Il Grande Meaulnes – Nostalgia di passate avventure

È una domenica di novembre quando la vita François Seurel, figlio e allievo del professor Seurel, incrocia quella di Augustin Meaulnes, un nuovo studente grande e taciturno che, inaspettatamente, sconvolgerà l’adolescenza del protagonista.

Pubblicato nel 1913, un anno prima della morte dell’autore al fronte, Il Grande Meaulnes è l’unico romanzo di Alain-Fournier. Tornato in libreria grazie a Bompiani, che ne ha curato una nuova edizione con la traduzione di Giovanni Pacchiano, questo romanzo racconta la storia di una grande amicizia e le avventure di due giovani adolescenti, sognatori e romantici, che non sono poi così lontani dalla realtà odierna.

L’intera storia è una rievocazione di François Seurel ormai adulto, e il giovane Meaulnes, incarna a pieno l’ideale dell’eroe romantico, alla ricerca del perduto amore. Il racconto dell’avventura fantastica del giovane ragazzo inizia solo nell’ottavo capito, intitolato proprio L’avventura, per proseguire fino al capitolo diciassette, La strana festa, che conclude la prima parte del romanzo. L’autore, però, ci prepara al racconto di questa avventura già nel terzo capitolo, quando Monsieur Seurel chiede dei volontari per andare a prendere nonna e nonno Charpentier all’arrivo in stazione.

Ci voleva, per condurre insieme a me il carro che doveva portarli a casa nostra, ci voleva, dunque, qualcuno di affidabile, che non ci facesse rovesciare in un fosso, e anche di buon carattere, perché nonno Charpentier era facile alle bestemmie e la nonna era un po’ chiacchierona. Una decina di voci risposero alla domanda di Monsieur Seurel, gridando all’unisono: “Il grande Meaulnes! Il grande Meaulnes!” Ma Monsieur Seurel fece finta di non sentire.

Immagine: http://www.legrandmeaulnes.com/Film-Verhaeghe.php

Il Grande Meaulnes è un romanzo in parte autobiografico, ma l’autore elimina ogni traccia di sé nella scrittura e nella storia. Questa decisione di rimanere invisibile agli occhi deә lettorә nasce dalla volontà di produrre su questә ultimә l’effetto di realtà. I luoghi e le situazioni della storia sono descritte nella maniera più neutra possibile, tanto da sembrare dei ritratti o delle foto di quanto accaduto.

Romanzo di formazione per definizione, Il grande Meaulnes rappresenta, ricorrendo a elementi autobiografici misti a elementi di fantasia, il percorso di crescita non solo dei protagonisti, ma di ognunә di noi. Questo percorso che porta all’abbandono dei sogni e delle illusioni infantili e adolescenziali, ci restituisce un racconto sospeso tra due dimensioni, quella della realtà e quella del sogno. Lo capiamo fin dalla prima riga del romanzo: “arrivò da noi una domenica del novembre 189… ”. L’intera storia non ha un tempo di svolgimento ben preciso e spesso l’autore ricorre ai puntini di sospensione per creare un’atmosfera di sospensione. Così, come in un racconto fantastico, i tempi e gli spazi si dilatano e sembrano non avere confini.

Il Grande Meaulnes guarda con nostalgia a un passato fanciullesco e ci porta, con occhi sognanti, a rievocare anche la nostra adolescenza. Un romanzo delicato che tratta il difficile momento in cui la voglia d’avventura lascia il posto al disincanto e alla consapevolezza dell’età adulta.

Mi ero un po’ tirato indietro per vederli meglio. Un po’ deluso e peraltro incantato, comprendevo che la bimbetta aveva infine trovato lì il compagno che oscuramente attendeva. L’unica gioia che il grande Meaulnes mi avesse lasciato, capivo che era tornato per riprendermela. E di già me lo immaginavo, la notte, avvolgere la figlia in un mantello, e partire insieme a lei verso nuove avventure.

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