Il declino mediatico del Cavaliere

Barbara D’Urso con Berlusconi a Domenica Live

1987, Michel Platini si ritira dal calcio giocato a soli 32 anni, in uno sport dove ormai arrivare almeno a 37 è la prassi. Lui diceva di non farcela più, adduceva come motivazioni la stanchezza, la voglia di riposo. In realtà, Michel, sapeva che è meglio uscire dal campo quando si ha ancora fiato in corpo, concludere da vincenti, che rendersi vittime impotenti del tempo che passa.

Un ragionamento utilizzabile per tutti i lavori con alta esposizione mediatica. Soprattutto se si parla dell’uomo che ha catalizzato l’attenzione di un paese per venti anni, Silvio Berlusconi.
Tralasciamo ogni giudizio politico sul cavaliere. Ma poi, si può considerare Berlusconi un politico? Ogni elezione è stata un referendum su di lui, la sua azione politica è stata talmente ad personam da mettere in ombra qualsiasi cosa abbia fatto per il paese.

Mediaticamente, considerando i pareri di alleati e rivali, Berlusconi si è sempre contraddistinto come un asso. La sua affabulazione, che Montanelli considerò simile a quella di un imbonitore, è sempre stata la chiave dei suoi successi politici. Il famigerato discorso del 1994, quello della discesa in campo, è un esempio di studiato marketing, figlio della sua vena imprenditoriale.
Anche nelle sconfitte, una frase è riuscita a ridurre i danni: famosa la velenosa affermazione sulle tasse che fece recuperare vari punti percentuali nel dibattito con Prodi nel 2006.

Ma adesso siamo nel 2012. 6 anni dopo, che in politica sono un’enormità. L’effetto Berlusconi, sembra diventato ininfluente o addirittura dannoso. Molti sono gli errori politici, dalle piroette sulla candidatura agli errori della precedente legislatura, è vero. Ma soltanto questo?

Domenica pomeriggio. Domenica Live, condotto da Barbara d’Urso. Il format è quello che contraddistingue le tramissioni della conduttrice: poche pretese, pathos a basso costo, spettacolarizzazione spicciola del dramma, ospiti di bassa lega. Trash, in una sola parola.
Tra gli ospiti lo zio più famoso d’Italia, Michele Misseri, ormai presenza fissa su canale 5 neanche fosse un Mastrota qualsiasi, Carmen Russo incinta, la pornostar Eva Henger e… Silvio Berlusconi.

No, non è il gioco «Trova l’intruso»: il cavaliere ha scelto gli studi di Barbara d’Urso per scendere in campo. Ha deciso volontariamente di cadere in basso, negli stessi studi che accolgono esponenti come la Santanché, la Mussolini e Sgarbi.
Come un grande scrittore riesce a rendere interessante ogni personaggio, le domande di Barbarella sviliscono l’immagine dell’ex premier, che sembra la parodia di se stesso.
Sembra non credere più neanche lui alle sue promesse, alle sue affermazioni.

Il punto più basso, forse, quando risponde ad una domanda di gossip dicendo «sì, mi sono fidanzato, per sentirmi meno solo». La sua posa, in punta di poltrona, conferisce un aspetto ingolfato e incerto. L’immagine che era quella di sempre vincente, ormai sembra quella di un guerriero sconfitto, di un sole al tramonto. I soliti refrain, dai comunisti all’eliminazione degli UFO, sembrano i tormentoni di estati ormai passate, che ormai non fanno ballare più nessuno.

Perché non lasciare il testimone? Gusto per le scommesse impossibili, scarsa visione tattica o mancanza di sostituti papabili? Gli applausi, pochi imbarazzati e forzati, sono una risposta impietosa.

Il fuori onda, dove Berlusconi chiede alla D’Urso cosa chiedergli, decidendo sia le domande che le risposte, non fa neanche più scalpore. Più che conflitto d’interessi, sembra soltanto un tentativo goffo di un non-politico e una non-giornalista di salvare la barca che affonda. Una barca tutta mediatica, o quasi.

Phcredit: www.liberoquotidiano.it

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