Variante di Valico: tra frane e disastri artistico-ambientali

Esattamente un anno fa, nel mese di marzo, si è tenuto un incontro per i lavori di realizzazione della nuova autostrada tra Bologna e Firenze, definita Variante di Valico a Ripoli. I lavori dovrebbe giungere a compimento entro quest’anno, iniziati dall’ormai lontano 2001. Si indaga da tempo sui danni che si continuano a perpetuare nei piccoli comuni in provincia di Bologna. A seguito di diversi risultati dell’attività di monitoraggio e verifica, portati avanti soprattutto nel comune di San Benedetto Val di Sambro, è da più di un anno che si indaga sulla faccenda per disastro colposo. Le case hanno iniziato a subire lesioni lungo i muri, poi, nel periodo dal giugno 2011 al gennaio 2012, si sono spostate tutte insieme: si abbassano e scivolano lentamente verso valle.

I lavori sono stati sospesi più di una volta per eseguire nuovi approfondimenti e per scongiurare la pericolosità per i cittadini e per l’ambiente, operati da istituti specializzati del Cnr e del Ministero dell’Ambiente.

E’ partita anche una denuncia da parte della Sovraintendenza ai beni artistici e paesaggistici di Bologna. Infatti durante i lavori una frana ha causato uno spostamento del versante collinare su cui è posto il paese di Santa Maria Maddalena, in provincia di Ripoli, oltre ad aver causato l’apertura di crepe negli edifici, nei cortili, nei terreni; sono a rischio anche le condotte del gas. E’ nato da subito un comitato di protesta a favore  della sospensione immediata dei lavori di scavo. La Regione ha dovuto classificare la zona come “frana attiva” e ritiene che la società Autostrade abbia sottostimato l’entità dei movimenti franosi. La società costruttrice, dopo aver ignorato per lungo tempo l’esistenza della frana di Ripoli, solo nel settembre 2011 ha modificare la posizione del tracciato del tunnel. Non è più possibile subire le assurde pretese di chi vorrebbe contrapporre il profitto alla sicurezza. La salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente sono priorità assolute.

L’assessore regionale alla Sicurezza territoriale della Regione Emilia Romagna, Paola Gazzolo, afferma da sempre che non sussista alcun tipo di pericolo. Rispondendo in questi giorni in aula ad un’interrogazione del consigliere Idv Sandro Mandini ha dichiarato che i lavori per la realizzazione della Variante di valico autostradale in corso sull’Appenino bolognese “stanno proseguendo nel massimo rispetto della sicurezza di persone e cose”. Inoltre, a Santa Maria Maddalena “la velocità di movimento del versante franoso è in diminuzione in quasi tutti i settori, e sempre ben inferiore alle soglie stabilite dal Piano di emergenza”. “Sono in corso modifiche delle tecniche di esecuzione dei lavori, seguendo le raccomandazioni dei tecnici di Irpi e Ispra” ha continuato Gazzolo, ricordando che è stato attuato “un forte rallentamento della velocità di scavo e lo sfalsamento dei fronti delle due gallerie di almeno 130 metri tra loro” oltre all’“utilizzo di malte espansive per consolidare i fronti di scavo”.

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La Sovraintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Bologna, diretta da Paola Grifoni, ha inviato una denuncia sempre nel marzo dell’anno scorso in Procura per reato contro un pregio artistico, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, risalente al 1281. L’ente ha ricordato inoltre l’articolo 20 del codice dei beni culturali che recita: “i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

Tra vari allarmi lanciati in ogni quando e da ogni parte politica locale, i lavori continuano. Preoccupa soprattutto la non tempestività da parte degli organi preposti all’attuazione delle misure di precauzione per la tutela della popolazione e degli edifici interessati dai fenomeni franosi. Le famiglie residenti continuano a chiedere sopralluoghi a favore dell’incolumità pubblica.

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