Dagli inizi della propria carriera a oggi – Intervista ad Alessandro Berselli

Io e Alessandro ci siamo conosciuti grazie a Nubi Festival e abbiamo avuto modo, più volte, di chiacchierare di tante cose che ci interessano e che abbiamo in comune. Così, dopo avervi parlato di Kamasutra Kevin, ho pensato che sarebbe stato bello farvi conoscere, in parte, anche l’autore. Grazie davvero, Bers!

Ci racconteresti gli inizi della tua carriera? Hai anche partecipato al Maurizio Costanzo Show…
Inizi tardivi, tipo che quando hai già deciso che comunque la scrittura rimarrà soltanto un sogno poi arriva un editore e dice che ti vuole pubblicare. La magia della letteratura in fondo è questa. Non sei mai vecchio, la parola non ha anagrafe, a differenza della musica e del cinema. Il Costanzo Show appartiene al mio giurassico. Poteva essere un trampolino di lancio ma non lo è stato, diciamo che io e il Maurizio nazionale non ci siamo piaciuti.

Quando hai cominciato a scrivere?
Non ne ho la più pallida idea. Forse sempre. Ma a undici anni volevo fare il fumettista e a quindici il chitarrista heavy metal, quindi deve essere successo dopo. Ma non riesco a datarlo. Di certo dopo i venticinque è diventato qualcosa di più strutturato, con le prime collaborazioni con riviste e siti tipo Comix, Giuda, L’Apodittico. IMG_6981

 

Preferisci scrivere romanzi o racconti? E preferisci leggere i primi o i secondi?
I racconti sono delle sfide e degli esercizi di stile, i romanzi delle costruzioni complesse che necessitano di muscoli e neuroni. Non potrei fare a meno di nessuna forma di espressione, né quella breve, fulminante, subito sul pezzo del racconto, né dell’architettura maestosa del romanzo. Non farmi scegliere, ti prego.

Quali sono i libri che consiglieresti di leggere?
Io leggo solo scrittori americani, gli italiani mi annoiano. Innanzitutto ti direi i giganti, Roth di Pastorale americana, Irving di Il mondo secondo Garp, Franzen di Le correzioni. Tutto Stephen King fino a It. I minimalisti tipo Easton Ellis e Leavitt. Tra gli italiani qualcosa della gioventù cannibale degli anni novanta. Berselli tra i contemporanei (sorriso n.d.a.).

Da poco tu e Gianluca Morozzi avete dato vita a una collana, edita da Pendragon: gLam. Raccontaci un po’ come è nata e perché…
Dare spazio a giovani esordienti talentuosi e scrittori già affermati con proposte fuori dagli schemi, per uscire dalle gabbie di tradizione reazionaria che informa l’editoria. Volevamo fare una proposta pop, indie, fuori dagli schemi. Rifiutare le regole e mettere un pochino di eversione.

 

Oggi si legge meno e sembra che i giovani si focalizzino di più sulle serie tv o sui film. Ne avevi parlato anche a Nubi festival, tu come vedi questo cambiamento?
Lo osservo e posticipo le valutazioni. Cambiano le modalità di fruizione, la gente non va più al cinema e guarda serie TV perché cambiano gli spazi di appartenenza ma anche perché la fiction è un prodotto migliore. Si legge poco perché i libri spesso annoiano e la vita nel terzo millennio corre veloce. Dedicare venti ore alla lettura di un libro. Ne vale sempre la pena?

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A Nubi abbiamo parlato anche di editoria, di guadagni facili, di lettura spazzatura. Cosa ne pensi di una persona che legge i best seller in classifica che, magari, non fanno parte di quella categoria di letteratura che viene considerata alta?
A me basta che la gente legga, o acceda alle arti. La letteratura può essere cultura o evasione, come il cinema o la musica. Non siamo qua per dare giudizi, poi chiaro che ci sono libri e libri. Credo che bilanciare evasione e attivazione di sinapsi sia buona cosa.

E cosa pensi, invece, dell’editoria digitale?
Un mezzo che non aggiunge niente alla carta, a differenza di altri contesti in cui il digitale fa la differenza. Il libro elettronico è uguale al cartaceo, solo lo leggi da un ebook reader anziché sfogliando pagine. Il dibattito tra fautori della carta e oppositori è sterile.

Gli ultimi tuoi due romanzi sono Anche le scimmie cadono dagli alberi e Kamasutra Kevin. I protagonisti hanno rispettivamente 33 anni (Samuel) e 17 (Kevin). Parli di mondo adolescenziale e di mondo adulto, trovo che siano due prospettive in cui tutti possiamo ritrovarci.
Sono libri che non hanno la presunzione di spiegarci nulla, solo di raccontare storie. Se uno vuole trovarci significati lo faccia nel buio della sua cameretta, non chiedendo allo scrittore risposte sociologiche. Io narro e lascio agli altri le interpretazioni.

Parliamo un po’ del tuo ultimo romanzo Kamasutra Kevin. Chi è il tuo personaggio preferito? Io mi sono innamorata di Maribel.
Io li trovo tutti deliziosamente coglioni, come si fa a non volere loro bene? Io nella scrittura ho sposato la causa di Kevin, che è ai miei antipodi. Un divertentissimo gioco di ruolo.

Progetti futuri?
Scrittura, sceneggiatura, vita, vino e amici. E amare ogni giorno che mi mandano in terra.

 

Tutte le foto (eccetto l’immagine dei romanzi gLam) sono state scattate da Giuseppe Giglio.

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