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Darci parole: l’astrologia transfemminista e Astri Amari

Per vivere più femministə: libri, podcast, arte, musica, newsletter e fonti per allargare gli orizzonti e aprire le menti. Prima che oroscopi e previsioni per il nuovo anno ci travolgano, occorre fare il punto. Perché le parole che sentiremo dirci, che useranno per descriverci e prospettarci il futuro, richiederanno tutta la nostra attenzione: oggi ne cerchiamo di nuove attraverso l’astrologia che pratica Astri Amari.


Liberarci dall’appropriazione che l’Occidente bianco, coloniale e patriarcale opera del racconto di noi stessə – anche quello che passa attraverso il cielo – è l’obiettivo di Astri Amari, una «fattucchiera lesbica, anarchica, antifascista e antispecista che pratica un’astrologia eretica» dal 2019 sui social e da maggio 2023 anche in forma di libro grazie a effequ, perché diversi spazi chiedono diverse pratiche: divulgative sui social, di comunità nelle laboratorie, politiche nelle assemblee. Il libro è dedicato alle compagne e quello che fa Astri Amari è un lavoro collettivo di riscrittura, riappropriazione e manipolazione di un immaginario che per troppo ci ha descrittə, ma non narratə.

L’astrologia è un sapere che offre alle persone la possibilità di osservarsi fuori dalle categorie normative.

Astri Amari, p. 125

Fare le parole

L’astrologia è un altro racconto di sé: per questo le immagini e le parole che sono state usate nel corso dei secoli vanno prima di tutto liberate e riappropriate, perché possano essere usate per dirci. La prima cosa che ci suggerisce Astri Amari in queste pagine è proprio a essere scetticə nei confronti delle stratificazioni culturali, sociali e politiche che hanno dato vita all’oroscopo fallocentrico a cui siamo abituatə, oltre che alla sua commercializzazione e trasformazione in un contenuto di massa che prescrive, di settimana in settimana, i nostri comportamenti e le nostre identità.

Siamo creature complesse: per questo il nostro segno zodiacale, e nemmeno l’aggiunta dell’ascendente, possono bastare a dirci a noi e allə altrə. Quello che propone Astri è uno sguardo profondo e attento al proprio tema natale, uno sguardo fluido che metta in relazione e sia disposto a tornare su sé stesso per rileggersi, rimettere in prospettiva, guardare di nuovo. Uno sguardo che si rivolge all’interno ma anche attorno, che non si propone di trovare risposte ma di decostruire e innovare.

Non c’è determinismo, l’astrologia è spiritualmente orientata e offre molteplici possibilità interpretative: a dimostrarlo ci sono ben dodici segni zodiacali, dieci pianeti, quattro elementi naturali, dodici case astrologiche e almeno cinque aspetti di relazione. Il cosmo quindi risulta essere sicuramente un posto migliore della Terra, dove invece le persone sembrano avere solo due possibilità: maschio o femmina.

Astri Amari, pp. 35 e 36

Per farlo, però, bisogna avere gli strumenti giusti. Un elemento prezioso del libro è l’Antidizionario che Astri Amari ha creato con la complicità di Rachele Borghi e di chi ha partecipato alla laboratoria: uno modo per ripensare i termini che l’astrologia tradizionale ha codificato e dismettere parole come “governatore”, “esilio”, “afflitto” o “caduta”. Perché liberarsi da una lettura binaria di positivo/negativo, giusto/sbagliato, adottare/condannare si può fare anche e soprattutto partendo dalle parole: se non ci sono, inventiamole.

In questo senso anche porsi di fronte al proprio tema natale diventa una pratica di decostruzione in cui è la creatività a dover rimpiazzare certe definizioni.

Astri Amari, p. 201

L’astrologia è politica

Cambiare un linguaggio, rovesciare un sistema, riappropriarsene dall’interno: per questo processo di rilettura e riappropriazione di sé e del mondo e di sé nel mondo, l’astrologia è una pratica vicina alla soggettività queer, che «diventa tangibile attraverso la propria esperienza nel collettivo» (p. 44) e «permette di renderci visibili attraverso la narrazione delle esperienze personali; un elemento che il potere non aveva previsto» (p. 45).

Perché siamo sempre in relazione: con noi stessə e con lə altrə, con il mondo vivo e quello inanimato, con quello interiore e quello esteriore. Per questo le laboratorie di comunità, per Astri Amari, si affiancano alla ricerca personale che si compie con la lettura del tema natale, che aiuta a dare un ritratto di sé ma anche a crearsene uno nuovo: è così, ci creiamo in ogni momento. E creiamo il mondo in cui vogliamo vivere.

Lo Zodiaco in realtà è a tutti gli effetti il primo vero disertore della domanda “sei maschio o femmina?”, perché offre innumerevoli possibilità per descriversi, nessuna delle quali riguarda il genere.

Astri Amari, p. 78

Oltre che il nostro racconto, possiamo riscrivere anche quello del mondo: il lavoro che può fare l’astrologia transfemminista, e quindi quello a cui vogliamo prendere parte, è infatti un lavoro politico, perché decide di contestare le gerarchie, di riscrivere i rapporti di potere e di rompere il privilegio. Rimettere in discussione la propria posizione nell’universo è anche l’ottica antispecista con cui Astri Amari affronta la presenza di più creature nella simbologia dello Zodiaco – quelle umane, quelle non umane, quelle ibride – e scardinare il modo in cui le abbiamo percepite finora, come le abbiamo raccontate, cosa abbiamo proiettato su di loro, per apprezzarle nel loro esistere nel mondo e imparare un nuovo modo di esistere nel mondo. Praticare l’astrologia transfemminista, in fondo, è anche un modo per «fare un piccolo esercizio per mettere in crisi il paradigma umano e rendere visibile la crisi» (p. 111).

Volere tutto, anche la Luna

Sono un Cancro con la Luna in Cancro – e sono una donna: a lungo sono stata definita lunatica e sensibile come modo per tacciare le mie richieste, anche mediche, e ridurle a capricci. La Luna è l’elemento del cielo che storicamente viene associata al femminino e femminile: il suo ciclo dà incostanza e la rende l’elemento celeste volatile per eccellenza, ma anche il simbolo delle grandi dee delle culture mediterranee proprio perché legata alla fertilità – e quindi, poi, al materno, alla cura, alla sensibilità. Ecco, l’astrologia queer può offrirci anche questo: non solo mettere in discussione questo incasellamento, ma portarci oltre. Perché, proprio come diceva J. Jennifer Espinoza nella poesia The Moon Is Trans, che Astri riporta nel libro:

la Luna, fuori dalla simbologia che le è stata consegnata, è trans. La Luna è trans perché l’eterosessualità
non ha un’attrazione gravitazionale e non è né il centro né la misura del mondo.

Astri Amari, p. 201

Ma la Luna, anche, ha a che fare con ciò che sogniamo, ciò che ci visita di notte, ciò a cui non possiamo (ancora) dare parola. «Lo Zodiaco permette di individuare un paradigma di vicinanza anche con quelle creature che altrimenti considereremmo mostruose» (p. 91): con questa frase Astri Amari parla di quelle ibride e non umane, ma per me siamo sicuramente anche noi stessə, il lato su cui la Luna ha influenza, quello che sogniamo in modo ancora confuso, quello che ancora non abbiamo messo nel mondo attraverso le nostre parole e le nostre vite. È ancora informe, quindi per la società mostruoso: ma è queer. E per questo lo possiamo celebrare.

L’azione repressiva nei confronti della diversità, dell’altro da sé, mette in rilievo il fatto che abbiamo un’immaginazione troppo limitata per accoglierla.

Astri Amari, p. 106

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