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Il mondo secondo Savelij – Come appaiono gli esseri umani agli occhi di un gatto?

Mi sono sempre chiesta com’è il mondo visto con gli occhi degli animali. Come ci vedono, come percepiscono il mondo che li circonda. Il mondo secondo Savelij, edito da Francesco Brioschi Editore, ha risposto a queste mie domande e ha fatto anche molto di più.

Grigorij Služitel, autore del romanzo, è un attore del Laboratorio di Arte teatrale di Sergej Ženovač e frontman e chitarrista nella band O’Casey. Il teatro e la musica sono due elementi che ritroviamo con forza nel suo primo romanzo: Il mondo secondo Savelij.

Raccontare una storia dal punto di vista di un animale, senza cadere nel banale o nel melenso, non è semplice. La letteratura, poi, non aiuta. Sono pochi gli esempi di romanzi di questo genere ben riusciti: il più famoso risale al 1906, con Zanna bianca di Jack London.

Il protagonista del romanzo di Služitel è un gatto: Savelij, August o Temirjan, un nome per ognuna delle storie che ci racconta, delle case che cambia, delle avventure che lo vedono protagonista. Riassumere le trecento pagine che compongono il romanzo non è facile. La storia è semplice: Savelij nasce a giugno, insieme a un fratello e due sorelle. Sua madre “aveva un bel nome: Gloria. Era giovanissima. Il suo pelo era corto, morbido, grigio e scuro.” Dopo i primi mesi, piuttosto tranquilli, fatti di piacevoli scoperte e esplorazione del mondo esterno, la vita di Savelij cambia improvvisamente.

Mi sedetti davanti alla pozzanghera a riflettere su quello che avevo sentito. Ma non feci in tempo. La musica sul balcone tacque. Vicino a me c’era Vitja Pasečnik. Senza fare cerimonie afferrò Zina con due dita, le divaricò le zampe posteriori, la esaminò e la rimise a terra. Zina fuggì a gambe levate. Abk provò a svignarsela, ma Vitja riuscì ad acchiapparla. Ripetè la stessa procedura. Deluso lasciò andare anche lei. Io ero paralizzato dalla paura. Venne il mio turno.

È così, con l’ingresso di Vitja nella vita di Savelij – e non il contrario come siamo comunemente portati a pensare – tutto cambia. Costretto a prendere famigliarità con un mondo diverso da quello conosciuto fino a quel momento, a convivere con gli umani, razza davvero curiosa agli occhi del protagonista, Savelij diventa un narratore di storie. Prima Vitjia, poi Sergeič, guardiano della guardiola della Galleria Tret’jakov e, infine, Askar e i suoi compagni di disavventure, sono solo alcuni dei protagonisti dei racconti di Savelij.

E che dire, poi, dell’ambientazione. Siamo in epoca moderna, nella Mosca capitalista. Le descrizioni della città non mancano. Savelij presta molta attenzione al mondo esterno che lo circonda. Le strade, la Jauza, i palazzi e le fermate della metropolitana. Tutto viene descritto con precisione e sinteticità. La città cambia l’evolversi del protagonista. E ogni luogo diventa l’ambientazione perfetta per una nuova avventura, lo sfondo ideale per nuove storie.

A destra si ergeva il monastero di Sant’Andronico, in basso scorreva la Jauza; a sinistra, nella nebbia mattutina che copriva Mosca, si faceva avanti la famiglia, non ancora al completo, dei grattaceli della City. Refrattarie e ignifughe, le torri riflettevano colori cangianti come una pelle di serpente, si avvolgevano come spirali di Dna, sembravano tubetti giganteschi tesi verso il cielo.

Cos’è, però, che rende questo romanzo diverso da altri tentativi di letteratura animale mal riusciti? È senza dubbio l’abilità dell’autore di essere riuscito a scrivere un romanzo che non si limita a riportare gli eventi dal punto di vista di un animale. La specialità del protagonista non è quella di essere un gatto, ma di avere un dono, una particolarità rara che condizionerà tutta la sua vita e i suoi racconti: vedere il mondo prima di ritrovarcisi e, aggiungo, essere capace di guardare agli eventi con distacco. Savelij non è altro che lo strumento di cui l’autore si serve per mettere a nudo le fragilità e le ipocrisie del genere umano.

Nulla di nuovo, certo. La letteratura è piena di personaggi che si interrogano, incarnano e rappresentano tutte le sfaccettature della debolezza umana. È proprio in questo che Il mondo secondo Savelij si distingue da altri romanzi del genere. Savelij è uno spettatore che assiste allo spettacolo messo in scena dagli uomini. La sua è una visione degli eventi dall’alto – interessante gioco di prospettive se pensiamo che siamo abituati a immaginare il punto di vista degli animali come una prospettiva dal basso – come quella di un narratore onnisciente, nonostante il suo essere protagonista della storia principale.

Gli umani sono dotati di una qualità sorprendente che non ho riscontrato in nessun’altra specie. Sono capaci di dare senza problemi l’ultima mollica del panino a un micino sofferente ma, se qualcuno per strada non dà loro la precedenza, non si fanno problemi a prenderlo a mazzate. Per riconciliarsi con se stessi, gli umani si sono inventati un mare di stratagemmi. Per esempio i divertimenti.

I commenti di Savelji sono efficaci proprio perché messi in bocca a un animale. Non è dall’uomo che viene la critica alla propria specie, ma da qualcuno che siamo abituati a considerare per natura uno scalino più in basso di noi.

Viene allora da chiedersi come sia possibile per il lettore immedesimarsi in un protagonista di questo tipo. È semplice. Non è in Savelij che ci identifichiamo, ma in Vitja, in Julia, in Askar, nei passanti e nelle comparse delle storie che il protagonista ci racconta. Il romanzo affronta ogni tipo di tematica. Ci sono i problemi famigliari, gli amori non corrisposti e le difficoltà economiche. Si parla di immigrazione, di abbandono paterno e di dipendenze.

Più di tutto si parla di identità. Questa rappresenta il tassello che avvicina Savelij al mondo degli umani, che mette animali e uomini sullo stesso piano.

Lei è semplicemente, come tutti noi, un animale smarrito che non sa se sopravvivrà fino alla prossima primavera. O addirittura fino a domani.

E questo sarebbe il motivo per cui nascondo il mio nome?

No, non questo. Lei nasconde il suo nome perché, mi permetta i toni drammatici, prova dolore a ritornare anche solo con i pensiero nei posti in cui è stato bene. Ho indovinato?

Così Savelij, August o Termirjan diventa quel personaggio nel quale tutti possiamo riconoscerci, quell’eroe di cui ci piace leggere le avventure e delle quali vorremmo essere anche noi protagonisti.

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