Vinpeel degli orizzonti – Tra mare, conchiglie e nuvole dalle forme strane

«Che hai detto, scusami?»

«Ho detto svuotiamolo».

«Ho sentito. Ma svuotiamolo, cosa?»

«Il mare».

Mia madre mi racconta sempre che un giorno eravamo al mare. Io ero piccola e, non so perché, avevo deciso di svuotarlo. Mi ero fatta dare un bicchiere di plastica, lo riempivo e poi indietreggiavo di molto, sulla sabbia asciutta: lì, svuotavo il bicchiere e ricominciavo. Mi piacerebbe molto parlare con me stessa a quell’età per capire il motivo di questa mia decisione. Io che amo il mare e io che ne soffro la mancanza. Quando a Vinpeel e Doan viene in mente di svuotare il mare, non ho potuto fare a meno di ricordare questo aneddoto infantile. E ho continuato a leggere, lasciandomi cullare dalle stranezze degli abitanti di Dinterbild, dal mare e dalle voci provenienti dalle conchiglie.

Il romanzo in questione si intitola Vinpeel degli orizzonti e lo ha scritto un giovane italiano di nome Peppe Millanta (anche se non è il suo vero nome) ed è edito da Neo. La prima cosa che mi ha colpito del libro è stata la copertina, in un cielo azzurro e pieno di nuvole si librano alcune mongolfiere, sopra un paesaggio. Poi mi ha colpito il titolo, che mi ha ricordato le storie per bambini. Ma questo non è un libro per bambini, è un libro per tutti. Per chi è allegro, per chi è indaffarato, per chi è annoiato, per chi ha fame di storie (ma anche per chi ne ha sete), per chi è sognatore, per chi è pessimista, ma soprattutto è un libro per chi è nostalgico. «“Nostalgia” è quando sei sicuro di avere una cosa a cui tieni dentro una tasca, ma quando ci infili una mano non la trovi più.»

Dinterbild è un paese in cui vivono circa ottanta abitanti, ognuno con le sue stranezze e la sua storia. Ed è il paese in cui vivono Vinpeel e il suo papà, Ned Bundy, che ogni sera inserisce un messaggio in una bottiglia, aspettando l’onda perfetta per gettarla in mare. Un uomo che dopo questo gesto giornaliero, raccoglie conchiglie perché dice «che ogni conchiglia, quando viene tirata fuori dall’acqua, trascina con sé anche il Copertina Vinpeel degli oriizzonti - Peppe Millanta - Neo-page-001rumore del mare che sta lasciando. Basta una piccola goccia al suo interno e la conchiglia continuerà a raccontare di quel mare per sempre. Nella sua collezione c’erano conchiglie con dentro il rumore della battaglia di Trafalgar, o il mare calmo di quando Colombo arrivò in America, o ancora i flutti battuti dalla pioggia del Diluvio Universale. Ogni giorno del mondo aveva il suo mare, e ogni giorno del mare la sua conchiglia, e ogni conchiglia, dentro, aveva la sua storia.»

Quasi ci si immagina quest’uomo malinconico che scrive di giorno, aspetta il tramonto, fa una passeggiata in riva al mare, colleziona conchiglie e getta nelle acque i suoi pensieri. Tutto questo senza avere un rapporto con suo figlio Vinpeel che – nonostante sia un bambino – capisce suo padre e, anzi, lo asseconda. Raccoglie conchiglie pure lui, confidandogli tutto quello che a suo padre non riesce a dire.

Vinpeel, però, non è un ragazzino malinconico. Teme che arrivino i Cavalieri dell’Apocalisse e per questo si confessa quattro/cinque volte al giorno importunando Padre Earl, aiuta il signor Biton nella sua Locanba (sì, avete letto bene, non mi sono sbagliata) e passa molto tempo con Doan, il suo migliore amico che, però, non vedono tutti. Vinpeel è un bambino e si comporta come tale, ma talvolta pensa come a un adulto. Da una parte, gioca con Doan a guardare le nuvole e immaginare a cosa possano assomigliare, dall’altra, sente su di sé un gran senso di responsabilità, soprattutto nei confronti del padre, come se i ruoli si invertissero. La vita procede così a Dinterbild, tra le consegne delle zuppe Biton (le migliori di Dinterbild) agli abitanti del paese, le confessioni a Padre Earl, i giochi con Doan, i silenzi con suo padre e le chiacchiere con Krisheb, il matto del paese che attende la sua gamba di legno perché «quel che il mare prende, il mare rende».

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Sembra davvero di trovarsi in una fiaba, in attesa di qualcosa. E, infatti, qualcosa – anzi qualcuno – arriva a Dinterbild, è una bambina, si chiama Mune e non parla con nessuno. È Vinpeel che riuscirà a farla parlare per primo. Non si sa come questa bambina sia arrivata, ma come tutti gli altri abitanti del paese sembra che anche lei sia senza ricordi, senza speranza, senza sogni. Come se avesse dimenticato tutto. Perché è questa la peculiarità di Dinterbild: gli abitanti sono simpatici e strani, ma vivono in modo monotono: hanno dimenticato il loro passato.

Vinpeel però non sta al gioco, vuole scoprire l’Altrove, cosa ci sia oltre il posto in cui vive. Ha il desiderio di partire, di allontanarsi dalla sua casa abitata dalla tristezza, dalle giornate ripetitive, è un bambino curioso con un animo esploratore. Dalla sua parte, ci sono Doan, Mune e Krisheb che, in fondo, così matto non è. E sarà proprio con loro che escogiterà un piano per capire cosa ci sia dall’altra parte.

Vinpeel degli orizzonti è una fiaba per adulti, un racconto pieno di emozioni e sentimenti provati e descritti dal cuore di un bambino. La prosa scorrevole, le descrizioni dei personaggi così accurate che sembra di conoscerli da sempre, un luogo quasi incantato in cui gli abitanti hanno strane abitudini ma gli si vuol bene lo stesso. Un romanzo in cui il giovane e talentuoso Peppe Millanta ha mescolato la fantasia con la realtà, dosandole al punto giusto.

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