L’Abruzzo è letteralmente un laboratorio geologico all’aria aperta: ecco perché vale la pena vedere questi luoghi

C’è una regione in Italia che è un laboratorio geologico a cielo aperto e che vale la pena scoprire: si tratta dell’Abruzzo ed in particolare di questi luoghi magici.

L’Italia è tutta bella dal punto di vista storico e artistico ma non solo. Chi ama l’archeologia e la geologia può ammirare diversi luoghi che sono magici e testimonianze davvero autentiche del passato. In particolare c’è una regione che è un laboratorio geologico a cielo aperto.

montagne e prato con fiori gialli
L’Abruzzo è letteralmente un laboratorio geologico all’aria aperta: ecco perché vale la pena vedere questi luoghi – tropismi.it

Si tratta dell’Abruzzo: sappiamo tutti che qua ci sono montagne, mare, città e borghi favolosi. Non solo ma anche la cucina è ricca di prelibatezze ma a quanto pare non sono le uniche cose belle da fare e vedere. Sì, perché anche gli amanti della geologia potranno ammirare luoghi meravigliosi e spettacolari. Ecco di quali si tratta.

I luoghi da scoprire dell’Abruzzo, laboratorio geologico a cielo aperto

L’Abruzzo è una regione da scoprire anche perché è un laboratorio geologico ancora attivo e in continuo divenire. Nei secoli il mare si è trasformato in montagna; le montagne si sono fratturate e le coste sbriciolate a seguito delle mareggiate. Tutto questo ha reso oggi dei luoghi davvero affascinanti per chi ama la geologia…

montagne del gran sasso
I luoghi da scoprire dell’Abruzzo, laboratorio geologico a cielo aperto – tropismi.it

Ad esempio sul Corno Grande, a 3000 metri, è possibile camminare sul fondo di un antico mare fossilizzato. Le sue rocce, ora bianche, in realtà sono fanghi di calcare che si sono depositati in un mare limpido e calmo tra coralli e organismi microscopici.

In seguito l’Africa ha iniziato a spingere contro l’Europa e ha creato degli accartocciamenti, sollevando i fondali e trasformandoli in pieghe gigantesche. Il Gran Sasso in realtà è nato così, come una scogliera di un fondale sollevata al cielo.

Si può dire dunque che l’Abruzzo non si è formato con calma ma proprio a seguito di questi movimenti tettonici. Oltre al Corno Grande, scendendo verso la Maiella, a 600 metri, la storia cambia. Infatti, durante il Miocene l’Abruzzo era un mare poco profondo dove vivevano conchiglie, coralli, foraminiferi.

Poi nel periodo Messiniano il Mediterraneo si è prosciugato ed ancora oggi è possibile ammirare, ad esempio a Gessopalena, ciò che resta cioè pareti di gesso nate dall’evaporazione del mare e le tipiche mudcrack, cioè le spaccature nel fango. Infine, nel Fucino la crosta non si accartoccia più, ma si espande.

Per questo ci sono ad esempio delle faglie, come quelle del Monte Serrone, che spaccano la terra e che producono i sismi come quello del 1915. A Ortona, poi, la costa si sgretola metro dopo metro e, dopo ogni pioggia o terremoto, si producono delle frane di grande portata.

Insomma, movimenti tettonici, faglie, accartocciamenti, hanno reso l’Abruzzo quello che è, ancora più affascinante da visitare.

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