Mimose: Da Jane a Joanne

Cosa succederebbe se Harry Potter incontrasse Elizabeth Bennet? Cosa accadrebbe se questi due personaggi, alter ego delle loro scrittrici e anche motivo di riscatto, si conoscessero e passassero del tempo a passeggiare tra le strade di Netherfield e quelle di Hogsmeade?

Jane Austen e J.K. Rowling non sono contemporanee: la prima è nata nel 1775, la seconda, invece, nel 1965. Eppure entrambe si sono affermate nel mondo letterario e hanno scelto di immergersi totalmente nella scrittura come mezzo di sfogo e emancipazione.
Jane Austen aveva affermato “Voglio vivere della mia penna” e sembra che J.K. Rowling abbia seguito le orme della sua connazionale.

Jane Austen, scrittrice britannica dell’età preromantica, viene ricordata oggi non solo per i suoi romanzi, ma anche per la sua coraggiosa scelta di dedicare la vita alla scrittura nonostante l’ambiente inglese del ‘700 fosse segnato dai pregiudizi e da una visione della condizione femminile totalmente differente da quella odierna: Jane Austen non avrebbe mai potuto lavorare in un negozio di scarpe o affermarsi come dottore. Le donne del XVIII secolo avevano un percorso da seguire già ben delineato dalla loro famiglia. Veniva assegnata loro una dote e si andava alla ricerca di un buon partito per sistemarle. È quello che si legge in Orgoglio e pregiudizio: le figlie di Mr. Bennet hanno come unico scopo quello di trovar marito (uno buono) e vivere in funzione della famiglia. L’unica tra tutte che mostra il suo carattere determinato e sfrontato è Elizabeth Bennet, molto probabilmente alter ego della Austen.

“Soltanto il vero amore potrà condurmi al matrimonio, ragion per cui rimarrò zitella”: ecco come esordisce Lizzie in Orgoglio e pregiudizio. D’altra parte Jane Austen si domandava “Chi ha detto che una donna non può vivere dei suoi guadagni?”

Jane Austen, attraverso la scrittura e il personaggio di Elizabeth Bennet, si riscatta e si allontana da una società in cui il pregiudizio nei confronti delle donne vigeva. Come? Utilizzando il pregiudizio stesso come carattere peculiare del suo personaggio.

Ma per giungere ad Harry Potter e alla sua creatrice occorre fare un salto nel tempo decisamente lungo: il 31 luglio 1965 nasce J.K. Rowling. Fin da piccola dotata di grande fantasia, scrive racconti e studia diligentemente. Per chi non lo sapesse, molti personaggi e molti luoghi della saga di Harry Potter sono attinti realmente dalla biografia della Rowling: il padre e la madre si incontrarono per caso su un treno che partiva dalla stazione di King’s Cross a Londra, si ritrova la stessa stazione in Harry Potter. Il migliore amico della Rowling, guidatore di una Ford Anglia, diverrà Ron Weasley tra le pagine dei libri, mentre il vecchio professore di biologia della Rowling è paragonato a Severus Piton, personaggio chiave dei romanzi e professore di Pozioni con cui il maghetto Harry non avrà buoni rapporti.

Come scritto sopra, la Rowling attinge alla sua vita privata e si ispira a situazioni vissute da lei direttamente o a persone incontrate nel corso della sua vita. J.K. Rowling può essere collegata all’orfano personaggio di Harry Potter? Può Harry Potter essere il suo alter ego? La risposta è affermativa.

La Rowling e la sua famiglia, nonostante i vari trasferimenti, trascorrevano una vita tranquilla fino a quando alla madre non fu diagnosticata la sclerosi multipla che la condusse alla morte. Nel 1997 Joanne si trasferì a Londra per lavorare come ricercatrice per Amnesty International. Fu proprio durante un viaggio in treno che la scrittrice creò il personaggio di Harry Potter e ci mise ben cinque anni per delineare tutta la saga. Nel 1992 traslocò in Portogallo, sposò un giornalista ed ebbe la sua prima figlia, ma il matrimonio fu un fallimento e la Rowling ripartì per la Gran Bretagna e si stabilì a Edimburgo con la figlia.

Fu così che J.K. Rowling entrò in depressione: la situazione finanziaria era catastrofica e Joanne doveva pagare gli affitti con assegni di disoccupazione e vivere del solo sussidio statale. Passeggiando per Edinburgo, si ritrovava spesso nel pub del cognato ed è quella la location in cui Joanne scriveva del suo Harry.

Anche da quel periodo di depressione la Rowling attinse spunti per la sua storia: creò la figura dei Dissennatori, guardiani della prigione di Azkaban, che risucchiano la felicità e la speranza non discernendo tra innocenti e colpevoli.

Nel 1995 J.K. Rowling terminò Harry Potter e la pietra filosofale e prima di vedere accettato il suo manoscritto dovette mandarlo a più case editrici. Nel 1997 la Bloomsbury, casa editrice a quei tempi non molto nota, accettò di pubblicare la saga di Harry Potter per fortuna sia sua che della Rowling.

Inutile dire che il fenomeno Harry Potter ha invaso tutto il mondo: tutti conoscono Harry Potter o ne hanno almeno sentito parlare. Dopo la fine della saga la Rowling ha continuato a scrivere pubblicando sia libri riguardanti il mondo magico di Harry Potter (Il Quidditch attraverso i secoli; Gli animali fantastici: dove trovarli; Le fiabe di Beda il Bardo) che non (Il seggio vacante; Il richiamo del cuculo). Proprio per Il richiamo del cuculo la Rowling ha scelto di utilizzare lo pseudonimo di Robert Galbraith e ha confessato la maternità del libro solamente mesi dopo. Sebbene il libro avesse ricevuto ottime recensioni, le copie vendute non erano state molte. Ma non appena la Rowling ha affermato di essere stata lei l’autrice, c’è stato un boom di vendite. Sarà la dimostrazione che la Rowling ha fatto breccia nei cuori dei lettori?

Se la Austen ha dato vita a un personaggio femminile forte a cui tutte potremmo tendere, la Rowling ha riposto nella figura di Harry tutto il dolore che un adolescente, ragazzo o ragazza che sia, possa provare. Jane Austen ha regalato alla letteratura la figura affascinante di Mr. Darcy, la Rowling ha creato Hermione Granger – migliore amica di Harry Potter e prima della classe – a sua immagine e somiglianza, scolasticamente parlando. Entrambe hanno deciso di vivere per scrivere e scrivere per vivere…ma cosa sarebbe successo se Elizabeth Bennet avesse incontrato Harry Potter al posto dell’orgoglioso Darcy?

 

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