María Dueñas, cucendo la stoffa della notte che «ha cambiato rumore»

Quando ripenso a Gabrielle Demachy – protagonista del romanzo Il quaderno ungherese di Anne-Marie Garat– e agli anni Venti e Trenta sul Vecchio Continente, vedo sfilare una ragazza che diventa giovane donna come sintesi della storia e della cultura dell’Europa centrale – la Francia e l’Ungheria – con il suo doppio letterario e esistenziale, ossia la piccola coprotagonista, Millie di cui Gabrielle è la governante:

– Sono Gabrielle. Non sono una nuova domestica ma la tua institutrice.  Ciò significa che inizierai a diventare grande forse. Se lo vorrai.

– Non voglio, articolò la bambina senza battere ciglio.

– Nemmeno io, sospirò Gabrielle, volevo. D’altronde nessuno lo vuole veramente. Ma è così che succede, si cresce malgrado sé stessi.  

E quando penso a Gabrielle, subito dopo, visualizzo un’altra giovane donna che, tra le pagine di un libro, diventa donna durante la stessa epoca, Sira Quiroga (nella scelta del nome, c’entrerà Horacio?).

Solamente che Sira è spagnola e vivrà la storia dell’Europa mediterranea. Nata a Madrid, viaggerà da Tangeri a Tetuan, passando per Lisbona prima di rientrare nella sua città natale. E se Gabrielle ha vissuta nel pieno delle due Grandi Guerre, Sira ha fatto piuttosto esperienza della Guerra Civile in Spagna (al tempo di Maria Zambrano e Ortega y Gasset) e della realtà coloniale in Marocco.

la-notte-ha-cambiato-rumoreEl tiempo entre costuras1 è il titolo originale del racconto di cui Sira è l’eroina – tradotto in italiano come La notte ha cambiato rumore, è forse l’adattamento francese quelo più fedele alla storia particolare di questa eroina – L’espionne de Tanger2. Se volessimo tradurre il titolo spagnolo avremmo anche un altro indizio – Il tempo tra le cuciture (The Time in Between), poiché, effettivamente, gli anni Trenta sono stati l’epoca della moda, delle donne artiste come Coco Chanel, ma anche di tante donne entrate nel mondo del lavoro come sarte. Una tradizione femminile quasi archetipica, un mito universale. Apparentemente umile, si tratta di un’arte.

Nunca habría podido imaginar que la sensación de volver a tener una aguja entre los dedos llegara a resultar tan gratificante!

Non avrei mai potuto immaginare che la sensazione di tenere un aago tra le dita potesse risultare così tanto gratificante!

I riferimenti storici non sono solo legati all’Occidente ma anche allo charme inglese e marocchino che impreziosiva le collezioni spagnole. L’autrice María Dueñas, professore di filologia e letteratura all’Università di Murcia- ha scelto un incipit che rende omaggio alla scrittura : una macchina da scrivere Hispano-Olivetti.

La scrittura del resto è un’altra forma di ricamo che riempe il tempo in mezzo, tra le cuciture, e i confini geografici, così le cerniere temporali, come date storiche tra gli avvenimenti di ogni esistenza. olivetti1Ancora una volta è possibile rilevare la prossimità linguistico-fonetica tra il termine spagnolo costuras e couture francese. In italiano permane questa familiarità: costume come abito ma anche come usanze. La cultura e poi le parole come fili per raccontare e trasmettere.   è dunque una macchina da scrivere che sconvolge la vita di Sira, una ragazza modesta che travolta dagli eventi si trasformerà in personaggio politico chiave. Questa è la magia del romanzo: ogni capitolo è imprevedibile, impossibile indovinare lo svolgimento della storia. Seguiamo così le vicende di Sira che non resiste agli eventi anche tragici che la separano dalla famiglia e che le tempreranno una tenacia insospettabile.

In questo romanzo storico e di formazione, l’elemento centrale incarnato dall’eroina è la flessibilità di cui Sira si dimostrerà capace di fronte a un destino che le chiederà scelte tranchantes e spesso pericolose. Il suo eroismo si scoprirà nel tempo, una ragazza umile e saggia che troverà in sé risorse inattese che la renderanno misteriosa e potente. Sincera ma non trasparente.

Non ho mai cercato problemi, signor commissario; tutto quello che mi è successo nel corso di quest’ultimo anno, tutti questi crimini che mi sono imputati, lo sapete bene, non sono frutto della mia voltontà; sono dovuti a un cattivo incontro. Darei tutto per cancellare dalla mia vita l’ora in cui quella canaglia vi è entrata, ma è troppo tardi, ora i suoi problemi sono i miei e devo tirarmente fuori costi quel che costi: è la mia responsabilità e l’assumo come tale. Stia certo che l’unico modo che ho per tirarmi fuori dai guai è cucendo, non so fare che quello!

Vivendo la guerra e le sue contraddizioni, Sira diventa una donna emancipata, contemporanea perché è una donna che lascerà il proprio paese, lavorerà per essere indipendente, scoprirà attraverso il lavoro il suo talento e l’autonomia economica, capace di migliorare la propria condizione di vita, ma anche di farsi carico della propria famiglia.   Il rapporto più difficile e più intenso resterà quello complesso con una madre molto diversa, severa e conformista che nondimeno farà tutto per sostenerla e incoraggiarla nei momenti più duri, diventando alla fine la più grande amica e alleata. Sira ritroverà anche un padre creduto perduto per sempre.

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Ogni capitolo di questo romanzo potrebbe riassumersi con la formula: ‘dopo niente non fu mai più uguale’. Fatale. Ogni fine è un inizio e Sira accetta tutto, tutte le prove sul suo cammino, confrontandosi e ispirandosi ad altre donne forti e sperimentando un sentimento che le salverà sempre la vita: l’amicizia.  L’ingrediente essenziale però rimane uno unico nel suo genere: qui la liberazione femminile passa per la libertà di cambiare identità, secondo necessità, ma poi per scelta e con determinazione.

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Stoffe, veli orientali, spezie, ambienti esotici compongono anche la dimensione erotica di questo libro che è diventato anche una serie televisiva in Spagna – su Antena 3 – conquistando un largo pubblico. Nelle pagine o sullo schermo si apre un mondo affascinante come quello iberico, ancora una volta la bellezza sconvolgente dei luoghi in cui la trama è ambientata fanno contrasto alla crudeltà della guerra e dell’esilio. La critica ha definitio questo romanzo come moderno feuilleton, ma è una scommessa molto più ampia : quella di un romanzo storico con l’ambizione di discrivere il mondo del lavoro e la vita politica delle donne in un periodo nero come quello dei fascismi e dei regimi.   Si mette in luce un mondo parallelo, fatto di resistenza silenziosa ma strategica, di lotta per la sopravvivenza che diventa alleanza di forze individuali. Una sorta di resilienza umana collettiva. Questo romanzo è il risultato di una grande opera di ricerca bibliografica, che valorizza la testimonianza e la memoria storica e affettiva nel quadro di una narrazione fiction. Per questo motivo, Sira – come Gabrielle – è la protagonista di un intrigo, noir, ma anche di avventura, che sfiora un nocciolo poetico : la figura dello straniero e il sentimento di étrangeté. Nella vita si cambia, si rimane gli stessi eppure non ci si riconosce più, apprendendo a conoscersi di nuovo.

C’è nello stile di María Dueñas una libertà e una facilità espressiva che fanno eco alla delicatezza e alla maîtrise delle sfumature psicologiche dei suoi personaggi. Queste qualità la rendono una degli scrittori più dotati del momento, capace di rivoluzionare la prosa moderna valorizzando il patrimonio letterario spagnolo. Va colta quest’occasione di leggere e sognare.

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