Sfera – L’arte contemporanea e una generazione oscillante

Ultimamente leggo poco. Sarà il caldo, sarà il lavorare costantemente sui libri, sarà la voglia d’estate e di ferie ancora lontane. Mettiamoci pure l’insonnia, l’afa milanese, i dubbi e le domande sul futuro. Forse è stato un bene leggere durante un pomeriggio domenicale Sfera, graphic novel di AlbHey Longo pubblicato da Bao Publishing. Da sempre sostenitrice che le storie ci danno le risposte, questa lettura è stata l’ennesima conferma.

Quanto è facile dimenticare i propri grandi sogni e cadere in una comoda routine. È davvero solo questo, il mondo degli adulti?

A diventare grandi non ce ne si accorge nemmeno. Da un giorno all’altro sei catapultato nell’età adulta. La prima regola è trovare un lavoro per potersi mantenere. Anche se non è entusiasmante, anche se non è gratificante, basta qualsiasi cosa. Alcuni sono più fortunati di altri. Damiano, per esempio, uno dei due protagonisti di Sfera, fa il giornalista. Grazie al suo lavoro incontra gente, fa ricerche, si sposta, anche se all’inizio della storia la sua vita è abitudinaria e molto solitaria. Qualche chiacchiera con la tipa del Tabacchi, poi a casa, buttato sul letto a guardare film al computer. Si capisce subito che non è un giovane annoiato dalla vita, ha solo un segreto che per qualche motivo conosce solo lui e che lo ha eclissato da uscite e incontri con gli amici.

Tutto cambia non appena il suo datore di lavoro lo chiama e lo spedisce come reporter a Torino per il Torino Film Festival. Lì Damiano incontra Chiara, una ragazza estroversa e senza peli sulla lingua. I due si conoscono per caso durante la visione di un film e decidono di fare un giro in città e bere birrette. È una frase fatta, ma è assolutamente veritiera: con gli sconosciuti riesci a parlare di tutto sia perché non ti conoscono (e quindi è più improbabile che ti giudicheranno), sia perché poi non li rivedi più. Quella sera Chiara è un fiume di parole: racconta a Damiano di aver fatto l’Accademia di Belle Arti e di aver trovato lavoro come giornalista in un giornale che recensisce locali. Si è accontentata e ha abbandonato il suo sogno di fare l’artista. Per paura di non sfondare? Per bisogno di soldi?

Chiara si apre con Damiano e lui, anche se inizialmente un po’ titubante, la sceglie come confidente del suo segreto e le rivela che lui ha la capacità di creare dal nulla delle sfere nere di diverse dimensioni. Un potere nato e scoperto per caso, un potere che a Damiano fa molta paura anche perché lo ritiene inutile e lo fa sentire strano, diverso. Eppure quella notte Damiano ha un’idea: sfruttare il suo potere per far realizzare a Chiara il suo sogno, quello di diventare un’artista. I due si accordano e, durante i primi tempi, Chiara userà le sfere di Damiano come opere di arte contemporanea. Almeno fino a quando non sarà abbastanza famosa da poter lavorare da sola. Ma fino a quel momento, Chiara vuole e pretende Damiano al suo fianco.

Un salto temporale e i due protagonisti si ritrovano sotto i riflettori: famosissimi, con un agente e alcune mostre alle spalle. Il Duo Sfera è richiestissimo e Chiara e Damiano sono all’apice del successo. Inizialmente vivono bene la situazione, amici e colleghi inseparabili, ma tutto cambia quando Chiara comincia a riflettere sul futuro e sull’attesa: quanto dovrà aspettare prima di dare sfogo al suo estro?

In Sfera il sentimento dell’amicizia è preponderante: da quella sera a Torino Chiara e Damiano costruiscono una forte intesa, segnata – in primis – dal rispetto l’uno nei confronti dell’altra, e poi dalla condivisione, dalle parole sincere che a volte feriscono e a volte fanno sorridere.

AlbHey Longo, però, non racconta solo la storia di una bellissima amicizia. Il fumettista dà voce a due giovani appartenenti a una generazione perennemente in bilico tra doveri e aspirazioni, tra realtà e possibilità. In una società in cui si lavora per vivere e in cui l’estro artistico non è contemplato quanto dovrebbe, Chiara e Damiano si buttano a capofitto in un mondo di cui si legge solo sui giornali e gli danno un senso tutto loro. Un fumetto che fa ricordare che dalle cose piccolissime si fanno cose grandi, come le sfere, perfette nella loro immobilità, sospese nel vuoto. Perché probabilmente è così che la generazione di noi giovani d’oggi si sente: sospesa. Ma Longo ricorda anche che sta a noi decidere se cadere o continuare a oscillare.

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