Ci troveremo a Nantucket. La graphic novel di Dari Gatti

Dari Gatti (they/them) illustra e dà forma alle storie dellə altrə: lo ha fatto anche con Nantucket, la sua prima graphic novel pubblicata da Asterisco Edizioni nel 2021, una casa editrice che vuole «costruire la propria identità sull’infedeltà alla norma sessuale e di genere», per la quale l’asterisco indica «una zona grigia in cui riconoscere e riconoscersi, grigia come quel margine in cui identificarsi». Identità è la parola chiave anche per Nantucket, un luogo fisico – una piccola isola degli USA, poco lontana da Cape Cod – ma soprattutto simbolico, perfetto per tre outsider, tre non-conformi, finalmente in grado di riconoscere l’altrə e sé stessə. Così questa graphic novel diventa un omaggio all’esistere queer, alla ricerca di sé, alla vita nonostante e soprattutto.

Tre, quindi, sono i nomi che ricorrono e fondano questa storia, quelli di Annemarie Schwarzenbach, Carson McCullers e Tennessee Williams – ma per noi ne hanno anche altri.

da sinistra: Annemarie Schwarzenbach, Tennessee Williams e Carson McCullers

Miro vive a Berlino, fa fotografie e frequenta locali queer di notte: Miro è Annemarie all’alba del nazismo, prontə a fuggire in Andalusia e poi Siria come giornalista al seguito di una spedizione archeologica, perché le posizioni antifasciste l’hanno inimicatə al regime. Tennessee è Thomas Lanier Williams e la sua storia inizia a Saint Louis, dove lavora in una fabbrica di scarpe di giorno e di notte scrive, scrive, scrive – per tenersi in vita, per ricordarsi che esiste altro – finché non stramazza a terra durante un turno e, per obbedire al riposo obbligato, viene inviato dal nonno in Tennessee e si sposta poi a New Orleans: una nuova venuta al mondo. Carson è Lula Carson Smith, una zazzera di capelli chiari e un’anima da pirata, le dita sui tasti di un pianoforte e poi su quelli di una macchina da scrivere alla Columbia University, all’inseguimento di un romanzo.

E poi Annemarie in Afghanistan, Tennessee in California, per un breve attimo tuttə a New York e infine Nantucket, nel 1946, quando Carson risponde alla chiamata di Tennessee e può parlare di Annemarie e dell’amore irrealizzato che ha riempito le loro vite – e può così iniziare la vitale collaborazione letteraria tra Williams e McCullers.

Nantucket segue le loro storie attraverso il tempo e gli spazi, anche attraverso i dolori e le contraddizioni: sono tre anime che hanno bisogno di scrivere per vivere, ma sono tre corpi abitati dalla depressione che hanno bisogno di morfina (Annemarie, che soffrì anche di schizofrenia), medicine (Carson, tra febbre reumatica, ictus e problemi al cuore) e alcol (Tennessee, che aveva familiarità con malattie mentali) per sopravvivere. Più o meno apertamente queer, sono tre outsider in tutto e per tutto: Annemarie esiliatə dalla Germania, Tennessee bandito dalla Chiesa cattolica per legione di decenza, Carson minacciatə dal Ku Klux Klan. Ma, soprattutto, sono nomi che si sono sceltə per sé, vite che si sono sceltə, costruitə, cercatə per sé, contro tutti e spesso contro sé stessə. Come scrive Dari nella postfazione:

Non avevo molti esempi nella storia e nell’arte di personaggi queer, dal genere fluido, e anche il suo [di Carson] romanticismo un po’ lirico mi parlava. […] Condividevano tuttə e tre, in un certo senso, la ricerca di un’appartenenza […]. Sentivo che quel “noi” aveva a che fare con le connessioni misteriose che lo scrivere (e l’arte in generale) può creare attraverso il tempo e lo spazio. Quando scoprii che si erano conosciutə mi apparve come un’evidenza: dovevo parlare di loro.

Come mette in chiaro, questa non è una biografia: persone e fatti sono stati tralasciati o solo accennati, ma i testi di lettere o opere sono riportati in modo fedele. Nantucket è più un racconto, un incrocio, un incontro. Una possibilità e un regalo, anche, che è fatto a tuttə noi.

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