90 Special, se il passato non fa nostalgia

Può sembrare paradossale, ma la nostalgia è la cifra del nostro presente. Lo abbiamo detto più volte, anche su Tropismi. Vista la mancanza di coraggio, o quanto meno la fatica nel creare nuovi miti, ci aggrappiamo a quelli del secolo scorso, all’usato sicuro. I tormentoni, il senso di identitarietà di certe atmosfere, certi format, è alla base di quello che si autodefinisce il popolo degli anni ‘90, gente che si diverte sui Social tra vecchi video, citazioni e meme che hanno come protagonisti personaggi di vent’anni fa.

Queste le premesse alla base di Special 90, il nuovo programma di Nicola Savino che ha debuttato ieri, in prima serata su Italia 1. Poteva sembrare un gol a porta vuota, con ospiti del calibro di Fiorello e Jovanotti e una campagna pubblicitaria intelligente sui social, che ha suscitato interesse e curiosità verso la trasmissione.

 

Via mediaset.it

Via mediaset.it

Ciò che ne è venuto fuori, invece, è un prodotto confuso, con evidenti problemi tecnici e autoriali, che deve cambiare rotta quanto prima. A scaldare la rete  è stato soprattutto l’intervento di personaggi che, con gli anni ‘90, non c’entravano davvero nulla. Se Cristiano Malgioglio ha ormai stufato nella continua parodia di se stesso, ad essere imperdonabile è la terribile cover di 50 special ad opera di Benji e Fede, riusciti persino a stonare un pezzo così facile.

 

La gestione degli ospiti, in generale, è uno dei punti dolenti del programma. Schiacciati dai  tempi ristretti e da una conduzione quasi isterica da parte di Savino, ospiti come Ela Weber o Daniele Bossari sono serviti soltanto a fare numero, umiliati in un’ospitata senza senso, presenze statiche da museo delle cere. A completare il gruppo, già pieno, opinionisti senza diritto d’opinione, come un sacrificatissimo Ruggero dei Timidi, un Michele Cucuzza a disagio nel ruolo e Max Novaresi che è l’unico a dare un po’ di contesto ad un magma ingestibile, mentre le gag della spalla comica Katia Follesa sono talmente compresse da risultare incomprensibili.

 

Via Tgcom24

Via Tgcom24

A trainare il programma, com’è ovvio, i due super-ospiti. Fiorello è praticamente incontenibile, tanto da prendersi la scena per una buona fetta del programma. Fin troppo, forse: la mitragliata di battute e ricordi viene malgestita da Nicola Savino, estatico nei confronti di una colonna portante degli anni’ 90 italiani. Da Jovanotti, in gran forma, i momenti migliori del programma, dalle cover di Ramazzotti e Ligabue a un’inedita Cosa resterà degli anni ‘90. Peccato per i problemi tecnici, di video e di sonoro, evidenziati dal ritratto impietoso di Nicola Savino che, pensando di non essere visto da casa, bacchetta la regia con un’agitazione che lo accompagnerà per tutto il programma.

 

Gli Eiffel 65, orfani di Gabry Ponte, e le archeologiche Lollipop cercano di far tornare il programma sui suoi binari, sulla quella celebrazione degli anni ‘90 che è, o almeno dovrebbe essere, il cuore pulsante della trasmissione. Ma la mancanza di idee e di un giusto passo narrativo evidenziano come la nostalgia, alla stregua di ogni evocazione, non può essere soltanto una lista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.