Anatomia di una punizione – “Sangue cattivo” di Beatrice Galluzzi

Sabato scorso a Firenze RiVista 2023 la nostra Francesca Corno ha partecipato all’evento Le radici, la memoria, la fuga – Il memoir come forma di rivendicazione del presente con Beatrice Galluzzi, autrice di Sangue cattivo.

Beatrice Galluzzi

Io, Beatrice Galluzzi, ricordo di averla conosciuta quando con la rivista Donne Difettose, di cui è fondatrice e redattrice, aveva partecipato nel 2019 proprio a Firenze RiVista. Penso che i suoi tratti distintivi riconoscibili a distanza siano capelli biondi e sorriso dalla verve ironica.

Recentemente l’ho rincontrata attraverso la lettura di questa opera prima Sangue cattivo (pubblicato per effequ qualche giorno fa) sul corpo malato, sul corpo devastato, il suo. Beatrice disseziona la sua vita con un’ironia feroce che esorcizza le sue ma anche le nostre paure. Lo fa con una potenza narrativa che afferra il lettore fin dalla prima pagina.

Leggendolo infatti sono stata trascinata nella sua vita difettosa, a causa di una malattia autoimmune che minaccia di definire la sua esistenza. Attraverso la sua voce ne scopriamo la storia. Il passato nella periferia romana in balìa degli umori di un padre tanto squilibrato quanto comico, l’ingegnere che lavora a Milano e torna a casa solo nei weekend sul lungomare ostiense. 

«Per quanto cercassero di contenermi, per quanto lei (la madre NdR) provasse a plasmarmi innocua e remissiva, per quanto io avessi paura dell’ingegnere e di quello che avrebbe potuto farci se solo una volta i suoi attacchi fossero andati quel tanto più in là, c’era qualcosa che a loro sfuggiva come sfuggiva a me, qualcosa di rotto, una falla, un malfunzionamento che non si sarebbe potuto aggiustare con la colla, o nascondere dal lato del muro»

Sangue cattivo, pag. 101

Il passato si diluisce nella testa di Beatrice, si raddoppia e si sgretola tra i sensi di colpa, si intreccia con il presente. Con la morte del padre sembra aprirsi un nuovo inizio in una Toscana bucolica, ma è soffocato dalla scoperta di una malattia autoimmune.
La felicità con un matrimonio alle porte deve fare i conti con l’idea di una punizione da meritarsi, con l’idea di un fardello legato a una eredità familiare, il sangue cattivo. Ma Beatrice combatte l’idea a colpi di determinazione e ironia, donandoci una storia profonda e divertente, che trasforma i mostri in caricature, tra ospedali e cure che non sembrano funzionare.

La straordinaria forza interiore nell’affrontare le sfide si unisce alla leggerezza narrativa e alla capacità di farci ridere anche nelle situazioni più difficili. In conclusione, Sangue cattivo è un libro straordinario che tocca le corde più profonde della nostra interiorità. Beatrice ci regala una storia di speranza, forza e autoironia che ci fa riflettere sulla vita in cui dobbiamo trovare sempre un buon motivo per sorridere.

 

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