Il ladro di stelle – Un albo illustrato per tramandare la Memoria

“La Memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza”: è da queste le parole di Liliana Segre che vorrei partire per parlarvi dell’albo illustrato Il ladro di stelle di Sebastiano Ruiz Mignone, illustrato dalla giovane e bravissima Giulia Rosa Cardia e pubblicato da Valentina Edizioni, nel 2019.

Vorrei partire da queste sue parole, che in questi ultimi tempi risuonano più forti che mai, e nel mentre penso a ciò che è accaduto appena qualche giorno fa, proprio qui, in Italia. Juden hier, cioè, “Qui ci sono ebrei”: il 24 gennaio, assieme alla stella di David, questa scritta era lì, a marchiare la porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana con zero origini ebraiche, deportata a Ravensbruck, nel ’44. È accaduto Mondovì, in provincia di Cuneo. È accaduto ancora, nel 2020.

Mi stupisco? Sì. No. Più che altro, c’è tanta rabbia e tanta stanchezza, e allo stesso tempo c’è voglia di fare qualcosa. Perché non basta più – e non è mai bastato, in realtà – indignarsi con un post su Facebook. Quel tempo è finito, ed è ora di agire.

Ma con cosa si combatte l’odio e come si può prevenire? Da dove partire?

Ecco, io vorrei partire da qui, dalle parole, quelle che conservano ricordi e che possono raccontare storie che sono, per prima cosa, verità.

Vorrei partire da qui per ricordare che, nonostante siano passati più di settant’anni (e non possiamo neanche lontanamente comprendere l’orrore, la miseria e la devastazione più totale), ora più che mai c’è bisogno di conservarne la memoria. Di tramandarla. Passare il testimone, soprattutto alle generazioni più giovani, per le quali, ogni anno sempre di più, quelli raccontati sui libri di storia sono eventi distanti e irripetibili, fotografie sbiadite e lontane.

Ma di fronte a certe notizie, si capisce che la storia può – purtroppo – ripetersi e che la memoria ha le gambe corte.

Per queste ragioni, è fondamentale che anche la letteratura per bambini, pure per i piccolissimi, non si tiri indietro, ma al contrario si faccia carico di questo dovere. Come? Trovando immagini efficaci e parole giuste – perfino belle – stando tuttavia attenti a non indorare troppo la pillola. Perché la realtà, per quanto atroce, è quella e bisogna farci i conti.

Andrea abitava in Friedrichstrasse, all’angolo con Unther den Linden. In quel centralissimo incrocio si trovava Klansler Eck, il celebre caffè nelle cui vetrine erano esposti i dolci che piacevano tanto ad Andrea.

In quest’albo illustrato sui toni dei cieli blu notte, incontriamo Andrea, un bambino di sei anni, che abita in Germania ed è figlio di un’importante e ricca famiglia della città. Il padre, infatti, possiede due fabbriche e produce radio: quando porta il bambino a visitarne una, lui ne rimane affascinato. Tra tutte, ce n’è una che cattura la sua attenzione: è un modello semplice, di dimensioni ridotte, e molto economica. 

Quella radio, che il figlio aveva definito strana, era stata costruita senza il tasto per spegnerla, in modo da rimanere sempre accesa, perché tutti ascoltassero i discorsi del Führer e degli altri capi nazisti che comandavano la Germania.

Andrea ha un amico, David, il suo compagno di banco, che è diverso da lui, anche se non capisce in che modo. Insieme, si divertono a sognare a occhi aperti e a disegnare, specialmente immensi cieli stellati. Andrea adora le stelle, ogni notte si addormenta immaginando di diventare un esploratore celeste! Ma ben presto, strane stelle poco luminose iniziano a comparire anche sulla Terra.

Un’altra cosa bella, ma anche un po’ strana, era che per le strade si vedevano stelle che andavano a passeggio. Andrea si ricordò di una stella gialla che aveva disegnato lui e pensò: “Ecco, questa sarà il distintivo dell’esploratore nello spazio!” Un po’ come una di quelle stelle d’argento che gli sceriffi si appuntavano sul petto nei film sui cowboy che aveva visto.

È il 1941. Le cose sono cambiate: il padre di Andrea è sempre più assente e David non viene più a scuola. Anzi, quando lo incontra di nuovo, sul petto di David ecco appuntata una stella di stoffa, molto, molto più bella di quello che lui ha disegnato sul foglio. Non sarebbe meraviglioso averne una tutta per sé? Rubare una stella ed essere come lui?

Sono partita dalle parole di Liliana Segre, che poi richiamano quelle di Primo Levi, per raccontarvi di quest’albo illustrato per piccolissimi, che racconta una vicenda triste ed enorme, fino al finale che stringe il cuore. Tra le pagine, tutto il peso della Storia emerge dai piccoli dettagli delle illustrazioni e dalle sfumature delle parole, mentre un cielo pieno di stelle brilla sopra la testa di un bambino che non può capire cosa stia accadendo intorno a lui. Come si può spiegare a un bambino una radio, color grigio e di bachelite, che non si spegne mai, perché progettata per far sì che le parole di odio e violenza entrino nelle case di tutti e si diffondano come un virus?

Ed è così diverso, oggi? Non siamo anche noi costantemente bombardati da parole, immagini, provocazioni, violenza gratuita, su più fronti, in un flusso che sembra non fermarsi mai?

Oggi, allora, vorrei fermarmi. Spegnere quella radio, la televisione. I social. Vorrei provare a far entrare delle parole giuste, precise, gentili, un po’ alla volta, e conservare in silenzio la memoria di un qualcosa che non posso davvero capire, ma che forse possiamo impedire che accada ancora.

E vorrei che insegnassimo ai ragazzi a fare altrettanto, spiegando che le parole sono importanti, che hanno un loro peso, una loro dignità, e che non andrebbero buttate via così.

Vorrei partire dalle parole, perché, in fondo, sono tutto ciò che abbiamo.

Le illustrazioni sono di Giulia Rosa Cardia e sono prese da Valentina Edizioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.