La mia estate indaco – Sfumature “violacee” di vita adolescenziale

L’estate è finita, le temperature si sono abbassate ma questo non significa che non si possano fare gite fuori porta, per esempio in montagna per raccogliere le prime castagne o al mare, con il vento che scompiglia i capelli e la sabbia che entra nelle sneakers. Ho respirato aria d’estate leggendo La mia estate indaco di Marco Magnone, edito da Mondadori Ragazzi. Una storia di crescita molto toccante in cui si mescolano le paure, i primi amori, i sentimenti, gli affetti e… un’estate totalmente diversa dal solito.

Viola, la protagonista, ha quattordici anni e, insieme ai suoi genitori, si è appena trasferita in una cittadina vicino Torino, la città in cui ha vissuto finora. Quando aveva scoperto che lei e la sua famiglia si sarebbero spostati, non era stata troppo triste:

«Significava che non avrei più rivisto i vecchi compagni di scuola e dell’oratorio. Un’autentica fortuna. Una liberazione, dopo tre anni passati a cancellare dagli occhi le scritte alla lavagna e sul banco, e dalle orecchie le battute e l’eco dei ghigni che mi seguivano dalla classe ai corridoi fino in bagno. Anche se chiudevo la porta, e mi ci premevo contro per tenerle fuori, entravano lo stesso. E mi riportavano al Giorno In Cui Ho Toccato Il Fondo».

A consolarla ci sono soprattutto le quattro settimane che l’aspettano nella roulotte in Valle D’Aosta, con il nonno, a fare passeggiate e a uscire con Charlie, la sua amica estiva d’infanzia. E invece il nonno sta male, ha bisogno di riposo, quest’anno non si andrà da nessuna parte: Viola si incupisce, non vuole parlare con nessuno e non vuole nemmeno allontanarsi dal nonno che non è più come prima, ma è sempre lui, da qualche parte dentro di sé.

I trasferimenti non sono mai facili e non soltanto per gli scatoloni da svuotare: bisogna abituarsi alle distanze, agli spazi, alla temperatura, alle strade. Ma, soprattutto, inizialmente bisogna scontrarsi con la propria timidezza e la propria solitudine.  Viola gira in bicicletta per la nuova città, gustando un po’ di libertà, ma rimuginando troppo, fino a quando non incontra Cate, Sofi, Chiacchiera, Bomba e… Indaco, un ragazzo solitario, un po’ misterioso, che va in giro in motorino e che Viola ha già incontrato in un contesto diverso. Le settimane estive prendono quindi una piega diversa tra una partita di pallavolo e i pomeriggi passati a casa a guardare film. Purtroppo, però, Viola non è totalmente spensierata come vorrebbe: i suoi genitori le impediscono di vedere il nonno e la trattano come se fosse più piccola di quanto sia in realtà, Il Giorno In Cui Ha Toccato Il Fondo continua ad attraversarle la mente e non basta scrivere sul “Quaderno Delle Mie Paure” per scacciare via i ricordi e le brutte sensazioni. È Indaco, con i suoi modi di fare imprudenti e ribelli, ad avvicinarsi a Viola e a darle un po’ di quella serenità di cui ha bisogno.

In questo romanzo i sentimenti e le emozioni di Viola (voce narrante) vengono descritti in modo fluido e veritiero e qui si nota l’abilità di Magnone che con i ragazzi e le ragazze ci passa parecchio tempo grazie a incontri e festival. Saper bilanciare paure e sensazioni, le prime morse allo stomaco, la non accettazione del proprio corpo, le verità e le bugie, il desiderio di evadere, ma anche l’amicizia e gli aspetti sia negativi che positivi che questa comporta non è da tutti, ci vuole una certa bravura. Tra corse in motorino, graffiti, bagni notturni, primi baci, qualche follia, sembra di passare le giornate insieme a Viola e Indaco e sembra di vedere quello che vedono loro.
Gli adulti a cui gli adolescenti si ribellano non sono perfetti, ma non lo sono neanche le ragazze e i ragazzi che abitano questa storia: una lezione che ci ricorda che tutti possiamo commettere errori. E che, è soprattutto affrontando momenti difficili, che diventiamo grandi.

Una storia delicata, ma anche dolorosa, con qualche leggero rimando agli anni Ottanta e Novanta, ma anche ai giorni nostri: La mia estate indaco è un romanzo pieno di immagini e di sensazioni, riempie il cuore, la mente, gli occhi e fa venir voglia di fare un giro in motorino, tornare adolescenti, anche solo per un giorno.

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