Anatomia di un istante 16/23 aprile

Un bambino che piange, abbracciato da un adulto che lo rassicura. Quell’uomo è il Papa, lo sguardo emozionato, vagamente commosso. Il bambino è dentro un giubbotto troppo grande, un involucro in cui sembra trovare un primo conforto. A fianco, in disparte, un prete guarda la scena.

Parrocchia di San Paolo della Croce a Corviale, periferia romana. Quella del Serpentone, del degrado. Uno dei tanti incontri di Papa Francesco, un bagno di folla con le solite strette di mano, pacche sulle spalle, domande. Quelle dei bambini, soprattutto, che vogliono capire, vogliono fidarsi e potersi fidare. Tra questi c’è Emanuele, che vorrebbe domandare più di tutti ma non ce la fa, troppa l’emozione. Effetto di un’angoscia troppo grande per la sua età: suo padre, ateo, è morto. Sarà andato lo stesso in Paradiso?

Ma il padre era un brav’uomo, o almeno così pensa Emanuele, che precisa come lui e i tre fratelli siano stati battezzati.  Papa Francesco lo rassicura, gli dice che Dio ha un cuore di papà, che suo padre è sicuramente con lui. Nessuno è abbandonato, neanche qua, nella periferia romana, che l’abbandono lo vive ogni giorno, ci combatte, talvolta soccombe. Ma non smette ma di sperare.

Si ringrazia la Stampa per la foto

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