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Favola di New York – La modernità tra mito e realtà

Recensire Favola di New York di Victor Lavalle, edito da Fazi Editore, è una vera e propria sfida. A provarlo è il fatto che lo schermo del mio computer mi sta fissando da circa venti minuti e io abbiamo buttato giù soltanto due righe.  Allora andiamo per gradi.

https://tinyurl.com/y2fhtzpfQual è la trama di questo romanzo? Fin qui nulla di troppo complesso: Apollo, figlio della New York di oggi, cresce con la madre, Lillian, giovane single di origini ugandesi. Il padre, sparito senza lasciare tracce, gli lascia solo una scatola di libri e uno incubo ricorrente come ricordo.  Ormai adulto, Apollo diventa un commerciante di libri antichi e si innamora di Emma. Alla nascita di Brian, però, l’equilibrio della coppia inizia a sgretolarsi. Apollo rivive l’abbandono del padre e non si accorge che qualcosa in Emma è cambiato fino al giorno in cui, inaspettatamente, lei compirà un atto terribile. È da questo momento che inizia la vera storia di Apollo, costretto ad affrontare i fantasmi del passato e alla ricerca di una verità che lo porterà a stare faccia a faccia con i segreti più oscuri delle persone che più ha amato.

Di cosa parla davvero? La risposta, quella meno chiara ma più esaustiva, si trova in una citazione scelta dall’autore: “Quando credi in cose che non capisci, allora soffri.”

Ecco, Favola di New York parla proprio di questo. Di tutte quelle domande che ci poniamo quotidianamente e alle quali sembra quasi impossibile trovare delle risposte esaustive. Cosa significa essere genitori oggi? Fin dove siamo risposti ad arrivare per proteggere i nostri figli e le persone che amiamo? Quanto e chi siamo disposti a perdonare? Quanto facilmente ci lasciamo ingannare da una realtà che non è ciò che sembra?

“Se devi salvare la persona che ami, diventi una persona diversa, ti trasformi. L’unica magia è in quello che siamo capaci di fare per le persone che amiamo.”

Così Favola di New York ci invita a riflettere sulla quotidianità che ci circonda, sulle scene che viviamo o vediamo ogni giorno e che ormai abbiamo assorbito a tal punto da considerarle normali. Le foto dei nostri figli, nipoti, cugini sui social; la voglia di condividere tutto con tutti, anche con chi non conosciamo; il desiderio di sentirci moderni, di apparire moderni senza prestare attenzione al modo in cui lo facciamo e a quanto di noi mettiamo in mostra sui social e sui canali mediatici.

Ma la parte più difficile del raccontarvi questo libro è dargli una sorta di etichetta, capire in quale genere collocarlo. Cos’è, infatti, Favola di New York? È un romanzo che parla di attualità e di tematiche sociali. È anche una sorta di thriller, un giallo moderno e allo stesso tempo un romanzo dai toni gotici. Più di tutto, però, è una favola. Nel senso moderno, ma anche più autentico del termine.

“Bravo! Le fiabe non sono pensate per i bambini! – esclamò Cal puntando la marionetta verso Apollo. – In origine si trattava di storie che i contadini raccontavano attorno al fuoco la sera, dopo una giornata di duro lavoro. Erano adulti che si rivolgevano ad altri adulti. Le fiabe sono diventate storie per bambini soltanto nel Settecento, quando un nuovo ceto sociale molto particolare ha cominciato a diffondersi in Europa.”

All’interno di questa favola si intrecciano, fino a fondersi, modernità e mito. Il risultato è una storia avvolta nel mistero, calata in un’atmosfera a tratti onirica e a tratti incredibilmente realistica, che invita a riflettere e a pensare. Il tutto sullo sfondo di una New York notturna che rivela al lettore i suoi segreti più profondi.

Filo conduttore di tutta la storia è un racconto, Outside Over There, che il padre di Apollo era solito leggergli ogni sera e che lui, a sua volta, leggeva al piccolo Brian e che si rivelerà essere la chiave di lettura non solo di quanto ha stravolto l’infanzia di Apollo, ma anche del suo strano viaggio nel presente.

-Che c’entra il libro con mio padre?-

Aprì il libro, come se la risposta fosse scritta nei risguardi.

– Non sto parlando di lui, parlo del libro, della storia che racconta. Voglio che tu capisca dove sei finito.-

E come tutte le favole anche questa ha un finale che è una sorta di lieto fine, disincantato e realista, che ci porta a riflettere su quel “e vissero per sempre felici e contenti” a cui fin da bambini ci hanno insegnato a credere. Favola di New York abbatte questa convinzione e ci ricorda, invece, che per sempre non esiste, ma esiste “e vissero felici, almeno per oggi”.

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