Mary Poppins – La bambinaia che (non) tutti vorrebbero

Tutti conoscono la disneyana Mary Poppins, ma non tutti conoscono quella vera che nacque dalla penna di Pamela Lyndon Travers e che giunse nelle librerie nel 1934. Tutti conoscono A spoonful of sugar e saprebbero canticchiarla ad occhi chiusi, ma non tutti sanno che la vera Mary Poppins non avrebbe mai cantato quella canzone.

La domanda è: il personaggio di Mary Poppins, la bambinaia più famosa del mondo, sarebbe la tata che tutti vorrebbero?

Se volete trovare il Viale dei Ciliegi, tutto quello che dovete fare è chiedere al vigile all’incrocio. […] Se andate in cerca del numero 17 (cosa molto probabile, poiché tutto il libro riguarda proprio questa casa) lo troverete subito.

È proprio in Viale dei Ciliegi, numero 17, che la storia ha inizio. Michele e Giovanna Banks vedono, davanti al cancelletto di casa, una figura, scossa e sballottata dal vento: Mary Poppins, la loro nuova bambinaia. Fin dal suo arrivo, i due bambini sono affascinati dalla loro nuova baby-sitter, ma anche intimoriti.

“Come hai fatto ad arrivare?” domandò Giovanna. “Sembrava che ti portasse il vento.”
“Così era infatti”disse bruscamente Mary Poppins.

Il carattere di Mary Poppins è delineato fin dalle prime pagine, i suoi modi e le sue rispost(acc)e la dipingono come la classica istitutrice che le famiglie inglesi – a quei tempi – accoglievano in casa per educare i loro bambini. Dalla lettura del romanzo emergono molti tratti: Mary è zelante, quasi mai gentile, un po’ brusca nei modi, permalosa, ma allo stesso tempo comprensiva e soprattutto esigente.

Nel primo capitolo (Vento da Est) prima di mandare a letto i bambini, Mary Poppins fa prendere loro una medicina che acquisisce un sapore diverso a seconda della persona: per Michele gelato di fragole, per Giovanna liquore di mele, per Mary Poppins punch al rum. Forse è questo che rende Mary Poppins amata da tutte le generazioni: edulcora la realtà infantile e fa sì che anche le cose ritenute peggiori dai bambini (come prendere una medicina) diventino divertenti, tanto che prima di andare a letto, Michele domanda a Mary Poppins di non lasciarli e lei (come volevasi dimostrare) risponde: “Ancora una parola da quella direzione” disse minacciosamente “e chiamo una guardia”.

P.L. Travers riesce a creare un personaggio che è difficile non amare e non soltanto perché arriva volando e ha una borsa che sembra vuota, ma non lo è. Mary Poppins insegna la buona educazione e allo stesso tempo permette ai bambini di giocare. Come quando li porta a far visita al signor Parrucca, lo zio di Mary, e tutti prendono il tè sospesi in aria, anche lei che appare così titubante all’inizio.

E poi, Mary Poppins, sa capire i bambini che è forse uno degli ostacoli più frequenti per il mondo adulto. Come, per esempio, nel capitolo intitolato Martedì disgraziato, in cui Michele si mostra capriccioso e viene definito dalla madre malato e poi cattivo. Allora Mary cosa fa per risolvere la situazione? Lo porta – grazie alla sua bussola magica – a fare il giro del mondo per fargli cambiare umore:

“Non è una cosa buffa, Mary Poppins?” disse mentre si addormentava. “Sono stato tanto cattivo e mi sento tanto buono”. “Hum!” disse Mary Poppins mentre gli rimboccava le coperte.

Scrive Antonio Faeti nella postfazione dell’edizione Rizzoli intitolata Leggera come il vento, robusta come un’istitutrice che per Mary Poppins, come per i bambini e i gatti, non esistono confini ben definiti tra il fantastico, l’assurdo, l’ironico e il reale. Nulla di più vero per una bambinaia che riesce perfino a tradurre il linguaggio del cane Andrea, appartenente alla signorina Lark, che abbaiando dice di non volere tornare a casa senza il suo nuovo amico: un cagnaccio che sembrava per metà un cane da caccia e per metà un barbone.

Giovanna e Michele Banks, ammaliati e spaventati dall’arrivo di Mary Poppins portata dal vento da Est, comprendono che qualcosa non va verso la fine, quando Mary Poppins si mostra gentile e risponde con voce assente.

“Oh, sii sgarbata, Mary Poppins! Sii ancora sgarbata! Non è da te! Oh, mi sento tanto in ansia!” E veramente il cuore gli pesava al pensiero che qualcosa, non sapeva bene che cosa, stesse per accadere al numero 17 di Viale dei Ciliegi.

Come aveva predetto (“Starò finché cambia il vento”), Mary Poppins vola via non appena soffia il vento da Ovest, lasciando i bambini nella più totale disperazione e solitudine.

“Michele, piangi?” domandò Giovanna.
Scosse la testa e cercò di sorriderle.
“No, io non piango” disse. “Sono i miei occhi soltanto.”

Quando i bambini leggono Mary Poppins o quando viene raccontata loro la storia, non si riesce a fare a meno di immedesimarsi in Giovanna e Michele e guardare fuori dalla finestra, sperando di vedere una donna con una grande borsa – apparentemente leggera – e un ombrello.

Pamela Lyndon Travers ha dato vita a un personaggio straordinario che è entrato a far parte della letteratura mondiale.

Nel 2013, la Walt Disney Pictures, ha prodotto Saving Mr Banks, un film incentrato sul difficile conseguimento dei diritti di Mary Poppins per il musical/film (che alla fine Walt riuscì ad ottenere) e sulla tragica infanzia della scrittrice. Il film è un po’ romanzato e alcune delle cose non sono accadute realmente, ma permette altre chiavi di lettura del libro. Infatti, la Travers, per creare il personaggio di Mary Poppins, si ispirò proprio ad una sua zia.

Tralasciando notizie biografiche e non, (ri)leggere Mary Poppins riesce a far sorridere e a far sentire leggeri e forse – talvolta – è proprio di essere leggeri ciò di cui abbiamo bisogno.

P.S. Ringrazio Francesco Lunetta. Senza di lui, questo articolo non sarebbe nato.

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