Ferdinand Personne

“Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
Che arriva a fingere che è dolore
Il dolore che davvero sente.”
(Fernando Pessoa, Autopsicografia)

Nel mondo letterario l’utilizzo di uno pseudonimo non è una rarità. Stephen King, Agatha Christie, J. K. Rowling sono solo alcuni scrittori che hanno preferito, ognuno per differenti motivi, utilizzare un diverso nome per firmare alcuni propri lavori. Uno pseudonimo è quindi solamente un nome, un vezzo letterario, in cui l’artista si riconosce. Differenti sono invece gli eteronimi, personalità poetiche complete, inizialmente fittizie ed immaginarie, che prendono vita attraverso la pubblicazione di opere caratterizzate da tematiche e stili distinti da quelle dell’autore originale. Lo Pessoa 3scrittore e poeta più conosciuto per l’utilizzo di quest’ultime è il portoghese Ferdinando Pessoa, che creò ed utilizzò per tutto l’arco della sua vita ben cinque diversi eteronimi: Ortonimo, Álvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares. Ognuno di questi personaggi era caratterizzato da una descrizione completa della propria vita, inclusi luogo e data di nascita, interessi, diplomi scolastici ed interessi amorosi. Egli giustificò l’esistenza di questi personaggi affermando che “l’origine dei miei eteronimi è il tratto profondo di isteria che esiste in me”. Isteria che probabilmente andava ad indicare dei problemi psicologici radicati e profondi, tanto che Ophelia Queiroz, unica avventura sentimentale della sua vita, affermò che, colpita dalla fitta corrispondenza che Pessoa e Álvaro de Campos intrattenevano tra di loro, arrivò addirittura a lamentarsene con il poeta, indicando come queste creazioni letterarie siano a volte giunte ad occupare territori esterni a quelli letterari. Ophelia dovette quindi condividere la propria relazione amorosa con Pessoa anche con i suoi eteronimi, sottolineando le difficoltà psicologiche che questa situazione creava nel poeta creando per lui un altro eteronimo, Ferdinand Personne, nome che giocava sulla traduzione di Personne (dal francese: “nessuno”) e di Pessoa (dal portoghese: “persona”), alludendo al suo creare altre personalità senza avere un proprio “io” definito.
Attraverso questi eteronimi, Pessoa condusse una profonda riflessione sull’identità, oltre a dimostrare un talento letterario orizzontalmente sconfinato, toccando un gran numero di stili differenti.

ORTONIMO
Pessoa Ortonimo può essere considerato, metafisicamente parlando, alla pari degli altri eteronimi. Benché, infatti, egli condividesse con l’autore nome e biografia, la sua produzione letteraria incentrata prevalentemente sull’esoterismo risulterebbe riduttiva se considerata esempio di tutto il pensiero di Pessoa. L’opera ortonima ha avuto fasi distinte, a volte influenzate da dottrine religiose o società segrete, ma sempre caratterizzata da una ricerca di un patriottismo perduto. La sua produzione letteraria presenta un’aria mitica, eroica e talvolta tragica, e mostra tratti simbolisti e modernisti.

ÁLVARO DE CAMPOS
Álvaro de Campos nacque a Tavira, in Portogallo, nel 1890, alle 13:30, ed è descritto da Pessoa come un uomo alto 1.75m e di carnagione olivastra. Laureato in ingegneria meccanica a Glasgow, una volta a Lisbona non esercitò mai la professione, frequentando nella città i luoghi preferiti da Pessoa, con cui condivise il giorno della morte, il 30 Novembre 1935. Campos fu l’unico eteronimo ad attraversare differenti fasi poetiche nel corso della sua opera, iniziando come decadente e simbolista, aderendo poi al futurismo ma assumendo in seguito, a causa di varie disillusioni esistenziali, una vena nichilista.

ALBERTO CAEIRO
Alberto Caeiro presenta una biografia particolare: egli sarebbe difatti vissuto tutta la sua vita in Portogallo, lavorando come contadino e con solo un’istruzione elementare ma, nonostante ciò, è considerato da tutti gli eteronimi e dall’ortonimo stesso come un maestro. Quando egli nacque nella mente di Pessoa (fu il primo tra tutti) venne immaginato come già morto, un maestro prematuramente scomparso, di cui abbiamo solo l’opera postuma e il ricordo dei suoi allievi. Considerato un poeta-filosofo, egli rigettava la metafisica e qualunque tipo di simbologia sulla vita, credendo che né il linguaggio né il pensiero potessero essere mezzi per conoscere la Realtà, poiché essa è altrove.

Ricardo ReisRICARDO REIS
Ricardo Reis era un medico latinista e monarchico, e incarnava l’eredità classica del mondo occidentale, che esprimeva attraverso una scrittura simmetrica, armonica, una certa vena bucolica toccata da elementi epicurei e stoicismi. Costante nella sua opera fu l’inesorabile fine di tutti i viventi, sempre classica e disciplinata.
Una particolarità della biografia di Reis è la mancanza della data della sua morte, curiosità sfruttata da José Saramago nel suo libro L’anno della morte di Ricardo Reis, in cui Reis torna a Lisbona dopo la scomparsa di Pessoa e stabilisce un dialogo con il fantasma dell’ortonimo, anch’esso sopravvissuto al suo creatore.

BERNARDO SOARES
Bernardo Soares venne considerato da Pessoa un semi-eteronimo, descritto come “una semplice mutilazione della mia personalità: sono io senza il raziocinio e l’affettività.” Egli era un modesto impiegato di un ufficio della Baixa (quartiere di Lisbona), caratterizzato da un’inquieta metafisica che espone nel Libro dell’inquietudine, considerato una delle maggiori opere della letteratura portoghese del XX secolo.

L’esistenza di queste diverse personalità creò attorno a Fernando Pessoa un alone di mistero, alimentato non solo dai suoi legami con occultismo, misticismo, massoneria e rosacroce, ma anche a causa della sua ferma fiducia nelle consultazioni astrologiche, che richiedeva frequentemente.
Per la sua straordinaria produzione letteraria egli viene considerato, insieme a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del Novecento.

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