Essere Montagna – Il fantasy ecologico di Jacopo Starace

Fumetti e graphic novel sono da tempo divenuti mezzi comunicativi ideali per narrare le mille, complesse sfaccettature degli effetti di una crisi ambientale che sembra sempre più fuori controllo. Con il suo Essere Montagna (Bao Publishing, 2023), Jacopo Starace si inserisce perfettamente in questo filone, contribuendo ad ampliare il panorama delle narrazioni a tema ambientale.

Definito un “fantasy ecologico” o “ecologista”, Essere Montagna racconta la storia degli Esseri Formica, umani alti appena qualche millimetro immersi in una vegetazione selvaggia, intricata e ai loro occhi gigantesca. Nel mondo post-apocalittico ritratto dalle sapienti mani di Starace, è il ritorno della malattia del Bacillo a fare paura. L’epidemia, causata da un virus che tramuta i corpi in statue fungine, aveva in un primo tempo spazzato via gli esseri umani, risparmiando solo pochi animali, insetti e, appunto, gli Esseri Formica, molti dei quali avevano avuto modo di salvarsi grazie all’antidoto degli Esseri Montagna, creature misteriose e gigantesche venerate dai piccoli umani. Col tempo, però, le riserve di antidoto si sono esaurite, riducendo le possibilità di scampare al virus. Gli Esseri Montagna sono spariti e nessuno ha pensato a studiare, capire e replicare l’antidoto, affidandosi solo al culto e alla preghiera.

Essere Montagna è la storia avventurosa di Myco che, attraverso un viaggio di formazione e apprendimento, prova a trovare una cura per la sorella contagiata tentando di salvarle la vita. Myco e Pai, infatti, sono inseparabili. Lo sono diventati soprattutto dopo la morte dei loro genitori a causa del virus. Myco non può arrendersi, Pai è la sua famiglia e non può permettere che il virus la trasformi in fungo fino a farla morire. Per questo, i due fratelli e la loro amica Forbicina lasciano il loro villaggio – sorto sotto un carrello della spesa capovolto – e iniziano una corsa contro il tempo attraverso la foresta, tra cavallette giganti, serpenti velenosi e altri strani incontri, alcuni dei quali spingeranno Myco e Pai a porsi nuove domande e a crescere, allontanandosi dall’ottusità dei precetti di quella fede cieca e pericolosa che aveva condotto la loro comunità nel baratro.

Grazie a una particolare cura del dettaglio e un uso intelligente del colore, Starace costruisce un fumetto dalla bellissima resa grafica, arricchita da dialoghi semplici ma interessanti e, soprattutto, vicini a noi. Non possiamo non fare caso al fatto che la malattia del Bacillo ricordi la pandemia di covid-19 (il fumetto è stato scritto in parte durante la pandemia) da cui siamo usciti ufficialmente solo tre anni dopo i primi casi di contagio. Come non possiamo evitare di leggere Essere Montagna senza pensare alle innumerevoli similitudini tra il mondo degli Esseri Formica e il nostro, sull’orlo di uno spaventoso collasso che, però, sembra non turbarci come ci si aspetterebbe che facesse né tantomeno sembra farci attivare in massa per impedirlo. Le false speranze che ci proteggono dalla scomoda verità del collasso ecologico sono sempre in agguato. Un esempio? Il mantra dello sviluppo sostenibile, che tanto ha caratterizzato il dibattito sulla crisi ecologica a partire dagli anni ‘90, si basa su un concetto sufficientemente neutro che promette salvezza senza tuttavia porre in discussione i veri pilastri dell’insostenibilità del sistema economico dominante. Tra questi, vi è sicuramente la crescita economica continua, incompatibile con i limiti planetari.

Negli ultimi anni le generazioni più giovani, sempre più consapevoli dei disastri a cui saranno esposte e determinate a cambiare il sistema hanno contribuito a far luce sul problema, pur tra continue demonizzazioni che tendono a dipingerle come ignoranti e poco credibili, come intima il medico Amanita a Myco in Essere Montagna: “Non sai di che parli. Non hai le competenze. Non sei un medico. Non sei un adulto. Non sei niente”. I fatti, però, stanno dimostrando l’esatto contrario di una narrazione dominante fatta di rappresentazioni fuorvianti e imprecise, confermando che l’impegno dei più giovani è un tassello fondamentale nel processo di costruzione collettiva di futuri migliori. La storia di Myco è anche un po’ un invito a non arrendersi di fronte all’inerzia di un sistema di potere progettato non solo per non cambiare ma anche per continuare a causare danni, disastri e malattie per le quali l’antidoto è sempre più raro.

PhCredit: IlLibrario.it

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