Cambiamo il Sistema, non il Clima! – Il nuovo fumetto di Emma sulla crisi climatica

Che i fumetti siano roba seria, ormai è chiaro. Specialmente negli ultimi anni, il panorama letterario ha visto un incremento straordinario di storie a fumetto o graphic novel in grado di raccontare fenomeni, eventi, storie anche molto pesanti e complesse e veicolare messaggi molto potenti attraverso modalità artistiche innovative e, spesso, molto dirette. Diversi, ad esempio, sono i fumetti dedicati al racconto della crisi climatica ed ecologica, una condizione di catastrofe generalizzata e sempre più quotidiana ma ancora poco compresa e soprattutto affrontata in modo serio. Un esempio di cui vale la pensa parlare è Cambiamo il sistema, non il clima! (Editori Laterza, 2022, traduzione di Valentina Maini), l’ultimo fumetto di Emma, blogger, fumettista e ingegnera informatica francese già autrice di Bastava chiedere! Dieci storie di femminismo quotidiano (Editori Laterza, 2020, traduzione di Giovanna Laterza).

Il fumetto, introdotto dalla prefazione dell’ingegnere agronomo e attivista ecosocialista Daniel Tanuro, rappresenta un ulteriore tassello per affrontare, in modo semplice ma mai banale, la questione climatica, mettendone in risalto le cause, le contraddizioni, la dimensione di inevitabile conflittualità che la configura. In particolare, l’intento di Emma è quello di porsi in scia dei movimenti per il clima e costruire una narrazione illustrata di una storia che, malgrado ciò che siamo portatə a credere, non ha ancora un finale già scritto. Il messaggio di Emma, in poche parole, è un messaggio di speranza. Una speranza generatrice di nuove conoscenze e nuove coscienze, di nuove forze e sforzi collettivi che si prendano cura dell’esistente, in ogni sua forma. Tutto questo, però, come scrive Tanuro nella prefazione è semplicemente incompatibile con la distruzione sistemica e sistematica delle nostre vite e di ciò da cui queste dipendono  – la «natura» – ad opera del capitalismo. Abolirlo, prosegue Tanuro, non è condizione sufficiente ma di certo necessaria e, per farlo, serve anche iniziare a liberarsi dall’angoscia e dall’immobilismo.

Il fumetto di Emma è il tentativo di alimentare questo processo di liberazione, grazie a una storia che parte dal XVIII secolo, nello specifico dall’invenzione della macchina a vapore ad opera di James Watt. Una macchina facilmente adattabile a diverse tipologie di funzione che, pian piano, trasforma il lavoro nelle fabbriche, rende possibile l’industrializzazione, contribuisce all’espansione delle città e, non secondariamente, concorre a generare emissioni inquinanti. La macchina a vapore, infatti, funziona a carbone e, come ci ricorda Emma disegnando le parole di Andreas Malm, è tutt’oggi riconosciuta come quel fatale passo in avanti che ci ha fatto entrare in un mondo più caldo. Dal 1850 a oggi, infatti, la temperatura media globale è aumentata di 1,1°C dando origine a eventi climatici sempre più estremi e frequenti oltre che a un lento e progressivo degrado ambientale. Tutto questo, però, sembra non essere sufficiente a prendere in mano la situazione. Bisogna comprenderne le cause e identificare i responsabili di una crisi sempre più pervasiva.

Con uno stile minimal ma molto ben informato ed esplicativo, Emma illustra più che chiaramente che gli obiettivi del capitalismo insieme al suo modus operandi sono incompatibili con l’equilibrio del sistema climatico, con la rigenerazione ecosistemica e il benessere umano e non-umano. Interessi individuali, negazionismo, profitto e accumulazione sono innegabilmente aspetti inconciliabili con il desiderio di un mondo più giusto e una società globale a ridotto impatto ambientale. Interessante, soprattutto, l’approfondimento di Emma sulle trame nascoste del “capitalismo verde”, diviso tra l’inganno del riciclo (senza diminuzione di consumi e riuso), delle soluzioni tecniche e tecnologiche (senza cambiamenti politici, sociali, culturali), del mercato del carbonio (senza reale riduzione di emissioni), del senso di colpa del consumatore medio-che-inquina (senza messa in discussione dei pilastri di un sistema economico-produttivo fossile generatore di diseguaglianze sempre più evidenti). Sconfortante, vero?! Quello di Emma, però, non è un fumetto di questo tipo, realizzato solo per infondere ancora più disperazione di fronte a problemi che sembrano irrisolvibili.

Certo, la sfida è difficile e il tempo a disposizione sempre più scarso, ma le soluzioni non mancano e hanno bisogno di essere raccontate in modo critico. Sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili, infatti, si può fare tecnicamente. Ma serve innanzitutto fermare i “mercanti del dubbio” (negazionisti/sub-negazionisti) e instillare nuove certezze, prima fra tutte quella che fermali è possibile! Movimenti, azioni collettive, scioperi, blocchi, manifestazioni, assemblee nascono e si moltiplicano di giorno in giorno, consolidandosi e consolidando il percorso di transizione verso una società ecologica e una radicale ecologia sociale. Una transizione che, come dice Emma, “dovrà avvenire senza – persino contro – le istituzioni statali” così come sono strutturate e come le conosciamo. Sul se e sul come questo obiettivo sia effettivamente raggiungibile si potrebbe discutere a lungo. quello che il fumetto di Emma aiuta a fare è provare a immaginare questi modi attraverso nuove domande e possibili risposte da elaborare fuori dalle logiche di mercato, rifiutando soluzioni prettamente cosmetiche e abbracciando modalità di lotta collettiva e di auto-organizzazione solidale.

Il nuovo fumetto di Emma è una lettura piacevole che porta a riflettere soprattutto coloro che hanno meno familiarità con i temi in questione. Grazie alla sua efficacia comunicativa oltre che all’accuratezza dei contenuti, Cambiamo il sistema, non il clima! si presta anche a diversi usi, specialmente nelle scuole, a supporto di metodologie didattiche innovative e al passo coi tempi (difficili).

PhCredit: Ibs.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.