“L’Eco del Vettore” di Valentina Trenta: poesie e racconti per Arquata del Tronto prima e dopo il terremoto

30 ottobre 2016 ore 7,40.

Siamo tra l’alta valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell’Alto Aterno. Il territorio è stato già devastato dalla forte scossa avvenuta il 24 agosto 2016 ore 3,36 tra i comuni di Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP).

Un’altra terribile scossa, l’evento sismico italiano più forte avvenuto in Italia dopo quello 6.9 MW del 1980 dell’Irpinia. E sebbene si parla da settimane del confronto con il devastante terremoto del 1703 in centro Italia, le due crisi sismiche non possono essere paragonate.

Dopo questi eventi Valentina Trenta decide di pubblicare “L’Eco del Vettore”, una raccolta di pensieri e poesie dedicate al sisma di Arquata del Tronto, scritta interamente dall’autrice che, dopo il terremoto, ha aperto una pagina Facebook omonima, L’eco del Vettore, nella quale ha postato i pensieri e le emozioni vissute durante quei momenti drammatici.

Una terapia per lei, che le ha permesso di esprimere le sensazioni che tutti noi abbiamo provato:

“Molte persone hanno ritrovato nelle mie parole gli stessi sentimenti, le stesse paure e speranze.”

Il libro è stato ideato immaginando uno scambio di emozioni tra l’autrice e Arquata, quasi personificandola. Storia, tradizioni, leggende che devono diventare lo spunto e l’avvio di una rinascita.
È un libro di fiducia e aspettativa che vuole aiutare a non dimenticare Arquata del Tronto finanziando parte del progetto “Ricostruiamoci” dell’associazione di promozione sociale Arquata Potest e sostenendo i progetti di un’altra associazione con gli stessi fini Monte Vector a favore della riqualificazione e valorizzazione per il territorio arquatano.

Ho avuto il piacere di avere un breve scambio di domande e risposte con Valentina.

Quando è nata in te l’idea del libro? Hai iniziato a scrivere come fosse una terapia… Immagino sia stato per te un viaggio introspettivo e non solo.
Nel primo periodo, appena dopo la scossa di Agosto, ho pensato di creare una pagina che servisse a scambiarsi informazioni. L’ho chiamata eco del Vettore perché così si chiamava un giornalino di notizie del mio paese, Pretare, curato da tutta la comunità. Piano piano, la pagina è diventata il mio diario, una raccolta di pensieri su quello che vivevo, che vedevo intorno a me, e riscontravo una condivisione poiché il dolore, la preoccupazione, l’angoscia erano lo stesso sentimento per tutti. L’idea del libro è nata quasi inconsapevolmente, qualcuno mi ha invitato a pensarci e così ho creduto che raccogliere le mie parole potesse rappresentare un piccolo contributo per un progetto per Arquata.

Cosa ha significato per te il percorso lungo la raccolta del materiale? Hai cercato una tua rinascita insieme a quella del tuo territorio?
Ogni racconto e ogni poesia rappresentano un passo dell’intero percorso. Necessariamente, quello che viveva il territorio si ripercuoteva sulla mia vita e quella di tutti gli altri. Il materiale è semplicemente vita vissuta, emozioni, sensazioni, paure. Una terapia del dolore che il sisma ha causato in tutti quelli che hanno visto crollare in un attimo ogni certezza.

Che ricordo hai del 2016? Dove eri nei giorni delle scosse del terremoto?
La scossa di Agosto è stata terrore puro. Solo chi lo vive può comprendere, anche se sembra una frase fatta. Nel pieno della notte, non hai difese e il boato che il terremoto comporta ti rimbomba nelle orecchie, ti sveglia di soprassalto, per alcuni secondi non sai cosa accade. Vivere un terremoto ti sconvolge i sensi, modifica la tua prospettiva di pensiero e di comportamento, ovviamente la rinascita emotiva dipende da ogni singolo individuo.

Cosa speri di poter dare con il messaggio che vuoi dare con la raccolta di racconti e poesie?
Il mio messaggio è quello di credere che si può rinascere, dalla storia, dalle leggende, dalle tradizioni di Arquata. L’aspetto emozionale e il senso di appartenenza ai propri paesi, seppur distrutti, è quello che potrebbe far riemergere Arquata dalle sue macerie. Il ricavato del mio libro sarà devoluto a due associazioni, Arquata Potest e Monte Vettore per sviluppare progetti in favore del territorio arquatano.

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