Haxa: ombre d’acqua – il secondo appuntamento con la tetralogia di Nicolò Pellizzon

Il 31 gennaio è arrivato nelle librerie Haxa: Ombre d’acqua, il secondo volume della tetralogia techno fantasy di Nicolò Pellizzon, un lavoro incredibilmente interessante sia dal punto di vista narrativo che grafico.L’autore, nato a Verona nel 1985, pubblica il suo primo libro a fumetti, Lezioni di Anatomia, nel 2012 vincendo il premio “Carlo Boscarato” al Treviso Comic Book Festival come miglior fumetto dell’anno. A questo successo ne seguiranno altri come Gli amari consigli, edito da BAO Publishing e Abraxas, una raccolta autoprodotta. Nel 2017 viene pubblicato Haxa: I confini del vento, primo volume della tetralogia.

Il secondo volume riprende le file del racconto lì dove il primo volume ci aveva lasciati: appena dopo la distruzione della torre di Jelgava da parte di Aiko, capo di un gruppo di ribelli. Come per il primo volume, anche per il secondo il lettore viene trasportato in un futuro, perfettamente costruito e curato nei minimi particolari, che fa da sfondo ad una storia piena di colpi di scena e alquanto movimentata. Proviamo, allora, a ricostruire quanto accaduto nel corso del primo volume per capire meglio gli sviluppi della storia.

Il tutto ha inizio nel 2035, quando la popolazione terrestre scopre l’esistenza della magia e solo una piccola parte di questa può avere accesso all’Haxa, energia che scorre attraverso la materia. Con la scoperta della magia, si affermano due scuole di pensiero differenti: gli Elementalisti, che si servono dell’Ars Alchemica per manipolare gli elementi della natura, e i Goetiani, capaci di evocare strane creature attraverso spazio e tempo grazie all’uso dell’Ars Goetia.

Anni dopo, nel 2110 Sophia, giovane studentessa dotata di magia, rifiuta di farsi rinchiudere in uno dei centri riservati alle persone come lei, quelle in possesso di poteri in grado di trasformare e plagiare la materia. Come lei anche Mark, un suo compagno in possesso dell’Haxa, vuole evitare il proprio destino. Entrambi decidono quindi di fuggire, ma Mark è intenzionato ad arruolarsi nell’Hexacustodit, l’organizzazione militare che controlla l’uso delle forze magiche, e Sophia decide di abbandonarlo. È così che incontra e si unisce ad una banda di giovani maghe fuorilegge capeggiate da Aiko. All’interno di questo strano gruppo, alla ricerca costante di un rifugio sicuro e di risposte, Sophia troverà delle amiche ed alleate, Claire, Cecile, Raakin, e inizierà a scoprire lati dei proprio poteri fino a prima sconosciuti. Il primo episodio della tetralogia si conclude con l’attacco al tempio di Jelgava, che si rivelerà una vera e propria catastrofe.

È questo il punto di partenza per il secondo dei quattro volumi. Il gruppo di Aiko e delle sue amiche ribelli, in cerca di protezione e di un riparo sicuro, inizia a crescere ed entra in contatto con nuovi personaggi, gli abitanti di Bael, nome della casa degli assidi liberi. È qui che incontrano Tsisia, una ragazza dotata di forti poteri, che riesce a conquistare la fiducia e il cuore di Aiko. Intanto Sophia inizia ad acquisire maggiore consapevolezza dei propri poteri, mentre Mark, divenuto presidium dell’Hexacustodit, cerca in tutti i modi di mantenere la propria posizione e non perdere il proprio prestigio nella lotta tra forze magiche.

La storia prende un ritmo sempre più incalzante. I personaggi che abbiamo conosciuto nel primo volume hanno subito un’evoluzione, sono cresciuti, così come i loro poteri. E se la storia raccontata da Pellizzon è accattivante e coinvolgente, i tratti decisi e marcati con cui vengono tratteggiati i personaggi e l’esplosione di colori brillanti che popolano le tavole di entrambi i volumi, sottolineano il dinamismo degli eventi raccontati.

E come se la storia e la grafica di questo progetto non fossero già abbastanza per dimostrare la bravura dell’autore e la bellezza del suo progetto, Pellizzon decide di aggiungere un tocco in più per distinguere il proprio lavoro. L’introduzione nella narrazione di alcuni termini che derivano dal giapponese da una parte sembra creare un linguaggio in codice tra le componenti del gruppo di ribelli, e dall’altra essere un vero e proprio segno di riconoscimento, una firma dell’autore.

Se il primo volume ci aveva lasciati con il fiato sospeso, il secondo si chiude con un finale che, se possibile, ci incuriosisce ancora di più in attesa dell’uscita del terzo episodio!

Grazie a BaoBublishing per le immagini.

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