Se il libro è un oggetto d’arte: La volpe e la stella

Ho who bends to himself a Joy
Doth the winged life destroy;
But he who kisses the Joy as it flies
Lives in Eternity’s sunrise.

William Blake

Chi frequenta l’ambiente lo sa: non è difficile trovare un illustratore che sia anche un buon grafico, ma è pressoché impossibile trovare un illustratore che sappia anche scrivere, e scrivere storie significative, potenti, liriche. Non a caso la maggior parte dei libri illustrati è realizzata da due persone: un autore, che idea e scrive la storia, e un illustratore che la interpreta rappresentandola. E quando un illustratore prova a fare lo scrittore per garantirsi maggiore libertà artistica il risultato è quasi sempre imbarazzante: il testo sembra un elemento esornativo, al massimo didascalico, delle tavole e la parte narrativa è debole e banale.

volpe_copIn questo panorama, Coralie Bickford-Smith è un’eccezione. Non solo perché ha trovato una buona formula, semplice e funzionale, per raccontare delle storie, ma perché è anche una grafica straordinaria e un’illustratrice di talento. Il risultato di queste tre caratteristiche messe assieme è un equilibrio perfetto tra  elementi grafici, immagini e parole, cioè quasi un miracolo.

Per rendersene conto basta guardare le copertine che Bickford-Smith ha realizzato per i classici di Penguin Books, la casa editrice con cui collabora da anni, oppure leggere la meravigliosa favola moderna  La volpe e la Stella, tradotta e distribuita in Italia da Salani.

La volpe e la stella declina il tema dell’eternità a partire dalla poesia di William Blake che ho posto in epigrafe, Eternity, e lo fa nel più classico dei modi: attraverso una fiaba.

La storia segue le vicende di una piccola volpe che vive tutta sola nella foresta e ha per unica amica una stella. Stella porta luce nella vita della volpe sia in senso letterale, aiutandola a trovare il cibo che le occorre per sopravvivere, sia in senso metaforico, perché è il suo punto di riferimento.

«Tutta la felicità  di Volpe dipendeva dalla luce tremolante di Stella. E così è sempre stato.»

volpe_1A un certo punto, però, non si sa come né perché, Stella scompare, e cala l’oscurità. La volpe, ferita e disorientata, si rannicchia nella sua tana e affonda nella più profonda disperazione, finché una ragione che non è veramente una ragione ma che è insieme un bisogno credibile e una soluzione narrativa intelligente, la costringe ad abbandonare il covo e ad avventurarsi nella foresta alla ricerca di Stella: la fame.

«Volpe chiese
alla foresta,
agli alberi
e alle foglie,
agli scarafaggi
e ai conigli,
al groviglio di spine
e alla vita che si era lasciato alle spalle:
“Dove è andata Stella?”»

Ma di Stella non c’è traccia, e allora la volpe, rassegnata e triste, si accuccia su un letto di foglie e si addormenta. Al risveglio nulla è cambiato: è sola nella foresta, piove, tutto tace. Finché qualcosa sembra suggerirle di guardare sopra le proprie orecchie, e allora la volpe solleva lo sguardo e vede qualcosa di sorprendente: milioni e milioni di stelle che brillano in cielo.

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Volpe non troverà mai più Stella, ma ha scoperto un mondo più grande e importante nel tentativo di ritrovarla, fatto di conigli foglie felci scarafaggi rose spine vita e cielo, un cielo con milioni di stelle. E questo sembra essere il messaggio il libro: non conta avere qualcosa, conta sentirsi ed essere parte di qualcosa di grande, perché questa è l’eternità.

voliL’appartenenza di Stella alla volpe sfuma nel senso di appartenenza al cosmo che la piccola volpe prova guardando il cielo, le stelle che non hanno nome proprio e non le appartengono, ma che stanno lì, a fare da tetto e rifugio al mondo intero, oltre che a lei. E la solitudine, che prima la divorava dall’interno, diventa un nutrimento per l’anima, un’occasione per imparare a essere presenti a se stessi e nel mondo, in una relazione di reciproca e tacita connessione.

La volpe e la stella è un libro che parla di molti dei sentimenti umani e che ha molto a che fare con la crescita morale, l’iniziazione, il percorso interiore che ognuno di noi sperimenta a proprio modo, come le fiabe migliori. E oltre ad avere una narrazione originale ben pesata e di forte intensità poetica, il libro è splendidamente illustrato. Bickford-Smith mescola il design grafico Art Deco con l’arte tribale indiana per le illustrazioni, e inserisce il testo – le parole – all’interno di ogni tavola in modo da creare una composizione armonica che rievochi nel lettore i sentimenti della volpe, i sensi e la vita della foresta.

Non solo un libro illustrato, quindi, ma anche un oggetto d’arte a cui tutti dovrebbero guardare: sia gli addetti al settore, sia gli amanti delle belle storie. La volpe e la stella ha ricevuto moltissimi premi in Europa, tra cui il Premio Andersen, e sembra destinato a diventare un classico. Per il momento possiamo definirlo senza paura di esagerare un capolavoro. Leggetelo!

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