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Raymond Carver: una storia – Il primo e unico graphic novel su Raymond Carver

<<Carver sono le trame, i gesti. Un mondo anonimo di personaggi reali>>. Così sento definire Carver durate l’incontro di presentazione di Raymond Carver: una storia, del 15 giugno a Bologna presso la libreria Modo Infoshop. Chi Carver lo ha letto almeno un po’ sa che questa definizione gli calza a pennello. Così come sa che il fumetto di cui sto per parlarvi non poteva essere pensato in modo differente.

Realizzare una biografia a fumetti non è facile. Decidere di scriverne una su Carver è un’impresa quasi impossibile. Quasi, perché Valentina Grande, sceneggiatrice, e Valerio Pastore, illustratore, ci sono riusciti e il risultato è un lavoro https://bit.ly/2KxWFI5che, in sole 130 pagine, riesce a raccontare la vita difficile e tormentata di un autore che fino all’ultimo momento non ha cercato altro che il tempo per scrivere e per fare della scrittura ciò di cui vivere.

Ma come hanno fatto gli autori a mettere in un libro, tra l’altro un fumetto, la vita di un autore come Carver? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare, ma interessantissima a livello narrativo.

Come detto chiaramente nel titolo, quest’opera non racconta la vita di Carver, ma una sola delle sue storie. Quello descritto è solo un momento, quello forse più importante della vita dell’autore, che se raccontato riesce a riassumere e spiegare una vita intera. È il momento della svolta. Siamo nel 1977, sulla costa del Pacifico, Carver ha ormai 39 anni ed è alle prese con la sua sfida più grande: smettere di bere e diventare finalmente uno scrittore professionista.

La narrazione si apre con un’introduzione che merita una certa attenzione. Non è di Carver che si parla, o almeno non direttamente, ma viene fatto un approfondimento sulla pesca alla trota. Questo particolare, che sembrerà banale ad un lettore meno attento, è in realtà un particolare fondamentale. A ricordarcelo è anche la scelta della copertina, sulla quale figurano proprio due trote, che riprende e anticipa la bicromia di blu e giallo utilizzata dall’illustratore per tutto il lavoro. Quella della trota, infatti, è una simbologia cara alla narrativa americana del Novecento, simbolo dell’attesa di un miracolo che non arriverà mai. Ed è proprio una sorta di miracolo quello che Carver aspetta, nell’attesa costante di quel momento, che non arriverà mai, in cui la scrittura riuscirà a dargli da vivere.

Le trote, invece, si trovano dove l’acqua ristagna. Si stancano a resistere per tutto il tempo alla corrente, specie se sono ferite. Allora, vanno in acque calme e restano in attesa, si ossigenano e aspettano il nutrimento. Aspettano qualcosa che le aiuti a sopravvivere. Aspettano un miracolo.

Così, Carver: una storia riprende in qualche modo quella caratteristica che è propria dei racconti dello stesso Carver: prendere una parte della vita di una persona e renderla universale, arrivando al culmine del dolore umano.

Ad essere descritto, dunque, è un momento di fallimento che non culmina con la fama, ma con la consapevolezza di aver fallito, ma di aver fatto il proprio meglio. È questa la chiave di lettura di tutta l’opera di Carver e insieme anche di questo lavoro. Siamo tutti accomunati da fallimenti ingloriosi che si ripetono nel corso delle nostre vite, e Carver ne è probabilmente l’esempio per eccellenza. I continui traslochi, la dipendenza dall’alcool e i ripetuti tentativi di uscirne, la fallimentare ricerca di un posto di lavoro come docente e, più di tutto, il desiderio costante di poter vivere con la scrittura. Eppure, ognuno di questi fallimenti nasconde una potenza che non è facile da individuare. Ognuno di questi fallimenti è potete perché accomuna tutti, indistintamente.https://bit.ly/2KxWFI5

Se decidere cosa raccontare della vita dell’autore non è stato semplice, scegliere come farlo non è stato da meno perché come afferma Valentina Grande <<il timore era quello di inquinare la voce dello scrittore>>. E così che l’autrice decide di ricorrere ad un narratore esterno per introdurre o fornire spiegazioni e alla voce dello stesso Carver, presa dai personaggi dei suoi racconti, per raccontare i pensieri e le sensazioni dell’autore.

A questo attento lavoro sul testo si affianca un altrettanto attento lavoro sulle immagini. Lo stile grafico, all’apparenza sintetico, è invece estremamente dettagliato. Dai particolari sull’abbigliamento o dall’attenzione ai modelli esatti di auto usate in quel tempo e dall’autore, fino al semplice disegno dei contenitori, dei lampioni sulla strada. Tutto è studiato nei minimi particolari facendo particolare attenzione al design del tempo. Pastore si impegna a ricreare, attraverso lo studio delle inquadrature, delle ambientazioni che ricordino i quadri di Hopper, di cui la scrittura di Carver sembra quasi essere una traduzione in parole.

Carver – una storia è il primo e unico graphic novel su Raymond Carver, e se è vero che quella raccontata è soltanto una delle storie che hanno segnano la vita dell’autore, ci auguriamo di leggerne presto anche una seconda.

Immagini: https://bit.ly/2KxWD2V, https://bit.ly/2KxWFI5, https://bit.ly/2LfgfbX.

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