Basta con queste ca**ate: come godersi di più la vita secondo Gary John Bishop

Gary John Bishop sul proprio sito si autodefinisce author (si è valso anche la nomina di The New York Times® best selling author), speaker e urban philosopher. Potete trovare anche i suoi podcast e live insieme al suo blog. In Italia è conosciuto per essere l’autore bestseller di Smettila di martellarti le palle (Rizzoli, 2018).

Gary John Bishop

Insomma è un bel personaggio. Parte da Glasgow, città dove è nato per arrivare negli Stati Uniti, dove dalla metà degli anni Novanta vive e lavora – è stato per lungo tempo il ruolo di senior program director in una delle società di sviluppo personale più importanti del mondo. Grazie al suo innovativo approccio da Urban Philosophy è uno dei più importanti life coach in attività. Il suo approccio è molto seguito perché mira alla consapevolezza di sé con miglioramenti miracolosi sulle persone per quanto riguarda la qualità della vita e i risultati sia nella carriera che nella quotidianità.

Veniamo al suo ultimo libro Basta con queste ca**ate: Come smettere di raccontarsi palle e godersi di più la vita (pubblicato ad agosto per HarperCollins Italia): è dedicato a chi si sente inerme e disperato, frustrato e sconfitto, a chi non dovrebbe importare più del proprio passato. Il passato domina il nostro potenziale perché viviamo pensando che solo alcune cose sono possibili, dato che quello è il nostro passato. Ti giustifichi usando il passato. Trovi scuse e spiegazioni usando il passato. E fai anche piani per il futuro usando i riferimenti del passato: che cosa fare, che cosa non fare.

«Sei compresso, limitato, un sognatore che non ha possibilità di evasione dalla prigionia autoimposta. Ogni giorno ricominci dal passato. Ogni idea, ogni speranza, ogni progetto, qualsiasi cosa comincia da lì. Non c’è da stupirsi che tu non arrivi mai da nessuna parte. Il tuo punto di partenza ti spinge indietro, non hai modo di disancorarti.»

Dovresti leggere questo libro perché sai che non dovresti fare delle cose, soprattutto in questo periodo, ma lo fai ugualmente. Sai che dovresti, ma non lo fai. E così via, in continuazione. Ci hai mai pensato a quanto ti autosaboti? Il never a joy è sempre dietro l’angolo. Il passato è passato, è andata così, non si può cambiare. Basta!

Data la mia formazione filosofica, ero molto curiosa. Lo ammetto, il suo approccio mi sembrava molto diretto ed essenziale, troppo forse. Ma poi ho letto davvero con interesse parola per parola, capitolo dopo capitolo. Bishop ha studiato Edmund Husserl, Martin Heidegger e Hans-Georg Gadamer prima di elaborare il suo approccio mettendo le persone nella condizione di effettuare cambiamenti autentici nelle proprie vite. Questo lo fa con semplicità e molta concretezza. L’autore stesso confessa che usa il suo approccio anche per la sua stessa vita o almeno ammette di provarci.

Questo libro è un inno sul riprendersi la vita, perché più o meno spesso qualunque cosa facciamo finiamo per sabotare noi stessi, privandoci della possibilità di vivere una vita straordinaria. Questo libro vuole arrivare al tuo subconscio al fine di fornirti gli strumenti per trasformare i pensieri e comportamenti più negativi in ciò che hai sempre desiderato senza sapere come ottenerlo. Preparati a rivoluzionare tutto quello che sai di te stesso e del tuo giudizio sugli altri, fino all’ultimo sabotatore dell’inconscio a cui ci aggrappiamo tutti:

«Che sensazione ti dà la vita?
Non parlo soltanto della tua vita ma di tutta quanta la vita, in ogni suo aspetto. Quello che si muove dentro di te quando consideri quello che fai, comprese le relazioni familiari e sentimentali, l’andamento della carriera, il vicinato, la tua città. Allarga il raggio fino ai temi sociali e politici che ti coinvolgono, i problemi e le tragedie che il tuo paese e il mondo devono affrontare.»

Per sentirsi pienamente vivi bisogna disattivare il pilota automatico, attivare il nostro pensiero critico. Chi potresti essere? Le nostre considerazioni su noi stessi, sui nostri limiti e sugli altri o i loro comportamenti influenzano le nostre scelte quotidiane e ci caricano delle conseguenze, senza accorgercene o accorgendocene troppo tardi.
Se viviamo nella conclusione che «la vita è una lotta continua», rifiuteremo ogni opportunità e possibilità di cambiamento che ci sembreranno troppo facili o troppo complesse, oppure ci saboteremo proprio nel periodo vincente.
Molti dei nostri problemi si potrebbero risolvere con grande semplicità, eppure per qualche motivo non ci riusciamo, non possiamo o non vogliamo affrontarli.

Non so se a voi capita, a me spesso, ma a volte medito sui miei esempi familiari, sui miei antenati e sulle loro vite. La mia famiglia ha un ruolo importante, ha un collegamento molto vivido e influente sul mio agire. Ma forse questo o la mia infanzia o l’immagine, il mio giudizio che ho di loro mi hanno indirizzata verso una vita di un certo tipo, con un certo significato che mi è capitato di cogliere e che è colato negli anfratti più profondi per guidare poi ogni azione futura. Forse è qui che colgo le limitazioni che mi sono imposta da sola.

«È importante che tu adesso ti fermi a fare il punto della situazione ed entri in contatto con le tue paure e preoccupazioni più profonde. Per permetterti di scivolare fino al cuore della tua lotta interiore. Non per assecondarla o edulcorarla, ma per guardarla. Per vederla in azione. Voglio che tu la osservi, invece di assecondarla. Che diventi il testimone oculare invece della vittima. Tieniti alla larga dai drammi da soap opera del tuo sabotaggio e comincia a riflettere. Risolvi da solo questo piccolo mistero.»

Uscire da questo circolo vizioso per godersi di più la vita, si può. Anche se incontriamo persone che fanno brutte cose: gli altri ci possono tradire, mentire, manipolare, rubare e fare qualsiasi cosa gli venga in mente per ottenere un vantaggio, a prescindere dal prezzo che si paga. Ti vendicherai? Il karma li punirà? Il punto è il diventare rabbioso, perfido e vendicativo come reazione alle azioni.
Io infatti vi direi di lasciare questi individui alla loro miseria perché rappresentano la peggiore umanità. Ma Bishop va oltre, ci dice che il karma non si schiera dalla parte di nessuno e che il risentimento è un fardello che pesa solo su noi stessi. L’alternativa però è molto meglio: capire che quelle ca**ate riguardano gli altri, non te, non le hai commesse tu. Quindi Bishop ti invita semplicemente a non sprecare del tempo vitale per preoccuparsi delle stronzate commesse da altri. Siate più avanti, non esprimete giudizi, e soprattutto siate autentici.

«Quando ti arrabbi per la rabbia altrui, o provi risentimento per il risentimento altrui, diventi una versione depotenziata di te stesso.
Il tuo amore e il tuo modo di esprimerti esistono per offrirsi al mondo, non per chiudersi e lasciarsi manipolare o controllare nelle rovine di una relazione o di un’amicizia un tempo fiorente. Il risentimento è per gli stupidi e gli inconsapevoli.
Il perdono, l’amore e la connessione fra te e gli altri esseri umani sono la tua espressione migliore. So che non è sempre facile, ma è il tuo compito. Impegnati. Scopri come riuscire a essere quel tipo di essere umano. Questo non ti renderà uno zerbino.»

L’accettazione è una pratica, un esercizio consapevole che serve a ricordare che ogni giorno devi liberarti dalle reazioni automatiche e dai meccanismi, che devi concederti lo spazio per costruiti una vita libera dall’autosabotaggio e dal dubbio. Facile vero? Decisamente no! Ma secondo Bishop l’autentica accettazione per un essere umano è lasciare che le cose siano come sono, senza sovrastrutture né reazioni né autosabotaggi.

Per cambiare davvero bisogna cambiare sé stessi in modo autentico. Dovresti poter essere più paziente, più amorevole, più affidabile, più audace, più vulnerabile, più leale, più concentrato o determinato, più socievole, comunque diverso. Assumiti sempre la responsabilità, chiedendo scusa se necessario e si va avanti in quella relazione di amore e avventura che hai creato nel futuro.
Il cambiamento porta incertezza, rischi, fatica e anche inquietudine ma tutto ciò serve per avvicinarsi a ciò che vuoi davvero. Ogni trasformazione prevede una dose di dolore. L’accettazione delle cose che sono nel qui e ora è una pratica quotidiana. Quindi possiamo riconoscere il passato e accettarlo e possiamo ridirezionarci verso qualcosa di molto più soddisfacente e pieno di possibilità: progettare il tipo di vita che possa darti ispirazione ed elevarti. 

Sei come un’opera in divenire, in continua evoluzione, ci sono sempre nuovi livelli di efficacia e di vitalità da raggiungere ed esplorare. E ogni giorno della tua vita o ti fai catturare da questo compito, oppure anneghi. Punto.

L’approccio di Bishop è semplice, conciso, diretto, ironico e irriverente. Vi piacerà, ve lo prometto. Serve ogni tanto ricordare a noi stessi che basta assumersi la responsabilità della propria vita, di quello che è stata e dove è diretta. Il futuro è arrivato, tutto è possibile e ogni giorno le possibilità si rinnovano. Cosa vuoi fare del tuo futuro a partire da oggi?

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