Ritorno a Fairy Oak – La storia perduta

Dopo quindici anni ritornano le gemelle Vaniglia e Pervinca, la fatina Felì, Grisam, Tommy, Flox e tutti gli abitanti del suggestivo e meraviglioso mondo di Fairy Oak, nato dalla penna di Elisabetta Gnone, creatrice tra le altre cose di Olga di carta e madre delle Witch. I libri di Fairy Oak, inizialmente pubblicati da De Agostini e poi da Salani, hanno conquistato milioni di lettori e lettrici, sono stati tradotti in più di venti Paesi e hanno venduto oltre quattro milioni di copie. Inizialmente l’autrice aveva deciso di mettere la parola “fine” con una trilogia e quattro libri dedicati proprio al mondo e ai personaggi del suo fantastico mondo. Almeno fino a quando un’altra storia ha bussato alla sua porta e la voglia di tornare a Fairy Oak ha prevalso su tutto. È così che a ottobre del 2020 è uscito Fairy Oak – La storia perduta, «per rincontrare i vecchi amici e rivedere i luoghi che abbiamo amato e dove siamo stati bene».

Nei libri precedenti avevamo fatto la conoscenza di Vaniglia e Pervinca, soprannominate Babù e Vì, due streghe gemelle che vivono a Fairy Oak con i loro genitori e la zia Tomelilla, dalla quale hanno ereditato i poteri magici. Le due sorelle, nate a dodici ore di distanza, sono diverse e complementari al tempo stesso: Vaniglia è un magico della Luce e Pervinca un magico del Buio. Insieme rappresentano l’equilibrio ed è per questo che solo insieme possono salvare Fairy Oak dalla minaccia che appare nella trilogia (di più non dirò, se mai non l’aveste letta e aveste voglia di approfondire la lettura!).

Oltre a loro facciamo la conoscenza della simpatica ed esuberante zia Tomelilla; dei genitori apprensivi e dal cuore buono; di Flox, la migliore amica delle gemelle, estrosa e geniale; di Grisam, coraggioso e attento e di molti altri… Ci si innamora subito del villaggio di Fairy Oak, abitato da magici e non magici, che profuma di natura, un posto in cui gli abitanti vivono d’amore e d’accordo anche se a volte c’è qualche screzio. Tornarci è stata una vera e propria avventura.

Ne La storia perduta sono passati molti anni e diverse cose sono cambiate a Fairy Oak. Vaniglia e Pervinca sono adulte, hanno messo su famiglia e i loro genitori e la zia Tomelilla non ci sono più. Con loro però c’è sempre la fatina Sefeliceiosaròdirvelovorrò, detta Felì, che in passato è stata la tata delle gemelle e che continua a vivere con Vaniglia. Alle due gemelle basta guardare qualche foto per immergersi nella nostalgia dei vecchi tempi ed evocare ricordi e aneddoti accaduti in passato.

«Le radici dei popoli sono come le radici degli alberi: consolidano il terreno per le generazioni future. E ogni storia perduta, o dimenticata, può contenere molte verità.»

Tra una chiacchiera e l’altra Vaniglia e Pervinca ricordano quando avvistarono una balena e tutto ciò che ne conseguì dopo. Si era mai vista una balena a Fairy Oak? È così che entrambe iniziano a raccontare la storia – aiutate dalla fata Felì – e ci fanno immergere in una vera e propria leggenda.

Vì, Babù e tutti i loro amici non amano molto le lezioni di storia del professor Absenzio Enormous, storico fra gli storici, i cui discorsi pieni di date, luoghi ed eventi risultano noiosi. Tutto cambia quando il professor Orcomorto – soprannominato così dai ragazzi – viene sostituito dalla supplente Illuminata Foresta che, a differenza del suo collega, vuole fare appassionare gli alunni e le alunne alla sua materia. Chiede loro di scoprire chi è il fondatore di Fairy Oak e di compilare il proprio albero genealogico. Consultare un libro sulla storia di Fairy Oak in biblioteca sarebbe troppo facile, soprattutto se quest’ultimo è fuori per essere rilegato, ed è così che le gemelle e i loro amici cominciano a indagare da soli, interrogando i loro familiari, leggendo altri libri, ma soprattutto scorrazzando qua e là per il villaggio.

Quando una sera la banda del Capitano (formata da Vì, Babù e gli altri e chiamata così in onore del capitano Talbooth incontrato nei libri precedenti) avvista una balena, la faccenda si fa più curiosa… La banda viene a conoscenza della leggenda della Filarina e di Àncora, della loro storia d’amore e di una balena che ogni duecento anni torna a Fairy Oak. La Storia e la leggenda si mescolano e si contaminano rendendo la banda determinata a risolvere il mistero o forse dovrei dire… i misteri!

Tra nuove amicizie, primi amori, gelosie, turni di guardia per avvistare la balena, scorribande, ritrovamenti di vecchi personaggi, misteri e avventure ci si immerge totalmente e nuovamente nella magica valle di Verdepiano. Elisabetta Gnone, con il suo solito stile preciso, attento e coinvolgente, ci prende per mano e ci riporta a Fairy Oak. Un’altra storia che ci ricorda, come nel resto della sua produzione, i valori che l’autrice ha a cuore: non solo l’amore per la famiglia e gli amici, il coraggio, la bontà e la curiosità per le storie e per ciò che ci circonda, ma anche l’importanza di salvaguardare e ammirare la natura, la forza della complicità e del gioco di squadra, fondamentali non solo per intraprendere diverse avventure, ma nella vita in generale. Solo insieme, infatti, si possono superare le difficoltà e poi – in fondo – cosa c’è di più bello dello spirito di condivisione?

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