Elisabetta I: tra gossip e realtà

Viviamo nell’epoca di Baby George. Siamo tutti “poracci” che si divertono a commentare gli outfit della famiglia reale inglese.
I nobili del 2000 sono personaggi di una fiction, seguiamo i loro amori e i post sui social, i rumors e tutto ciò che di pruriginoso e glitterato li circonda. Poco ci interessa delle manovre di governo, della legislazione e delle politiche sociali. Noi abbiamo fame di gossip e non abbiamo paura di essere accusati di stalking se questo ci vale un’anteprima sull’ultimo cappellino indossato dalla regina.

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Sì, esatto, quello non è il principe Carlo con la parrucca, ma Elizabeth Alexandra Mary, o più brevemente Elisabetta II, regina d’Inghilterra, dell’ Irlanda del Nord e di un’ampia sfilza di altri posti.
La morbosa curiosità nei confronti della famiglia reale, però, come tutto il resto, non ce la siamo inventati noi, i copioni degli anni 2000, ma ha origini ben più antiche e radicate.
Prima della principessa Lady Diana, con la sua eleganza leggera e il caschetto biondo, e qualche Elisabetta fa, infatti, il popolo inglese già scaldava le lingue con leggende e pettegolezzi sulla regina.
Anche in questo caso un’ Elisabetta, ma non una qualsiasi, bensì la I. Elisabetta I Tudor.
golden-age_portfolio_3Lei, la Marylin Monroe della seconda metà del XVI secolo. Emblema non solo di un periodo storico, ma anche di una cultura, di una società, di una visione. Femminista ante litteram, arbiter elegantiae, poetessa e donna devota, che nella poesia e nella preghiera trova le uniche forme possibili di espressione. È anche una delle sovrane più grafomani della storia d’Inghilterra, impegnatissima in carteggi istituzionali e privati, ma soprattutto autrice di sonetti petrarchisti. Conosciuta come la Virgin Queen, colei che, nonostante le forti obiezioni del Parlamento inglese, rifiuta decisa il matrimonio e fa se stessa garanzia di stabilità per il regno d’Inghilterra. Non c’è bisogno di una discendenza che metta in cassaforte il governo se i figli della regina sono tutti i sudditi inglesi. Madre della nazione, sposata a Dio e al proprio ideale politico.
Gli antenati dei selfie e delle storie di Instagram, i ritratti, la mostrano algida, eterea e sempre giovane. Eppure, in lei arde anche un’indole passionale e volitiva, che si evince non solo dal suo entusiasmo politico, ma anche dai tormenti amorosi per il duca D’Alençon, al quale dedica languidi versi.
Prima della parola, ma spesso legata ad essa, viene però l’immagine per Elisabetta. La quale è consapevole non solo del potere evocativo, ma anche governativo dell’iconografia. Tanto che è lei stessa, già dal 1563 negli Acts of the Privy Council che cerca di vietare la riproduzione della sua immagine in incisioni e intagli che non rendano giustizia alla sua bellezza, ordinando la destituzione e la confisca delle suddette opere. Dello stesso anno è un proclama inteso a censurare errors and deformities in numerose raffigurazioni della regina. Queste sono solo alcune delle operazioni messe in atto dalla sovrana nel tentativo di regolamentare l’immaginario di cui lei è brand indiscusso.
Su Elisabetta, come su ogni personaggio che si rispetti, il popolo inglese, ma anche nobili, scrittori, storiografi, studiosi, e chi più ne ha più ne metta, non si sono risparmiati nel plasmare e ramificare leggende e dicerie più o meno edificanti.
Arriviamo quindi al punto nodale del nostro interesse: il gossip reale. Di seguito elencherò solo alcune delle tantissime chiacchiere che si sono prodotte intorno alla regina, lasciando a voi la scelta di crederci o meno, il telecomando con cui regolare la vostra idea su di lei, con la possibilità di selezionare il livello di luminosità, nitidezza, contrasto e mostruosità dell’immagine.
1- Sul numero di figli: si dice generati con Lord Dudley, uno dei tanti pretendenti di Elisabetta. Henry Hawkins sostiene che ogni progress sia un modo per andare a partorire lontana da occhi indiscreti e che la regina addirittura bruci i figli appena nati.

I progress in realtà sono viaggi che la regina intraprende per la teatralizzazione della monarchia e per contribuire a creare una propria mitologia, il cult of Elizabeth.
Dal 1572, ogni anno la ricorrenza dell’ ascesa al trono di Elisabetta diventa una festività ufficiale, l’ Accession Day. L’intera città si fa cerimonial city, un palcoscenico per i rituali politico-religiosi che sanciscono il potere della regina. Per la grandiosa processione, il giorno della sua ascesa al trono, vengono allestiti palchi in tutta Londra: Fenchurch Street, Gracechurch Street, Cornhill, Sopers Lane, Cheapside, St. Paul’s, Fleet Street, St. Dunstan’s. Se i festival medievali festeggiavano il potere religioso del re, i nuovi festival celebrano esplicitamente il potere della regina e della nazione. Questi riti acquistano il valore di “formazioni simboliche” e hanno la funzione di assicurare stabilità e forza al regno di Elisabetta. L’ultimo progress pageant del suo regno si svolge a Heartfield Place nel 1602.

2- Su presunte anomalie fisiche: nel 1619 Ben Jonson riferisce a William Drummond che la regina “had a Membrana on her which made her uncapable of man, though for her delight she tried many”. Tra le più gettonate è la scarsità delle mestruazioni. Addirittura ambasciatori stranieri arrivano ad offrire alle dame di compagnia della regina ricompense per informazioni sulla sua “femminilità”. Un ambasciatore veneziano riferisce di un salasso che sarebbe stato fatto al piede della regina per cercare di alleviare il deflusso naturale previsto per le donne. Un nunzio francese narra che le sue mestruazioni avvenissero “from an issue in one of her legs” dal momento che “she has hardly had the purgations proper to all women”.

3- Sui rapporti sessuali: queste dicerie sono sempre legate all’idea delle anomalie fisiche, che per la regina renderebbero gli amplessi difficili se non impossibili. Mary Stuart, sua sorellastra nonché rivale politica, ne fa cenno in una lettera alla cugina poi distrutta, nella quale sostiene “indubitably you’re not like other women, and it is folly to advance the notion of your marriage with the Duke, seeing that such a conjugal union would never be consummated”.

In pratica Elisabetta è madre di infiniti figli oppure impossibilitata all’atto sessuale, secondo quel manicheismo del tutto o niente che caratterizza il gossip più netto, la diceria che vuole stupire e dare una forma o (deformazione) ben precisa.

4- Su una relazione con un blackmoors: cioè un uomo di colore. Anche se noi abbiamo amato John Lennon e Yoko Ono, Naomi Campbell e Flavio Briatore, Raffaella Fico e Mario Balotelli, nel XVI secolo l’idea di una coppia mista non era propriamente il massimo per la reputazione di una sovrana inglese e questo contribuiva ad alimentare un immaginario mostruoso e terrificante intorno a lei.

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