Di addii, partenze ed arrivi: Shaun Tan

Il Natale è alle porte. Questo vuol dire canzoni, vuol dire regali, ma soprattutto vuol dire famiglia. Non si capisce come mai, probabilmente è legato alla cultura fortemente famigliare che denota l’Italia, ma l’idea di non passare le feste natalizie con i propri parenti ci risulta strano. Come se stessimo festeggiando a metà, o in modo sbagliato, tanto da spingerci anche a lunghi viaggi in treno, in macchina, o addirittura in aereo, nel caso i nostri cari abitino lontano.

The Arrival 2Circondati da questo scenario, analizzare la graphic novel del 2006 The Arrival di Shaun Tan assume un sapore amaro, leggermente triste. L’opera del fumettista australiano ha infatti come tema principale l’emigrazione, in particolare quello spostamento di massa attuatosi tra il primo e il secondo dopoguerra che aveva una sola ed unica destinazione: l’America. E così seguiamo passo dopo passo i preparativi del protagonista che si accinge a lasciare la moglie e la figlia per tentare la fortuna in questo paese lontano, dove si spera di poter vedere realizzato il miracolo dell’uscita dalla povertà. Poche cose, un racconto espresso in modo quasi cinematografico, con una divisione della pagina in piccoli quadrati che seguono ogni minimo dettaglio. Lo vediamo arrivare nella grande città, dove, sperduto e confuso dalla diversità della lingua e della cultura, dovrà affrontare i problemi più basilari quali trovare un lavoro o una casa, e troverà aiuto negli altri migranti arrivati prima di lui, che comprenderanno le sue difficoltà.

shaun-sketchCiò che rende particolare questo fumetto sono soprattutto due caratteristiche. La prima è il fatto che sia un racconto totalmente silente, scelta stilistica atta a rimarcare un senso di isolamento, di alterità rispetto ad una città estranea. Il lettore si trova costretto, così, ad una fruizione attenta, focalizzata ad ogni dettaglio, al fine di poter superare il muro di incomunicabilità che condivide con il proprio protagonista, incomunicabilità rimarcata anche attraverso l’utilizzo, nelle scritte sui muri o sui fogli, di un alfabeto inventato. Lo stile realistico del racconto, soprattutto per quanto riguarda l’attenzione verso l’aspetto umano della vicenda, sostiene la lettura, e viene affiancato ad una rappresentazione fantastica, quasi fiabesca, di una città a tratti futuristica, caratterizzata da animali sconosciuti, cibi e mezzi di trasporto particolari ed un’architettura dal gusto fantasy. Questa seconda caratteristica dona unicità all’opera, enfatizzando con incredibile bravura il senso di diversità provato da un’emigrante nei confronti di una nuova cultura, soprattutto considerando il periodo in cui è ambientata la graphic novel, quando le comunicazioni non erano frequenti come oggi, tanto che per una persona proveniente da un paese povero anche solo la metropolitana poteva essere considerata alla stregua di un mostro.

The Arrival 1Intrecciata con quelle di altri migranti come lui, la storia del nostro protagonista ci racconta di luoghi lontani, città diverse, differenti motivi che hanno spinto, e ancora spingono, così tanti a lasciare ogni cosa alle proprie spalle per viaggiare verso un paese straniero. Shaun Tan compie così un tributo nei confronti di coloro che hanno compiuto questo viaggio, regalandoci un’opera che sembra un album fotografico, un racconto istantanea dopo istantanea di cosa davvero significhi emigrare.

 

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