La gara delle chiocciole – (Ri)scoprire il potere dell’immaginazione

Ho avuto la fortuna di nascere negli anni Novanta in una città che, purtroppo, secondo il Sole 24 ore risulta essere all’ultimo posto per qualità della vita. Sicuramente è una città che crescendo mi è stata stretta tanto da trasferirmi altrove a diciotto anni ed è una città in cui torno poco. Nonostante tutto, però, mi ritengo fortunata perché sono cresciuta con cugini e amici d’infanzia che sono stati e sono tuttora compagni di vita. Non c’erano gli smartphone né gli iPad, non si poteva stare molto davanti al computer, alla televisione e alla PlayStation e quindi, in base alla stagione, si giocava in casa o all’aria aperta in mille modi diversi: non solo i giochi da tavola e i giochi più noti come “nascondino” o “strega comanda colore”, ma anche spettacoli teatrali improvvisati, mondi immaginati, riproduzioni viventi di cartoni animati in cui ognuno interpretava un personaggio diverso, cacce al tesoro incredibili. Sono appena tornata dalle vacanze di Natale passate con gli amici di sempre e ogni volta che ci vediamo, parliamo dei tempi passati, con un po’ di nostalgia estrapoliamo dalla nostra mente ricordi in cui ci sentivamo liberi e felici. Ho ripensato a tutto questo ieri leggendo l’ultimo libro del 2019: La gara delle chiocciole di Lucia Hiratsuka edito da Pulce Edizioni e tradotto da Silvia Torchio, un albo illustrato molto tenero in cui la fantasia e il gioco fanno da fil rouge alla narrazione.

Lia e Nico sono due fratellini che in una giornata d’estate, fuori in giardino, osservano due chiocciole. Decidono di fare una gara per vedere chi per prima arrivi dall’altra parte, ma le chiocciole sono lente, troppo lente… e i due fratellini si assopiscono. Al loro risveglio, le chiocciole sono sparite e i due bambini cominciano a seguire le scie lasciate dalle lumache. Ed è in quel momento che l’immaginazione prende piede, Lia si ritrova davanti a una montagna da scalare, Nico in una foresta piena di pericoli e poi nella città dei fiori, fino a quando la mamma non li richiama all’ordine. Ma chi ha vinto la gara?

Lucia Hiratsuka, con quest’albo, rende partecipi i lettori del gioco che lei e sua sorella facevano da piccole. L’autrice, che è anche l’illustratrice della storia, ha scelto di utilizzare molto bianco «per rendere la luminosità e la quiete di un momento magico», ma anche la matita perché le ricorda il colore della terra e gli acquerelli per la trasparenza. Grazie alle illustrazioni, ci si immerge in un mondo estivo luminoso e pieno di spensieratezza.

Un albo adatto ai bambini e alle bambine dai due anni in su, una narrazione semplice ma che esprime, per i lettori che sanno andare oltre, un messaggio fondamentale: l’importanza della fantasia che è in grado di portarci altrove anche restando fermi. Ma credo che questa storia sia anche un inno alla lentezza, al godersi ogni attimo che appartiene all’infanzia perché non c’è fretta di crescere. E io che parlo di quest’albo nell’ultimo giorno del 2019 vi auguro di vivere con calma e pieni di immaginazione ogni momento dell’anno che verrà .

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