L’ultimo Rodin: studio del corpo in movimento

Si è conclusa il 21 gennaio la mostra ospitata dal Courtauld Gallery di Londra e dedicata a Rodin e alle sue forme in movimento, una serie di sculture e disegni preparatori realizzati nell’ultimo ventennio della sua vita, quello che va dal 1840 al 1917, dedicata soprattutto ai disegni in studio. L’intento è quello di riuscire a catturare il corpo in movimento, che sia quello maschile o femminile, per immortalarne e ricrearne la complessità e fluidità.

Per esprimere il movimento in tutto il suo carattere e verità, è importante che questo sia insieme il risultato di movimenti consecutivi che hanno preceduto il momento sul quale ci si concentra.

Sarà la danza, in particolare, a fornire all’artista il campo d’indagine migliore. Nascono, così, una serie di opere, https://goo.gl/cFi8YTprevalentemente sculture, che ritraggono danzatrici e danzatori in diverse pose, tutte volte a sottolineare il modo in cui il corpo è capace di piegarsi, contorcersi, muoversi, anche se immortalato in una forma, quella della scultura, che ha tanta staticità.

Prima di arrivare alle opere di Rodin, o quantomeno a quelle che appartengono a questo ultimo periodo, la prima stanza della mostra presenta i lavori di altri artisti contemporanei, per fornire un inquadramento storico e artistico del contesto nel quale l’amore di Rodin per le forme si sviluppa. Siamo nella Parigi del primo Novecento, in un momento in cui anche la danza è sottoposta a grandi cambiamenti.

L’interesse dell’artista, infatti, si concentra proprio su quelle icone della danza che si fanno avanti per proporne un’idea nuova e controcorrente. Parliamo di personalità come Loie Fuller, Isidora Duncan o ancora del ballerino e coreografo Nijinsky, soggetto di una serie di bellissimi disegni incentrati sulla figura maschile in posa.

Nei primi esperimenti che caratterizzano l’ultimo ventennio artistico di Rodin l’attenzione è rivolta soprattutto alle figure delle danzatrici cambogiane, come dimostrano tutta una serie di schizzi che alternano soggetti in movimento e altri in posa. Tratto costante è quello di un disegno costruito con semplici linee, riempite da tenui colori ad acquerello. Come le descriverà in seguito Rainer Maria Rilke, si tratta di figure che ricordano “morbidi fiori, preservati per sempre in un erbario”.https://goo.gl/gdUUUi

Nel 1911 l’amico archeologo Victor Goloube, scrive una lettera a Rodin da Calcutta, dove si trovava per lavoro, perché ha appena ricevuto una serie di interessanti fotografie che ritraggono la divinità Śiva nell’atto del danzare. La proposta dell’archeologo è quella di scrivere un articolo su queste immagini da pubblicare sul giornale Ars Asiatica. Il risultato sarà, però, più che un articolo un vero e proprio poema in cui Rodin dimostra la sua grande passione, nonché profonda conoscenza, per l’anatomia umana e il movimento dei corpi.

Come qualcosa di divinamente ordinato, non c’è alcun segno di rivolta in questa figura: tutto è al proprio posto. Percepiamo la rotazione del braccio anche quando questo è fermo, osservando la scapola, il modo in cui questa sporge, la cassa toracica, la perfezione con cui le costole sono attaccate, con i bordi levigati per mantenere la scapola e il suo movimento al loro posto.

Proprio I movimenti della Danza è il nome che Rodin dà ad una serie di lavori prodotti tra il 1911 e il 1912. Si tratta di creazioni private che l’artista mostra solo ad alcuni tra i suoi amici più intimi. Si tratta di lavori chehttps://goo.gl/n8XDEa nascono dallo studio degli esercizi di riscaldamento dell’acrobata Alda Moreno, che combinano insieme forza, elasticità e grazia.

Alcuni di questi lavori verranno esposti all’apertura del Museo Rodin nel 1919, due anni dopo la morte dell’artista. La mostra londinese li presenta per la prima volta in una raccolta completa di tutta la serie di statue in terracotta e plastica, compresi i loro disegni preparatori.

Una mostra che ha reso onore non solo alla bellezza dell’opera di Rodin, ma soprattutto agli ultimi anni della sua vita e al suo ultimo progetto, quello di tentare, e ci è anche riuscito, di immortalare il movimento e al contempo farne percepire l’incredibile fluidità ed energia. Si tratta proprio di figure, o meglio di un’arte in movimento.

Le immagini sono state prese dai seguenti link:
http://www.crdlyceumnapoli.it
http://www.galleryintell.com
http://www.visitlondon.com
http://artbma.org

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