimele non colpisce soltanto per il suo fascino architettonico. A farne un caso unico è soprattutto lo stile di vita dei suoi abitanti, basato su una dieta sobria, ingredienti genuini e un rapporto quasi simbiotico con l’ambiente. Un patrimonio culturale che oggi è raccontato anche nel Museo della Longevità, un piccolo scrigno di testimonianze e studi scientifici che analizzano la singolare aspettativa di vita del borgo.

Per comprenderne davvero la magia, basta perdersi tra le sue stradine acciottolate. Qui si scopre la Chiesa di San Michele Arcangelo, cuore spirituale del paese, con la sua facciata a capanna e il campanile che domina silenzioso il borgo. Entrando, l’unica navata e le cappelle laterali raccontano una storia di fede semplice ma profondamente radicata, mentre le opere conservate al suo interno – come il tabernacolo attribuito a Tommaso Malvito – aggiungono un tocco di preziosità inattesa.
Appena fuori dal centro, immerso nel verde, sorge il Convento di Sant’Onofrio, un luogo dove la spiritualità si fonde con il paesaggio. Da qui il panorama si apre su colline morbide e sentieri antichi, e non è difficile immaginare perché per secoli sia stato un rifugio di pace. A fare da cornice a tutto questo c’è il Parco Naturale dei Monti Aurunci, una delle aree protette più ricche del Lazio: oltre 1900 specie vegetali, dalle foreste di leccio alle querce da sughero, e una fauna sorprendente che comprende rapaci, rettili e piccoli anfibi. Tra trekking, uscite in mountain bike o semplici passeggiate rilassanti, ogni stagione offre un motivo per tornare.
E dopo tanta natura, arriva una ricompensa che non tradisce mai: il cibo. Campodimele custodisce l’essenza della cucina rurale laziale, con pane cotto a legna, legumi saporiti, maiale preparato secondo antiche ricette e pasta fresca che profuma di casa. Il tutto celebrato da sagre e feste popolari, come quella dedicata a San Michele, quando il paese si anima tra musica, tradizione e piatti a chilometro zero.
Campodimele non è solo un borgo da visitare: è un luogo da respirare, un invito a rallentare, a riscoprire la bellezza degli equilibri semplici. Forse è proprio questo, più di ogni altra cosa, il suo vero elisir di lunga vita.





