Domani – Il documentario che sveglia le coscienze con l’ottimismo

Come recita uno straordinario Johnny Depp nei panni del Capitano Jack Sparrow in Pirati dei Caraibi «il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi?». In altre parole, quando di fronte a noi si presenta un ostacolo, abbiamo due possibilità: farci prendere dal panico o tentare di superarlo con positività, considerandolo come un’opportunità per migliorare.
Questo è esattamente quello che hanno provato a fare i registi francesi Cyril Dion e Mélanie Laurent con il film Domani, uscito nelle sale italiane il 6 ottobre grazie a Lucky Red e vincitore del premio Césair 2016 come miglior documentario. Dopo l’enorme successo ottenuto in Francia, in Belgio e nei paesi del Nord Europa, finalmente anche noi abbiamo avuto l’occasione di assistere alla proiezione di Domani, un docufilm a metà tra il classico tema ambientalista del «salviamo il mondo» e al tempo stesso il desiderio di dimostrare concretamente come questo sia davvero possibile. Una volta presa coscienza di quello che sta accadendo a livello globale, del gigantesco rischio che stiamo correndo ma di cui sembriamo non preoccuparci, i due registi hanno deciso di partire e raggiungere i quattro angoli della terra per raccogliere testimonianze e raccontare al mondo i tanti esempi di donne e uomini che ogni giorno si impegnano a far sì che il precario equilibrio ecologico in cui viviamo diventi piano piano un lontano ricordo. Quello che davvero fa sperare è che lo soluzioni proposte dal film hanno molto poco di ideologico e forniscono spiegazioni e soluzioni realmente applicabili in diversi campi: a partire dall’agricoltura, infatti, si passa all’energia e alla costruzione ecosostenibile, per arrivare all’economia e al sistema educativo. Cinque capitoli per raccontare quello che di buono c’è nel mondo.1
Partendo da uno studio pubblicato sulla rivista Nature nel 2012, il quale metteva in guardia popolazioni e governi sugli effetti catastrofici che avrebbero avuto i cambiamenti climatici, i due registi viaggiatori decidono che è arrivato il momento di mettere fine agli allarmismi e filmare le sperimentazioni positive in atto. È così che intervista dopo intervista, Domani inizia a prendere forma grazie all’impegno di chi ogni giorno getta le fondamenta per costruire un vera realtà alternativa. La struttura del film, così ben organizzata fa sì che le due ore passate in sala scorrano così piacevolmente che al termine della proiezione si è quasi tentati di richiedere un bis.
Partendo dalla cittadina inglese di Totnes, Cyril e Mélanie compiono un giro per il mondo che li porta a visitare molti luoghi: partendo dalla Danimarca, si passa all’Islanda, all’India, all’isola della Réunion, per toccare anche San Francisco e Detroit. Realtà molto diverse tra loro accomunate da un’incredibile voglia di rinascita: a Copenaghen, ad esempio, si è deciso di puntare sulla mobilità sostenibile, tanto che il 40% degli abitanti si sposta in bicicletta avendo a disposizione più di 300 chilometri di piste ciclabili. Una delle poche città in cui il numero dei ciclisti supera quello degli automobilisti, e in cui le carreggiate per le biciclette sono più larghe di quelle delle auto. I mezzi pubblici, mai stati così efficienti, coprono la restante percentuale: a Copenaghen, circondati dai ciclisti, se si usa la macchina si ha quasi la sensazione di violare qualche divieto. Se pensiamo poi che, da qui ad una decina d’anni, la Danimarca ha come obiettivo quello di liberarsi dalle fonti fossili puntando sul rinnovabile, sembra quasi che i danesi stiano vivendo un sogno ad occhi aperti. Parlando di agricoltura, invece, l’esperimento più riuscito è senza dubbio quello di Detroit, una città che dopo la chiusura della grandi fabbriche di automobili ha saputo reinventarsi puntando sull’autoproduzione di cibo. Studenti, famiglie, associazioni, scuole ed insegnanti hanno deciso di sfruttare gli spazi ormai abbandonati della città rendendoli non solo produttivi, ma anche veri e propri luoghi associativi.film-demain-850x850-e1450219559831
Lo spettatore in sala, cullato da una colonna sonora indimenticabile firmata Fredrika Stahl, non può far altro che stare con gli occhi incollati allo schermo e lasciarsi trasportare dall’ottimismo e dalla speranza. Il sistema è complesso ma cambiare è possibile: energia, economia, politica ed istruzione sono diversi aspetti della nostra quotidianità ai quali dobbiamo iniziare ad interessarci. In alcune righe riportare dal sito Ecoblog i due registi spiegano che pur non esistendo «una scuola perfetta, una democrazia perfetta, o modelli economici perfetti, quello che è emerso dal viaggio è una nuova visione del mondo, dove potere ed autorità non sono un privilegio di pochi, ma dove tutto è collegato, interdipendente, come in natura». Tutto è collegato tramite un filo rosso ed ognuno può fare la propria parte per scrivere una storia nuova, diversa, migliore.
Sul sito ufficiale del film inoltre, ci si domanda: «E se mostrare delle soluzioni, raccontare una storia che fa bene, fosse il miglior modo di risolvere le crisi ecologiche, economiche e sociali che colpiscono i nostri paesi?». Il successo del film dimostra ampiamente che questa è proprio la strada da seguire: 750.000 spettatori solo in Francia e un sostegno dal basso straordinario grazie al crowdfounding che in soli due giorni ha raccolto 200.000 euro. Le offerte di più di diecimila persone hanno reso possibile la realizzazione di un documentario destinato a modificare almeno un po’ quello a cui siamo abituati a credere: non è troppo tardi per cambiare le cose, ma dobbiamo iniziare a farlo oggi pensando al domani che vorremmo.

———-

Le foto sono state prese da: francaisabarcelone.com, ideos.haec.ca,  sentieriselvaggi.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.