La dottrina del male – Presentazione di Ivan Cataldo

di Alessandro Berselli

 

Se volete sapere chi sono, leggete il mio profilo LinkedIn. Ivan Cataldo, spin doctor presso la MindFactory. Dicono di me. Acclamato mentore aziendale, carismatico trainer, suprema icona della comunicazione politica. Uno dei più grandi esperti di marketing elettorale esistenti oggi in Italia. Un guru dei linguaggi, un genio visionario.
In questo credo di essere il paradigma perfetto della mia generazione. Guardateci, noi nuovi quarantenni di successo. Look attentamente pianificati, in linea con i trend imperanti. Ricorsi all’estetica, dresscode di tendenza. Grande attenzione al biofood e alla forma fisica. Non banali degli interessi, buone capacità di conversazione. Una cultura attenta al contemporaneo. Libri, cinema, musica. Teatro sperimentale. Arte post-moderna. Fiction. Siamo la perfetta antitesi agli idealisti rivoluzionari, quei fricchettoni in pantaloni di vigogna che ci hanno preceduti. Tatuaggi, palestra, barba hipster. A noi arrivisti in carriera del terzo millennio non ce ne frega niente delle grandi battaglie. Siamo arrivati dopo il 68, il 77, il vuoto ideologico, il populismo. Ci siamo accontentati delle briciole e insieme a quelle briciole abbiamo spazzato via tutto quello che c’era prima.

Se potessi ritornare indietro di un paio di mesi, se non avessi incontrato le persone che mi hanno rovinato la vita, se non fossi andato a quella festa, se non avessi aderito a un vangelo perverso, sarei ancora attivato in modalità uomo felice. Lavoro, affetti, relazioni interpersonali. Era tutto incasellato in una perfetta consonanza. Sulle ragioni dell’equilibrio emotivo i grandi pensatori si sono interrogati per millenni sparandosi un sacco di seghe mentali, perlopiù inutili. Speculazioni assurde, sterili menate fini a se stesse. Il raggiungimento dei nostri obiettivi dipende solo ed esclusivamente da quello che noi vogliamo.

E invece di amministrare saggiamente l’impero personale che mi ero costruito, ho consentito a quei figli di puttana di comperarmi. Ho concesso alla cupola uno spazio, ho mandato a quel paese la mia etica. Perché ogni uomo, me compreso, ha un suo prezzo di listino. Basta mettersi sul mercato e lasciarsi valutare.
La morale in fondo è semplice, no? Non siamo bianchi e non siamo neri. Non siamo buoni e non siamo cattivi. Siamo solo poveri uomini in balia delle tentazioni. A volte virtuosi e a volte no. Che cercano di fare del loro meglio, ma che il più delle volte si trovano a scegliere il loro peggio.

Ipocriti come me, in fondo, gentaglia che professa il bene, ma che appena può aderisce alla dottrina del male.

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