Umberto – Una critica sociale ed ecologista

Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sognato di avere un amico come ET o come Oscar (l’alieno viola del noto cartone animato Tommy & Oscar). Dopo la lettura di Umberto, graphic novel d’esordio di Antonio Rossetti, in arte Holdenaccio, edito da Bao Publishing, posso sicuramente affermare di avere inserito Umberto nella wishlist di amici.

Una storia sicuramente molto ambiziosa in cui il tema dell’immigrazione si lega a quello dell’ambientalismo. Umberto è un alieno che vive su Urano, pianeta colonizzato dalla Terra che attraverso la multiversale Urangas ne sfrutta le risorse, ma non solo. I terrestri si sentono anche autorizzati a essere razzisti nei confronti degli uraniani. Un po’ come gli americani con gli italiani negli anni Trenta o come gli italiani oggi, coff coff, nei confronti dei migranti in mezzo al Mediterraneo.

Come in ogni storia che si rispetti c’è un antagonista a capo dell’Urangas: è il dottor Bonucci, un omone grosso e imponente che pensa soltanto ai soldi e al potere. E come accade in ogni storia che si rispetti c’è anche un eroe, nei panni dell’umano professor Morrino (personaggio poco presente, ma d’impatto) che fa parte del MUR (Milizia Uraniana Ribelle) e che affida a Umberto una missione di vitale importanza: portare un floppy disk (sì, avete letto bene!) sul pianeta Terra per salvare le sorti di Urano e dei suoi abitanti. E così Umberto, un po’ coraggioso e un po’ impacciato, parte e sulla Terra incontra, per caso, alcuni adolescenti che – anche se inizialmente spaventati – capiscono da che parte stare e si dimostrano fin da subito ottimi aiutanti come vuole lo schema di Propp.

Molti sono i passaggi ironici e mai velate le frecciatine sui problemi che si riscontrano oggi: le migrazioni e il conseguente razzismo, un’attenzione particolare nei confronti dell’ambiente devastato dall’inquinamento, il potere incombente delle multinazionali e delle loro scelte. Lodevole e di certo ambiziosa l’idea di mescolare così tante tematiche, riuscendoci coi dialoghi e i bellissimi cartelloni pubblicitari che meritano moltissimo.   I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Umberto e Camilla, che fa parte del gruppo degli amici terrestri e che, per prima, si fida di Umberto, priva di pregiudizi e paraocchi.

La storia di per sé è un po’ prevedibile ma va anche bene così non soltanto perché è un esordio, ma anche perché, alla fine della lettura, vengono dati diversi spunti di riflessione su cosa siamo oggi, su cosa stiamo facendo e dove stiamo andando.

Viva il MUR! Sempre viva!

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