Se Canale 5 compie 40 anni (e sembra così vecchio)

Non so voi, ma la mia filter bubble tiene ancora traccia di un argomento che sta diventando vintage: la televisione. Seguo le matricole e le meteore, i fenomeni di costume, persino gli opinionisti di quello che è stato per anni il media per eccellenza. Lo faccio perché per anni, tantissimi anni, la televisione ha raccontato, dettato, plasmato lo spirito del tempo.

Chi lo ha saputo fare prima e meglio di tutti, diventando un traino per la concorrenza e per tutte le maestranze, i personaggi, gli autori della televisione è stata sicuramente la Fininvest, e tra questi più di tutti Canale 5. Pensateci: tutti o quasi fra i programmi che hanno segnato nel bene e nel male la televisione degli ultimi anni, fanno parte della rete ammiraglia di Mediaset. Il Grande Fratello, Stranamore, Uomini e donne, Amici, Striscia La Notizia, C’è posta per te. E insieme Beautiful, Paperissima, Scherzi a parte, Passaparola, Ciao Darwin, il Maurizio Costanzo Show, Temptation Island.

Pensi a Canale 5, nel tempo, e ti vengono in mente Gerry Scotti, Maria De Filippi, autori come Antonio Ricci e Fatma Ruffini, fenomeni come il Bagaglino e Sgarbi. Il berlusconismo che diventa varietà e modo di vivere il mondo, Milano come una regola, la fin troppo sostenibile leggerezza nella comunicazione e nelle strutture. Si è giustamente tanto parlato della peculiarità della Forza Italia degli esordi come partito azienda, lontana dalla polvere dei partiti della prima repubblica. Canale 5, in fondo, ha mantenuto negli anni questo stesso stile: assenza di qualsiasi tipo di istituzionalità, palinsesto aggressivo, politicamente scorretto mascherato da buonsenso. Insomma: avete presente le pubblicità sempre uguali sulla regione Liguria durante il festival di Sanremo? Ecco, inutile cercarle su Canale 5.

Tutto ciò che ha caratterizzato la televisione degli ultimi quarant’anni, esagerando, è nato su Canale 5. Striscia la notizia inventa un nuovo genere televisivo, l’infotainment, che trasforma la politica in circo e il circo in politica. Stranamore è il primo esempio di factual della storia, praticamente un antenato di Real Time. Il Grande Fratello e Amici aprono in maniera clamorosa l’era rispettivamente dei Reality e del Talent show, la gente comune che esige i propri minuti di celebrità, il buco della serratura come poetica.

Ed oggi? Come vi dicevo, la mia filter bubble è molto sensibile a questi temi, ma fatico a trovare una qualsiasi traccia sui 40 anni di Canale 5. Poco da festeggiare per una rete i cui ultimi dati parlano di un malinconico 8% di share in prima serata, battuta da Rai 1, Rai 2 e Italia 1.

L’avvento dei nuovi media ha accelerato e potenziato tutto ciò che era il marchio di fabbrica della rete. Fenomeni di costume come Sgarbi, praticamente inventato da Maurizio Costanzo, vengono continuamente a galla sui social e fagocitati nel giro di uno scroll allo smartphone. La giustizia di pancia di Striscia o Le Iene è ben poca cosa rispetto alla post verità che si trova sul web. E in un mondo dove è necessario mostrare la propria esistenza, programmi come il Grande Fratello diventano persino superflui.

Ciao Darwin

E neanche il lato fiction regala soddisfazioni a Canale 5: il salto di qualità tentato negli ultimi anni da Mediaset, con produzioni mirate e grandi investimenti, ha prodotto pochi ascolti e critiche spietate, come nel caso di Adrian. Lontani, insomma, i tempi delle fiction di un tempo, quelle con Gabriel Garko, per intenderci. Ed impietoso il confronto con le fiction Rai, premiate da un pubblico affezionato e fedele.

Se la Rai, inscalfibile nei tempi e nel modo di porsi, punta ad una tranquilla eternità, Canale 5 si ritrova costretta a raschiare il fondo del barile. I programmi di punta sono format datati, molto spesso invecchiati male: basti pensare all’Isola dei famosi, allo stesso Grande Fratello, persino ad Amici. Solo Ciao Darwin e Temptation Island conservano la loro aurea di fenomeno di costume: segno di un intelligente (e diabolico) dialogo con il web e con le sue pulsioni. Il ricambio generazionale è ancora più lento e impossibile di quello della RAI, Filippo Bisciglia è l’unico nuovo che avanza (sic!) e Gerry Scotti e Maria de Filippi cominciano a pagare una certa sovraesposizione. E seguire lo spirito del tempo porta Canale 5 ad un assurdo contrappasso: se Techetecheté fornisce materiale perpetuo alla Rai apprezzato dagli spettatori di oggi e di ieri, Canale 5 non riesce a storicizzarsi e puntare su una delle grandi vie d’uscita del nostro tempo, la nostalgia.

Canale 5 compie 40 anni. Della sua storia rimane Gerry Scotti che si schianta nello studio di Striscia, il miraggio ormai appassito della nostra emozione la prima volta che siamo entrati nella casa del Grande Fratello, le repliche di Casa Vianello nei giorni di pioggia quando la temperatura la misuravamo con un termometro e solo quando stavamo male. Rimane qualcosa che ci ha accompagnato per anni e che abbiamo lasciato indietro, e se ci giriamo, davvero non c’è più niente.

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