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Favole dal nord: storie di troll, maghe e giganti

Di libri in regalo ne ho ricevuti tanti, e ad ognuno è legato un ricordo speciale, ma ce ne sono alcuni che più di altri hanno lasciato il segno. Quello che sto per raccontarvi rientra sicuramente tra questi ultimi. Non ha https://goo.gl/y4Sr8Xun titolo speciale e non è frutto della penna di un solo autore. Al contrario è l’insieme di tante storie che hanno fatto la storia (e mi scuserete l’infelice gioco di parole) di popoli lontani nel tempo e nello spazio. E allora se siete un po’ curiosi di scoprire di cosa si tratta, vi consiglio di mettervi comodi e tenervi pronti per un viaggio che vi riporterà indietro nel tempo, tra verdi distese sconfinate, principi e principesse, troll e giganti, attraverso i bellissimi paesaggi di Svezia, Norvegia e Danimarca. Oggi vi racconto, e non c’è termine più azzeccato per parlarne, di una bellissima raccolta di Fiabe nordiche che faranno sognare i più piccoli e riportare indietro nel tempo i più grandi.

Nonostante le miglia da percorrere siano molte, ritroviamo una fondamentale somiglianza con l’ Europa: lo sviluppo della fiaba in forma scritta deve aspettare l’Ottocento per arrivare alla sua massima diffusione, quando un po’ ovunque in giro per il mondo si faceva sentire l’eco dei lavori dei fratelli Grimm. Un primo esempio di questa influenza si scorge nella raccolta di fiabe norvegesi di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe, pubblicata a partire dal 1842. Si tratta di un tentativo di mettere insieme tutte le storie della narrativa popolare per farne un prezioso monumento culturale. Il lavoro fu un enorme successo, tanto che lo stesso Jakob Grimm definì le fiabe come le migliori mai esistite. Un tentativo simile venne intrapreso, in contemporanea, dagli svedesi Gunnar Olof Hyltén- Cavallius e George Stephens anche se non con lo stesso risultato. Il tentativo di riproporre i testi cercando di ricreare un’antica lingua e non di limitarsi a mettere per iscritto quanto ereditato dal patrimonio orale non fu, probabilmente, una scelta molto furba. Un po’ diverso, invece, è il caso del patrimonio fiabesco della Danimarca che, almeno per quanto riguarda le prime raccolte, propone un miscuglio di storie provenienti spesso e volentieri da Paesi diversi. Per fortuna, però, una ventata di innovazione arrivò con l’opera di Svend Grundtvig, una pubblicazione completa dei testi con tutta la serie di varianti da lui applicate. Il risultato fu un’edizione in tre volumi rivolta agli studiosi e una seconda di testi dedicati esclusivamente alla lettura.https://goo.gl/xCwN40

Ma veniamo al punto della questione. Se i nostri nonni ci raccontavano le storie di una bimba dal cappottino rosso che si imbatte in lupo, o quella della bella Biancaneve alle prese con la perfida matrigna, o se l’idea di una bella casetta fatta di cioccolato e caramelle ci faceva andare a letto con l’acquolina in bocca, quali saranno state, invece, le storie raccontate ai nostri coetanei un po’ più a nord? Ebbene, non erano molto diverse dalle nostre. Basta leggere La capanna col tetto di formaggio per rivedere nei due protagonisti i piccoli Hansel e Gretel smarriti nel bosco, anche se attirati da una casetta più salata che dolce. E ancora, in La principessa sulla montagna di vetro ritroviamo un giovane principe a cui accade qualcosa di molto simile alla nostra Biancaneve.

– Non mi sembra giusto togliere la vita al figlio del re. Compriamo piuttosto un verro e prendiamo il suo cuore, tutti crederanno che sia il principe –

In qualche altro caso come quello di Ceneraccio, invece, assistiamo ad una sorta di rovesciamento delle parti. Non si tratta di un personaggio simile alla bella, ma sfortunata Cenerentola relegata alle faccende domestiche, quanto di un giovane fannullone. Eppure, che si tratti di un principe o di una principessa, di un giovane e valoroso guerriero o di un completo scansafatiche, è sempre presente quell’atmosfera di magia ed incanto che permette a chi legge e a chi ascolta di fare lunghi viaggi ad occhi aperti.

Ma la magia di questi testi è anche altro. È pensare che, a modo loro, questi troll e giganti, queste maghe e streghe terrificanti, questi contadini e pastori nascono in realtà dalla trasposizione di una precisa realtà, quella https://goo.gl/hRBn0Gdell’ambiente contadino del primo Ottocento. I re, ad esempio, somigliano più ai proprietari terrieri di cui si studia a scuola che a dei raffinati ed eleganti sovrani. E le loro dimore non sono grandi e lussuosi castelli, ma per la maggior parte grandi fattorie. Per non parlare poi di principi e principesse dediti alle occupazioni più comuni, come il re di Il Principe Hatt sotto terra che si reca al mercato o una sfilza di principi che per conquistare la loro posizione non affrontano sfide e duelli, ma sono piuttosto costretti a chiedere occupazione come garzoni come accade nella fiaba La rana stregata. I veri protagonisti di queste storie sono spesso personaggi senza un vero spessore che si trovano a combattere non per conquistare la donna amata, ma per cercare di sopravvivere e riconquistare la propria posizione sociale. A dare quel tocco di magia sono i paesaggi mozzafiato. Verdi ed infinite distese, montagne incantante e terre di cui non si conosce la reale ubicazione, come quella in cui sorge il castello di A oriente del sole a occidente della luna o quella fine del mondo di cui narra la fiaba I Sogni.

Insomma, che siano principi o contadini, che ci si trovi nei fitti boschi tedeschi o tra le onde in temepesta dei mari del nord o, ancora, sulle cime di irte montagne, cambia davvero poco. Bastano solo alcune righe e la giusta atmosfera per far sprofondare anche il lettore meno accanito in una sorta di incantevole magia che, attraverso un linguaggio semplice e coinciso, dà voce a quelle antiche leggende che raccontano di un tempo e un mondo ormai lontano.

Le immagini sono state prese dai seguenti link: www.giunti.it; http://zerkalo-mitomania.blogspot.it; http://streamsandforests.wordpress.com; https://www.youtube.com/watch?v=jujDXCkrLNs

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