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George Saunders: Lincoln nel Bardo

Tanti sono i libri che mi hanno emozionata in vent’anni di assidua lettura. C’è quel racconto che mi ha fatta ridere, quello con un finale strappalacrime e quello che mi ha tenuta con il fiato sospeso e gli occhi sbarrati per ore e notti intere. Eppure, finora non avevo mai letto un libro che mi emozionasse dalla prima parola fino all’ultima, che mi facesse riflettere ad ogni pagina e che mi lasciasse senza parole alla fine, tutto insieme. Da ieri, però, dopo aver chiuso l’ultimo libro di Greorge Saunders intitolato Lincoln nel bardo potrò dire di aver avuto la fortuna di imbattermi in un libro simile.

Siamo nel febbraio del 1862 e la Guerra Civile va avanti da ormai un anno. Abraham Lincoln detiene la presidenza del paese e si trova a dover fronteggiare una situazione politica, e non solo, che sta dilaniando gli Stati Uniti. Intanto, però, anche la sua vita privata viene scossa da una terribile tragedia: Willie, undici anni e figlio prediletto si ammala gravemente, quello che sembrava essere un semplice raffreddore si scopre essere tifo, e il piccolo Lincoln non riesce a sfuggire alla morte. La sepoltura, raccontata esaustivamente dai giornali del tempo, si svolge a Washington, nel cimitero di Georgetown, e Lincoln bardoquesto piccolo frammento di storia diventa la miccia per accendere la fantasia dell’autore e dar vita ad un vero capolavoro.

Il termine bardo presente nel titolo è un chiaro rimando al Libro tibetano dei morti e si riferisce proprio a quel momento di passaggio in cui la coscienza resta sospesa tra la morte e la vita oltre la morte. Ed è proprio questo il nucleo del romanzo, questo momento di passaggio che, attraverso la figura di Willie, un innocente e tenero bambino arrivato in mezzo ad una schiera di anime provenienti da epoche e luoghi diversi, potrà finalmente compiersi. La storia messa in scena da Saunders unisce e racconta sapientemente due mondi: quello dei vivi e quello dei morti, i quali però non hanno ancora coscienza di esserlo, o forse hanno solo paura di ammetterlo.

In questo cammino verso la consapevolezza, verso la comprensione e l’accettazione, Willie sarà accompagnato da tre strane guide, Hans Vollman, Roger Bevins III e il reverendo Everly Thomas, il solo realmente consapevole della propria condizione e di ciò che prima o poi dovrà affrontare. A queste tre guide, che ricordano molto le guide dantesche della Commedia, si affiancano altre figure, semplici comparse, anime in pena che vagano in questa non luogo senza tempo, convinte di poter guarire un giorno e tornare “nel posto di prima”.

Lincoln nel bardo è un romanzo costruito su un’alternanza di voci, di stili, di pensieri, di personaggi e di momenti storici. Da una parte il mondo dei vivi, nel quale la dimensione sociale della macabra e triste guerra che sta recando morti e dolori si incastra con quella privata della tragedia della famiglia Lincoln, una tragedia come altre mille in questo periodo, ma al contempo diversa dalle altre per la sua portata e risonanza sociale e politica. Questi due universi si fondo insieme nel personaggio di Lincoln, dilaniato dal dolore della perdita del figlio, e nel contempo angosciato per la situazione nella quale riversano gli Stati Uniti e della quale egli sembra essere l’unico artefice. Dall’altra parte c’è il mondo di morti, pieno anch’esso di incertezze e sofferenze, di anime combattute e in perenne attesa.

Tutto viene raccontato con il ricorso a una tecnica e a uno stile narrativo alquanto particolari. Non esiste un unico narratore interno o esterno, ma un alternarsi di narratori e punti di vista, a seconda del mondo che viene descritto. Nella realtà in cui si trova il piccolo Willie sono le anime che, a turno, raccontano non soltanto la propria esperienza nel “posto https://goo.gl/P7RnYcdi prima”, ma anche come sono arrivati e come stanno vivendo in quello che potremmo definire il “non-luogo” di adesso, per quanto una definizione di temporalità sia quasi inutile. Certamente, le tre guide sono anche le tre voci narranti principali, ma non è solo a loro che viene affidato il compito del racconto. Il piccolo Willie, invece, è una voce narrante flebile e quasi inudibile. Non sono le sue parole a raccontare, ma i suoi sguardi, i suoi gesti, il suo amore incondizionato verso il padre. Quando, invece, passiamo al racconto della realtà dei vivi, benché molto più breve e sporadica della prima, la narrazione viene affidata a testimonianze e fonti storiche che raccontano, spesso in maniera quasi giornalistica, quanto sta accadendo alla famiglia Lincoln. C’è, però, anche una terza linea narrativa, quella che racconta le due visite fatte dal presidente alla tomba del figlio. In questo caso, infatti, trattandosi di momenti privati, a narrare sono due voci esterne, quella del guardiano del cimitero, Manders e di una misteriosa fanciulla che osserva da dietro la finestra, Perkins.

Questo stile frammentato, fatto di frasi brevi, spesso spezzate e lasciate in sospeso, è il mezzo che l’autore usa per creare una dilatazione temporale tale che, sebbene la storia si svolga nell’arco di tempo effettivo di una notte, il lettore ha l’impressione che si sviluppi nel corso di anni. Il passaggio mondo dei vivi-mondo dei morti rende necessario il ricorso ai feedback e in questo costante avanti e dietro di pensieri e fatti finiamo per sentirci noi stessi in un limbo.

Lincoln nel bardo racconta una storia, quella dell’amore di un padre verso il proprio figlio, la difficoltà del distacco, dell’arrendersi all’accaduto. È, però, un libro che narra anche gli eventi di un Paese in lotta, le difficoltà che chi lo governa è costretto a fronteggiare e gli orrori di una guerra. È una storia che ci permette di entrare nella mente dei personaggi, di leggere i loro pensieri e di condividerne i dubbi. Lincoln nel bardo ci mette davanti, attraverso l’uso sapiente dei mezzi della narrazione, ad una storia accaduta centocinquanta anni fa, ma che si ripete ancora oggi. È la storia del continuo interrogarsi dell’uomo davanti al mistero della morte e all’inutilità dell’azioni presenti.

Immagini: https://goo.gl/oL1Jui, https://goo.gl/P7RnYc, https://goo.gl/cPjLck

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