Rakuen: un viaggio nel dolore con gli occhi di un bambino

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Laura Shigihara

Il 10 maggio 2017 usciva sulla piattaforma videoludica Steam un piccolo gioiello indie destinato a segnare inevitabilmente lo storytelling dei videogiochi del suo genere: Rakuen. Grafica vecchio stile, sviluppato da Laura Shigihara (nota compositrice soprattutto per To The Moon), il gioco mette al centro le emozioni, con una storia commovente che riesce a far passare in secondo piano l’estrema linearità del gameplay.
Il gioco è ambientato in un reparto di oncologia, dove il protagonista, un bambino, è ricoverato, e sua madre gli è accanto. Il protagonista e sua madre condividono un segreto speciale: entrambi possono andare nel mondo di Rakuen, una realtà parallela che gli permetterà di fuggire dall’ospedale e di aiutare umanamente gli altri ricoverati.
Come Sue, che ha perso la sua amica, e che immagina nelle biglie della sua collezione interi mondi con sale da thè al contrario e pasticcerie dove lavorano gatti e cani insieme. O come il vecchio e burbero Tony, legato misteriosamente a un carillon rotto, il cui carattere è una corazza per nascondere la sua tremenda solitudine. O come Kisaburo, malato probabilmente di Alzheimer, che scava continuamente ed accumula terra. Personaggi uniti nel dolore, alla ricerca di una rivalsa, in un mondo di diagnosi e incertezze. Sullo sfondo, un ospedale devastato e in alcune zone completamente allagato, in seguito (lo si intuisce man mano) al terribile terremoto di Tōhoku del 2011.
Senza fare troppi spoiler, il gioco è un crescendo devastante di emozioni, e tutti i personaggi portano con loro un carico di umanità che non può lasciare indifferenti. Il dolore è visto con gli occhi di un bambino, ed è facile immedesimarsi in ognuna delle storie che sono raccontate. Ma il vero punto fermo della storia rimane la madre, alla quale sentiamo (come bambini) di poterci affidare in un qualsiasi momento.

Ad accompagnare queste storie le splendide musiche di Laura Shigihara, che ricordano quelle del ben più celebre maestro Nobue Uematsu, soprattutto per come rappresentano un costrutto coeso con la storia. Rakuen infatti è inscindibile dalla colonna sonora che lo accompagna, e non potrebbe essere da meno dato che l’idea nasce e si sviluppa da una canzone, come dichiarato dalla stessa Laura:

Rakuen è ispirato da una canzone che scrissi per l’album “Play for Japan” (un album per beneficienza organizzato dal compositore di Silent Hill dopo il terremoto di Tohoku, in Giappone). La canzone si chiama “Jump”, e parla di come nella vita non possiamo sapere cosa ci accadrà. Potremo ricevere un’offerta di lavoro, iniziare una nuova relazione o ammalarci… non sappiamo come si evolverà, ma dobbiamo sperare per il meglio e continuare a guardare avanti. La canzone parla anche di quanto non importi l’età, ci sarà sempre un bambino dentro di noi che a volte ha solo bisogno di sentirsi dire “va bene, tutto andrà per il meglio”.

Insomma, Rakuen è un piccolo capolavoro che vi terrà impegnati per poche ore (una decina circa), ma che sarà in grado di darvi tantissimo in quel breve tempo. Il consiglio è di giocarlo a piccole dosi, per poter assaporare pian piano ritmo della storia, anche se a un certo punto non riuscirete a smettere. Perché si tratta di una storia tanto bella quanto malinconica, ed è esattamente così che ci si sente dopo averli giocato: sconfitti, ma con la certezza di aver dato tutto e che qualcosa, dentro di noi, è cambiato per sempre.


L’intervista integrale a Laura Shigihara (qui).

Il gioco è acquistabile tramite la piattaforma Steam (qui).

Curiosi delle musiche della Shigihara? Ecco qui il suo canale su youtube.

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