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Più donne che uomini: segreti e bugie in perfetto stile vittoriano

Josephine Napier, direttrice di un grande istituto femminile in una prospera cittadina inglese, era una donna di cinquantaquattro anni, alta e austera, con qualche ciocca grigia tra i capelli ramati, grandi occhi nocciola, un viso regale, dai tratti marcati eppure semplici, deliberatamente schietta e modesta, mani sorprendentemente ingioiellate, vestita e pettinata in modo da esibire i suoi anni, anziché nasconderli.

È da questo personaggio, ed tutto intorno ad esso, che si sviluppa la trama di Più donne che uomini. Romanzo nato dalla penna di Ivy Compton-Burnett e nelle librerie dal 21 marzo, edito in Italia dalla Fazi Editore.Per leggere e apprezzare la storia che l’autrice ci racconta è necessario chiarire una cosa: il periodo in cui ci troviamo e quello del primo Novecento https://bit.ly/2PyeQ04inglese dove l’apparenza e il buon costume sono alla base della società. Per questo non dovranno stupirci l’austerità della protagonista, i suoi discorsi – certo ben lontani dalla modernità dei nostri giorni –  e dalla volontà maniacale della protagonista di gestire e apparire sempre nella maniera la più perfetta possibile. Insomma, tutto si svolge secondo i costumi dell’epoca vittoriana e le buone maniere che la caratterizzano.

Passiamo, dunque, alla storia. Siamo nel 1933 e Josephine Napier è la direttrice di uno dei migliori collegi femminili inglesi. Donna severa, giusta e impeccabile in ogni suo gesto, è anche il punto di riferimento oltre che per i suoi famigliari, anche per le insegnanti della scuola, tutte rigorosamente donne, fatta eccezione per Saimon, suo marito, costantemente offuscato dalla figura imponente della moglie. Della famiglia fanno parte anche Jonathan, fratello di Josephine, e Gabriel figlio di Jonathan ma cresciuto come figlio adottivo in casa della zia. A completare la cerchia si aggiungono Felix Bacon, amante segreto di Jonathan e Elizabeth, una vecchia amica di Josephine e in particolare di suo marito, che diventerà la governante di casa portando con sé anche sua figlia Ruth.

La vita nella scuola sembra scorrere tranquilla proprio fino al momento dell’arrivo di Elizabeth che riporterà in superficie i ricordi di un passato che sembrava essere stato dimenticato e una serie di tragedie che sconvolgeranno la sorte dei personaggi mettendoli a nudo.

La porta si richiuse ed Elizabeth distolse il volto, sorridente.

<< E così, Simon, sapesti che ero vedova soltanto dopo esserti sposato>>, disse, pronunciando il nome di lui con tono suadente.

<< Così ricordo, sì >>, disse Simon, sfiorando appena le parole con le labbra.

<< E come è potuto accadere? Be’, è accaduto, in un modo o nell’altro, è stato un bene, che tu abbia seguito la strada che era stata scelta per te, scelta, non ne dubito, con gran giudizio, in modo che nulla potesse condurti altrove; o almeno, si penso che fosse un bene. Siamo nelle mani del… come vogliamo chiamarlo? Fato? Chiamiamolo così, è il termine più adatto.>>

Le giornate, costruite su momenti che sembrano dei veri e proprio rituali, sono scandite da dialoghi all’apparenza vuoti, fatti di convenevoli e buone maniere, che nascondono dietro ogni battuta universi di pensieri e cose non dette. Insomma, un romanzo che rispetta sotto ogni aspetto quello che il codice vittoriano esige, celando dietro i modi e le parole di cortesia quei nodi che, alla fine, verranno inevitabilmente al pettine.

E in fondo è proprio questo l’intento dell’autrice. Raccontare le dinamiche dei rapporti fra uomini e donne, servendosi di uno stile che fa da specchio alla realtà del tempo, fatto di toni pungenti e severi, nascosti dietro l’apparenza di una grazia e di una semplicità che sono solo finzione.

Eppure, proprio perché scritto secondo i canoni di un’Inghilterra vittoriana, in uno stile che può non piacere a tutti, Più donne che uomini è un romanzo che si ama dall’inizio alla fine, con i suoi personaggi che sembrano maschere e con il suo mondo che è solo apparenza. Perché non sappiamo nulla di ciò che si nasconde dietro ogni pagina, dietro ogni personaggio e dietro ogni gesto. Sta al lettore capire, indagare, presupporre per ricostruire la storia, quella vera.

Immagini: https://bit.ly/2GQMD1Y, https://bit.ly/2PyeQ04.

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